BULLDOZER (ITA)

IX

1987 - Discomagic

A CURA DI
THE MASTER
05/04/2011
TEMPO DI LETTURA:
10

Recensione

Sin dai nostri primi giorni di scuola, dall'età dell'infanzia, veniamo a conoscenza di varie materie. Matematica geografia, geometria, etc etc man mano che cresciamo diventano parte di quello che, nel corso degli anni, chiamiamo "personale bagaglio culturale".

Tra le materie di studio, ovviamente, c'è anche la storia, attraverso la quale conosciamo chi siamo stati e cosa abbiamo fatto per essere quel che siamo attualmente. Implicitamente, impariamo le nostre tradizioni ed i nostri valori, nonchè quello che io chiamo "rispetto" per coloro che han fatto la Storia, quella con la S maiuscola, rispetto per quegli eroi che son finiti sui tomi che ci han lasciato insonni per tante notti, ma, soprattutto, il perchè son finiti li sopra, come han fatto per arrivarci, per forza di cose o per volontà propria.

Nel Metal il paragone può senza dubbio essere applicato in egual maniera, supponendo che la nostra Storia sia stata scritta (E continua ad essere scritta) da Bands provenienti da tutte le parti del mondo.

Oggi, cari lettori, la webzine che ospita questa mia rece, fa lezione di storia, la nostra Storia. E fa lezione di tutto ciò che implicitamente essa comporta, come prima detto: valori, rispetto, tradizione.

E fa Storia di Metal italiano, quello degli anni '80, lontano, come la maggior parte del Metal di allora, da discorsi materialistici e vili a base di denaro, Major e di quello sporco sistema che ci ha appestato il nostro lifestyle, ma soprattutto, la nostra musica, l'ABC del nostro essere.

Con la massima umiltà possibile, mi alzo dal basso della mia sedia di scolaro (Citazione dovuta) e mi preparo a ripetere a voce decisa la lezione di storia appresa nell'anno di uscita di quest'album.

Nell'anno 1987 la scena Metal in generale era in pieno fermento. Inutile ripetere e ricordare quali e quanti fossero le release di quegli anni, anche perchè non avrebbe senso sciorinare una lista lunghissima, ma soprattutto, non pertinente con l'argomento della lezione!

Spostandosi nel Nord del nostro paese, e volendo dare una significativa occhiata all'ombra del Duomo, un gruppo Thrash aveva già ben fatto parlare di se con 2 release di tutto rispetto e una demo di partenza non da poco!

Capitanati dal carismatico vocalist e bassista A.C. Wild e spalleggiato da Andy Panigada alle chitarre e da Rob "Klister" Cabrini alla batteria, la band milanese si fece largo velocemente nel panorama Metal di quegli anni (Aggiungo, senza dover mai ringraziare nessuno), fino alla loro terza release "IX" che li consacrò degni di essere ascritti nel libro sopra menzionato.

"IX" rappresenta il loro fulcro a livello non solo di conoscenza da parte di masse di bangers sempre più folte, ma anche e soprattutto a livello compositivo.

Ritengo, se mi è concessa una piccola considerazione personale, al di fuori di quanto appreso, che è proprio grazie a "IX" che la band milanese abbia:




  1. consolidato il suo successo e

  2. si sia fatta conoscere all'estero,



soprattutto invadendo la Polonia, con una data storica dalla quale ne fu tratto un Live altrettanto dirompente.

In "IX" c'è tutto quel che serve ad un album per diventare un pilastro fondamentale del Metal, dalle musiche ai testi, alla satira, proprio come prescrive il caro e sempreverde Thrash!

Ma soprattutto, dopo un ascolto più attento, più "freddo" e discostante dalle inevitabili emozioni che un album simile porta con se, ci sono le idee e belle chiare!

Personalmente, il vostro umile allievo che sta ripetendo la lezione appresa, si trova molto, molto legato a due pezzi che sono il clou della produzione in oggetto, "Ilona The Very Best" e "The Derby".

Aldilà dei pezzi in se, i due brani sopra citati sono un esatto spaccato della nostra società di quegli anni, mitizzata e invasa da Cicciolina (Altra icona della mia infanzia) e dall'amore di A.C. Wild in primis per il Milan. Il perfetto racconto di un Derby d'Italia classico, con il conseguente bigottismo dei media (Inutile ricordare quanto erano bigotti allora i media!) viene trasportato in "formato" Thrash in maniera squisitamente esaustiva... Con tanto di cori da curva inclusi!

La conclusione è così perfetta che anche un romanista sfegatato come me riesce a cantare il pezzo senza nessun problema!

"Ilona The Very Best" è un chiaro e, permettetemi, dovuto omaggio ad un'icona femminile che è stata parte dei nostri anni '80. No, non c'è nemmeno bisogno di avere la mia età per ricordare chi fosse Cicciolina! Lo sanno tutti chi è Ilona Staller anche senza bisogno dell'sms dell'amico di banco o del biglietto messo nel vocabolario... La bionda porno ungherese ha fatto "breccia" anche nella musica e i Bulldozer ne han dato un perfetto omaggio a metà tra Thrash e Speed!

L'album non ha compromessi, Thrash allo stato puro, citando per esempio "Misoginysts", chiara enfatizzazione dell'universo maschile (Cercate di capirmi se uso sinonimi, abbiamo anche Sorelle che ci seguono...), oppure "Rob "Klister"", un tributo al lifestyle del batterista, ma anche la titletrack stessa, che ho sempre interpretato come un (giusto) sputo in faccia ad una società di quei tempi che, specie nell'ambito milanese, dava più importanza all'apparire che all'essere, chiamandoci diavoli.

Per queste ragioni, e per altre che, me tapino, non sono riuscito ad esprimere, ritengo a ragion dovuta che i Bulldozer e "IX" rappresentino una delle colonne del Metal, al pari di altre colonne sulle quali poggia il nostro sapere.

Questa era la lezione da me imparata nell'anno 1987 e ripetuta oggi... Silenziosamente, riprendo posto nel mio banco di scuola, in attesa di ricevere il giusto voto dal professore che mi ha interrogato quest'oggi, li seduto di fronte a me, che di sbiego mi guarda dall'alto della sua cattedra e del nome che porta: A.C. Wild. Io speriamo che me la cavo!


1) IX
2) Desert!
3) Ilona the Very Best
4) Misogynists
5) Heaven's Jail
6) Rob "Klister"
7) The Derby
8) No Way
9) The Vision Never Fades