DEFTONES
Live: Volume 1 - Selections from Adrenaline
2013 - Reprise Records

GIANCARLO PACELLI
23/08/2018











Introduzione recensione
Forti dell'essere ormai una compagine più che consolidata, nonostante alcuni decisivi cambi di formazione, i Deftones degli anni dieci iniziarono a cimentarsi in continue sperimentazione e la voglia di portare a casa lavori convincenti, dopo alcuni momenti non proprio eccezionai, era tanta . L'alternative/nu-metal aveva perso di brio in questa delicata fase musicale e restava ai nostri californiani portale alta la bandiera del metal alternativo. "Diamond Eyes" (2010) prima e "Koi No Yokan" (2012) poi avevano non solo rimesso in carreggiata la band dopo il "buio" di "Saturday Night Wrist" (2006) e l'incidente del mai dimenticato Chi Cheng, ma aveva assicurato Moreno e soci una nuova base sonora su cui lavorare nelle future uscite discografiche. Eh si, la voglia di guardare con fiducia al futuro indipendentemente dal successo, era tantissima e l'ispirazione era a mille. Ogni band che si rispetti ha sempre quel momento di riflessione sul come disporre musicalmente i propri valori musicali, e una pausa stava diventando quasi ipotesi concreta: ma alla fine ha prevalso la voglia di continuare il proprio percorso stilistico. Una analisi, questa, che possiamo definire assai fruttuosa dato che ha messo in luce il valore e l'efficacia del sound dei californiani che ha toccato livelli importanti soprattutto in "Diamond Eyes", il "nuovo White Pony" proprio per la rigonfia musicalità che portava sul groppone. La solidità esecutiva non è una caratteristica generale di tutte le band metal: quante volte abbiamo visto passi falsi o addirittura cambi di genere improvvisi indirizzati esclusivamente in ambito commerciale, o al comodo volere di fare, anzi strafare sempre di più in modo da soddisfare i fans meno esigenti? Tantissime volte e questo non è il luogo per elencarle tutte, ma i Deftones non hanno mai avuto tali intenzioni, la cosa che è sempre interessata al quartetto è stata soltanto la musica, anzi comporre musica. Non a caso con lo scoccare degli anni dieci, abbiamo assistito ad una sorta di "rinascita" musicale, dettata dalla volontà statuaria di mettere su penna le proprie idee, ma a volte però il passato (e tutto ciò che ne consegue) incombe con tanta forza e si ha la succosa voglia di scavare i propri ricordi e proporre un qualcosa che si discosta dalla canonicità del classico disco. Il valore dal vivo dei nostri, come ben sappiamo, è indiscutibile e non necessitiamo di chissà quale dimostrazione su questo punto, ma il 20 Aprile del 2013, in occasione del Record Store Day del 2013, la band ha deciso di donare ai propri affezionati fans un breve ma incisivo Ep ("Live: Selections From Adrenaline") che contiene una "nostalgica" ripresa dal vivo in un live molto particolare, quello della reunion dei Kiss nel loro Alive/Worldwide Tour, il primo tour mondiale dopo ben 18 anni. Il luogo dell'evento è il Memorial Auditorium di Buffalo (New York, USA) e in questa testimonianza breve, vengono posti sul piatto tre brani del primo acerbo "Adrenaline" più la track Teething (traccia utilizzata per la colonna sonora di "The Crown: The City Og Angels"). Chissa se i Deftones con questo Ep hanno desiderato soltanto far riemergere il loro passato, un passato di underground e di caotiche esibizioni che hanno quel sapore malinconico non paragonabile al successo planetario? Molto probabilmente si, e non ci resta altro che vedere i giovanissimi appassionati skateboarder all'opera! Buona lettura!

