DEFTONES

Rocket Skates

2010 - Reprise

A CURA DI
GIANCARLO PACELLI
08/11/2018
TEMPO DI LETTURA:
8,5

Introduzione Recensione

Gli anni post "Saturday Night Wrist" hanno avuto un retrogusto abbastanza simile del periodo della release di "Adrenaline", ossia quella di avere una paura dei propri mezzi espressivi, e solo una parola regnava: incertezza. Il non perfettissimo quinto album in studio mise subito in chiaro che bisognava trovare il giusto stratagemma per risalire la china, nonostante le prove dal vivo continuavano a macinare pubblico e confermavano la parsimonia e la cura dei dettagli che la band sacramentina immetteva in ogni sua performance, replicando con un sereno appeal i loro sostanziali ammassi sonori, praticamente unici, e di questo i Deftones ne sono perennemente orgogliosi. Messo da parte quindi il clima non facile, la band si mise al lavoro per un nuovo tassello, un nuovo singolo da mostrare in tutto il mondo, dopo il primo "Diamond Eyes", altamente ansioso come sempre a scrutare ogni passo discografico della band. "Rocket Skates" nasce cosi, in un clima segnato dal riscatto e dalla consapevolezza che bisognava lavorare sugli errori ben percettibili nel non esaltante "Saturday NIght Wrist". Punto numero uno, in "Saturday.." ciò che mancava realmente era una netta correlazione qualitativa  dei brani proposti, gli sbalzi ritmici che un brano impone rispetto ad un altro sono essenziali durante l'ascolto, e tenendo sempre conto che i Deftones non badano a spese nell'immettere un numero pregno di brani, questo dato si sentiva durante l'ascolto. Punto secondo, e forse il vero enigma da mettere in luce: la produzione. Non diciamo un'eresia se in "Saturday Night Wrist" uno dei punti più deboli fu la resa discordante dello scheletro produttivo, debito ad un caos nella gestione del suono, che sobbalza immediatamente semplicemente scrutando l'impostazione delle tracks. E allora in questo clima arroventato, di gestazione di un nuovo disco che prende forma "Rocket Skates". Il singolo della conferma di una nuova rinascita, e incalzante secondo preludio del sesto lavoro in studio pubblicato nel 2010, "Diamond Eyes". Ricordate i punti che vi ho illustrato pochi secondi fa? Bene, questo singolo, ancora più del primo, ha spazzato via tutto, a partire dal video, sempre moderno e ricco di chiari indizi lirici, fino alla produzione e alla potenza ritmica: scorgiamo che la scintilla che doveva prendere vita ora si è trasformata in una fiamma luccicante, piena di corrosiva forza che solo la chitarra tagliente di Carpenter e le harsh vocali di Moreno sono in grado di sfoderare. I Deftones sono tornati, questo singolo ha il sapore di una rinascita che si avventerà in ogni venatura di "Diamond Eyes", subito proposto come un "White Pony 2" per la gonfia e muscolare impalcatura su cui ogni brano reggerà le proprie redini. Scelta azzardata direte voi, ma già dai 4 minuti di "Rocket Skates" possiamo decretare il ritorno ai livelli che meritano i californiani


Rocket Skates

Una sezione ritmica esplosiva trabocca subito violenza, attraverso una grinta e una consapevolezza rare. I Deftones sono imperterriti nel dimostrare la loro pasta lungimirante e ogni minimo spunto proposto punta a dare  il massimo. La chitarra tagliente di Carpenter straccia le orecchie di noi ascoltatori, colpendo con un fragore assolutamente incredibile. Non si fanno assolutamente sconti e nonostante la presenza iniziale di Moreno permette un abbassamento progressivo della temperatura, a tratti incandescente, il ritmo è assalitore. Camaleontica è l'attitudine di Cunnigham, che tenta in tutti i disperati modi di raggiungere le staffilate chitarristiche, che si fanno ancora piu intense nella sezione pre-ritornello. E proprio il chorus è la molla colma di adrenalina che sobbalza da una parte all'altra della parete uditiva, è il terreno terremotante perfetto per le incursioni a mo' di missili terra-aria dei vocalizzi del nostro performer, subito incisivo nei primi battiti iniziali. "Rocket Skates" (Skates a Razzo) non poteva non aggrapparsi ad un quadro ritmico del genere, dato il tema trattato, ampiamente delicato. Un amore perso, ormai, e nulla sembrerebbe aggiustare tale situazione. "Guns, Razors, Knives" (Pistole, Razzi, Coltelli) sono i tre elementi che sembrano essere i tre elementi simbolici in cui questa relazione è inquadrata. Strumenti violenti, alcuni impossibili da possedere manualmente e proprio questa impossibilità di praticare queste violenze sperate, rende questa faccenda ancora pià astrusa e difficoltosa: nulla sembra poter aggiustare questa storia e la rabbia esecutiva del combo cerca tutti i modi possibili e immaginabili di farci intendere questo. Più che una relazione è una gabbia in cui sia il ragazzo che la ragazza sono immersi, è un'apnea dall'alto tasso di pericolosità. Le urla impressionanti di Chino Moreno sono irrefrenabili da tantissimi punti di vista e sembra più che azzeccato per accedere al polo tematico che i Deftones vogliono sfoggiare con questo singolo, "Rocket Skates". Un breve interludio strumentale verso il finale colora di rosso sangue (come nel video ufficiale proposto) in cui il ritornello è espresso in un modo ancora più demoniaco e alquanto accelerato


Conclusioni

A conti fatti questa lussureggiante (di nome e di fatto grazie al video provocatorio) "Rocket Skates" ha dato il benvenuto definitivo alla band americana, la quale necessitava praticamente di un brano del genere per riconfermarsi nel panorama internazionale, dimostrando di essere ancora una macchina creatrice classe sopraffina. I Deftones non sono mai scesi a livelli catacombali proponendo un sound discordante con le proprie radici, nonostante alcuni anni bui di innegabile difficoltà (segnati dal coma di Chi Cheng in seguito ad un terrificante incidente stradale avvenuto in un freddissimo Ottobre del 2008). Il nuovo bassista Sergio Vega impone la sua venatura post-hardcore in ogni tagliente secondo del nostro singolo, riuscendo a non far pesare troppo l'assenza di colui che era stato uno dei punti fondamentali del "Deftones Sound". Proprio la performance di Vega è una delle caratteristiche che più risulterà efficace nel sound cristallino che la band proporrà, e al pari dell'ex bassista Chi sarà fondamentale anche in sede di scrittura. E allora, partendo dall'analisi millimetrata della traccia, finalmente notiamo una produzione degna e rigorosa, in cui l'acustica e l'impatto di ogni strumento crea il giusto territorio, e questo è un elemento di fondamentale importanza per la band. L'innesto di una nuova produzione (affidata a Nick Raskulinecz) e di una nuova etichetta discografica (la Reprise Records) hanno provocato gli effetti sperati, ossia un quasi ritorno alle raggianti escursioni melodiche dell'epoca precedente a "Saturday Night Wrist", che non si può non etichettare come un piccolo passo falso, anche se chiaramente era un lavoro che proponeva indiscutibilmente il classico sound dei nostri, influenzato da tanti generi. L'aspetto negativo di una gestione dello scheletro dei brani e di ritardi in sala prove era stato cancellato definitivamente. Non a caso la ritrovata intesa tra i Deftones e l'aspetto del "dietro le quinte" della guida manageriale, coinvolse ogni membro in una fresca e ritrovata consapevolezza dei propri mezzi, e si sa bene che se non si ha una completa sicurezza delle proprie potenzialità, l'aspetto pratico/musicale ne risente, eccome se ne risente. 

1) Rocket Skates
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