Minus Blindfold
La hall è strapiena, tutti i fans degli hardrockers Kiss non vedono l'ora di vedere la band con i suoi pirotecnici spettacoli. Ad aprire però ci sono degli scalmanati e giovani Deftones, che certamente vogliono lasciare il loro particolare segno. La nostra combriccola non perde tempo, e una volta resasi conto della situazione in cui sono sottoposti, iniziano a prepararsi per l'ardua performance. Si sa la poca esperienza gioca brutti scherzi e i Deftones ne erano perfettamente consapevoli. Ma tutta la timidezza viene scaraventata a terra con l'introduzione con plettrate energiche di Stephen Carpenter, il quale rompe il ghiaccio. Minus Blindfold (Meno Bendato) raschia a fondo le nostre orecchie, grazie sia alla grande attitudine dietro le pelli di Abe Cunnigham che grazie al magrissimo Chino Moreno, che non smette di usufruire delle sue doti vocali accompagnando la stesura del debole riffing iniziale. Ma una volta che "Minus Blindfold" è innestata, tutta la band inizia a darci dentro sul serio: il riffing da debole diventa devastante e questo fattore non fa altro che aumentare il livello della song, ampiamente apprezzata dal pubblico in trepidante attesa per i Kiss. Un netto cambio di tempo si snocciola in contrasto con l'accattivante rapping profuso dalle corde vocali di Moreno miscelato alle ottime backing vocals di Chi Cheng. La traccia non fa sconti, la sezione ritmica anche nei suoi momenti pià "lenti, quando soprattutto il rappato di Chino si trasforma in un "parlato" stiloso, non perde di carattere. Forse il pubblico newyorchese, che si trova quasi intimidito ad ascoltare una band cosi atletica e dinamica, è rimasto abbastanza colpito da questi giovanissimi Deftones, lontani dal successo che calcheranno negli anni a venire. Come detto la sezione strumentale è devastante, e diventa ancora più incendiaria quando Moreno inizia a scaraventare violentissimi scream, i quali impattano lungo tutta la sala da concerto con molta grinta e forza. Ecco, una delle maggiori caratteristiche dei Deftones di Adrenaline era una forza eclissante e quasi liberatoria, figlia di una adolescenza a volte travagliata. È uno sfogo, e i ritmi di questa inaugurale "Minus Blindfold", per questo motivo, non cedono a passo a cenni di sporadiche aperture melodiche. La seconda parte del brano prende pressappoco riprende gli stessi stilemi della prima: momenti di pathos e di carico emotivo non mancano, a volte Moreno si getta a terra e cerca di emanare più disperazione possibile e il resto della band cerca di rincorrerlo con molta grinta. Una traccia cosi dirompente ed esaltante è un gran modo per incominciare a grattare questo extended play.

Teething
Terminata l'irruenza "pacata" della prima traccia, il pubblico già è in un completo stato d'ansia durante l'attesa del prossimo brano dal vivo. Moreno & Company si preparano iniziando a riscaldare tutti gli armamenti, poi un momento di stasi e via con il riffing introduttivo del pezzo. Teething (traccia utilizzata per la colonna sonora de il film "The Crown: The City Of Angles"), è ampiamente riconoscibile e nonostante non sia un brano canonico di un lavoro in studio, ha una potenza magnetica di un certo calibro. La base della chitarra è netta e veloce e il pubblico non può che pogare a più non posso data la caratura degli strumenti. Un piccolo breakdown, in cui un cenno di melodia cerca di fuoriuscire e Moreno, per la gioa del pubblico, esordisce con potenza distorta anche in questo brano. Le chitarra non perfettamente tirata al lucido (e per questo motivo offre qualche imperfezione), si rende partecipe nel dare valore ancora di più ad ogni spruzzo vocale di Chino che nonostante la giovane età già si dimostrava un singer di livello. E infatti le sue incursioni in clean accentuano l'attitudine quasi minimale dell'ascia principale di Carpenter, la quale sembra sia stata concepita proprio per adagiarsi sia agli scream che al cantato pulito del nostro performer. Ma non è solo Moreno a brillare, c'è anche Chi Cheng che dà un apporto quasi vitale alla traccia con i cuoi cori in backing quasi disperati che ben impattano lungo l'asse tonale della voce di Chino. Il brano carbura e con lui anche il pubblico americano che sembra quasi indemoniato. "Teething" è una traccia rapace nei momenti di velocità e apocalittica nelle sezioni meno caotiche, non per altro è stata realizzata per un film d'azione e ascoltandola non possiamo non sentirci come dei criminali in fuga da una fastidiosa polizia. Quei momenti di leggero pathos in cui la chitarra e il basso attenuano la loro consueta velocità servono a dare gli equilibri. II pubblico sembra essere soddisfatto, forse si sta rendendo conto di avere a che fare non con una semplice band di apertura ma di un combo di tutto rispetto. Verso la metà del brano i consueti rappati di Moreno diventano quasi un discorso col pubblico e il basso di Chi Cheng sembra essere un degno accompagnatore prima di esplodere con Carpenter che preme ancora di più e Cunnigham che ci dà dentro con il suo solito stile-tritacarne. Ma non è finita qui: il finale è una lotta incessante tra ogni strumento, in cui le vocals di Moreno diventano rabbiose e a volte quasi incredibili per come sono adagiate. "Teething" finisce cosi, con una potenza quasi disumana e l'audience del Memorial Auditorium di Buffalo non può che coronare la performance con uno scrosciante applauso. Per ora la traccia più riuscita ma non è finita qui, ci aspettano altre due tracce da analizzare!

Nosebleed
Gli ultimi strascichi distorsivi di "Teething" si sentono ancora fluire nell'aria. La performance di questa giovanissima band ha colpito e l'applauso del pubblico newyorchese non può che essere definito come il miglior premio per i nostri. Ma non è finita qui, ad attenderci c'è la penultima traccia di questo breve Ep, Nosebleed (Sangue dal naso). Come detto le potenti distorsioni sono ancora vive, e la nostra band con assoluta padronanza del palco inizia a scandire e a spiegare il pubblico la prossima track." Nosebleed", brano numero quattro di Adrenaline", inizia a muovere i primi passi con una irruenza profonda, una potenza viscerale che fuoresce da ogni nota della lead guitar sembra pervadere tutta la sala da concerto. Nei primi tempi di attività live questo brano era un vero e proprio cavallo di battaglia in ogni esibizione dal vivo, quindi Moreno & company erano particolarmente legati a questo pezzo. I volumi sono alti, sovrastano persino le urla del pubblico americano, ancora ben scosso da questi giovani opener che stanno dimostrando tanta forza. Ogni nota tagliente della prima sezione del brano surriscalda ogni membro: non dobbiamo attendere molto per l'entrata in scena del batterista Abe Cunnigham , che come un carro-armato pone forza e grinta in ogni minimo colpo. La stesura del riffing, nonostante una resa del suono non perfetta, è calibrata e ondulante. Riesce ad essere ampiamente efficace per far entrare l'atro importante protagonista della nostra band, Chino Moreno. Il frontman, quasi elettrizzato da questa prova dal vivo, si muove come una biscia lungo il palco, pronto ad ospitare le imponenti scenografie dei Kiss. Il suo ritmo vocale, capace di traslare in più registri, è evidentemente un gran fiore all'occhiello per il sound dei californiani. I Deftones non sarebbero niente senza di lui, e in questa prova dal vivo questo fattore risalta sempre di più. La base del riffing è potente, come c'era da aspettarselo, e i vocalizzi per questo motivo toccano lidi di irruenza fuori dal comune, sia nei momenti di acidi e guizzanti scream che in sussulti ampiamente melodici. E la forza dirompente di "Nosebleed" non perde smalto nemmeno nei suoi momenti "vuoti", essenzialmente dominati dal trittico basso-chitarra-batteria. Nemmeno li scende di livello. "We are here - mother - in your fear with you/We could be perfect in your world I know/But I will come, I will come, and I will come go!" (Siamo qui - madre - nella tua paura con te/Potremmo essere perfetti nel tuo mondo, lo so/Ma verrò, verrò e verrò!), questa è la sentenza ampiamente melodica che Moreno scaglia contro il pubblico l'amaro significato di questa "Nosebleed". Il finale è un connubio di suoni roboanti e ampiamente dissonanti che non fanno altro che confermare la buona prova dal vivo dei Nostri.

Engine No. 9
Per ultima quest'ottimo live al Memorial Auditorium di Buffalo (New York, USA), non ci resta che aspettare quale intruglio chitarristico ora i Deftones scaglieranno. I nostri hanno la capacità di rendere distinguibile ogni intro e ogni guizzo chitarristico. E infatti dopo alcuni secondi, terminato l'applauso per la precedente "Nosebleed", notiamo subito la sezione ritmica incalzare mettendo a ferro e fuoco il nostro udito. La traccia prescelta per ultimare questo piccolo extendend play è Engine No. 9 (Motore n. 9). Micidiale è la forza che viene scaraventata contro ogni minimo fan presente nell'auditorium. Senza respiro, Engine n 9 corre all'impazzata grazia alla catarsi del basso di Chi e alla principale di Stephen che creano il terreno necessario per il primo scream di Chino, che mette a soqquadro tutto e tutti. Devastante, semplicemente devastante è la violenza delle vocals di Moreno che mietono soltanto vittime. Tutti saltellano, tutti i membri sono completamente sciolti nei loro movimenti e il risultato, soprattutto dal punto di vista vocale, si vede. Più i minuti passano e più lo stile del cantato in rap si incanala nelle note sontuose di "Engine n.9", e da sottolineare è la grossa attitudine dei cori di Chi Cheng, i quali sono veramente indispennsabili nel loro alternarsi con le prepotenti vocals di Moreno. La traccia prosegue incessante, fino a che nel bel mezzo del tornado strumentale un netto cambio di tempo permette uno improvviso scalare della sezione ritmica. Chino impugna il suo microfono, la sua arma da fuoco, e si getta a terra ricaricandosi dopo la sua perfomance iniziale in questa traccia. Nel frattempo però i ritmi non calano di un secondo, e sia il basso che la chitarra continuano a macinare note, più lente e vaporose, ma sempre essenziali ed efficace. Ma questo dura poco dato che Moreno torna ancora più rabbioso di prima scaraventando vocals che sembra una serie di ruggiti animaleschi posti in serie. L'audience è talmente entusiasta che ricama applausi

Conclusioni
Terminati gli applausi, non ci resta che domandarci: Come giudicare questa rovente esibizione dal vivo? Sicuramente questi scapestrati Deftones avevano una gran bella responsabilità, ossia quella di aprire per una band storica come i Kiss, che dopo ben diciotto anni di inattività tornavano a calcare con forza i palchi di tutto il globo con un mega-tour mondiale. E quell'aria di timidezza e di quasi impotenza nei confronti di Gene Simmons &Co, sembrava aleggiare nei primi istanti dell'esibizione, ma nonostante questo è stata decisamente spazzata via con una grande prestazione dal vivo che assume ancora più valore se la immedesimiamo negli anni in cui è sottoposta. Sono anni di rodaggi, e le incertezze sono parte integrante delle menti della giovane band americana, che in pochi anni avrebbe letteralmente scavalcato tutto e tutti. C'è da lodare però la spregiudicatezza, la caparbietà che la band di Moreno iniziava a dimostrare a piccoli passi, attributi fondamentali che permetteranno ai nostri di diventare una band macina-successi. Ma quegli anni sono lontani, siamo nel 1996, e la band di Sacramento non aveva ancora un forte appeal mediatico da "grande band", quindi ogni cosa era esclusivamente indirizzata al semplice "divertimento", visto come una naturale conseguenza nel creare buona musica. Di certo i Deftones sapevano fare buona musica, nonostante "Adrenaline" del 1995 fosse un album abbastanza acerbo e di stampo post-grunge, soprattutto per quando riguarda il riffing e l'inclinazione del basso e delle chitarre. Al cospetto degli anni e tenendo conto della scarsa esperienza nei live e di alcune imperfezioni, la band aveva carattere da vendere e non ci pare cosi assurda allora la scelta dei Kiss di eleggerli come opener del loro imponente tour. Il giovane Chino Moreno dimostrava di essere già un gran front-man in grado di tenere in pugno migliaia di persone con una semplicità pazzesca (basti pensare alla performance di "Teething" in questo live appena concluso, ampiamente fuori dal comune tenendo conto dell'età e della poca esperienza del nostro sui grandi palchi). Mentre Stephen Carpenter, nonostante qualche incertezza, dimostrava già di essere un temibile axeman con la sua arma da fuoco a corde, tanto da essere considerato il vero motore del "Deftones Sound", Abe Cunnigham era uno dei protagonisti assoluti di questa prova dal vivo: il suo groove magistrale in ogni brano non può non essere considerato come uno degli elementi più rilevanti dell'intera prestazione, soprattutto in brani come "Teething" e "Nosebleed". A conti fatti, questo è un live vincente, aggressivo ma al contempo carico di passione, quella passione necessaria per qualsiasi band alle prime esperienze su un palco, ed è sicuramente consigliato ai fans dei Deftones ma anche a chi apprezza la buona musica. Non dovremo aspettare molto per la vera esplosione dei nostri con "Around The Fur", ma questo live in poche parole disegna il terreno su cui Moreno & company architetteranno il loro futuro successo mondiale. Una piccola curiosità è legata all'artwork di questo "Live: Selection from Adrenaline": in alto a destra sono presentati sette cerchi di cui il primo è pieno. Molto probabilmente stanno ad indicare i sette album dei Deftones (nel 2013), quindi in futuro potremo aspettarci altre uscite del genere.

2) Teething
3) Nosebleed
4) Engine No. 9


