BRUCE DICKINSON
The Best Of Bruce Dickinson
2001 - Metal
DONATELLO ALFANO
04/11/2011
Recensione
Nell'autunno del 2001 anche per Bruce Dickinson arrivò il momento di stilare un bilancio sulla sua carriera solista e come per migliaia di suoi colleghi scelse il modo più semplice e veloce ovvero pubblicare una raccolta con il meglio della produzione contenuta nei cinque album in studio realizzati fino a quel momento. A dire il vero sono sempre stato scettico su questo tipo di operazioni ritenendole utili soltanto per chi non ha mai avuto la possibilità di ascoltare qualcosa degli artisti presi in esame e trovando interessanti soltanto quelle dove accanto ai pezzi più famosi c'è spazio anche per del materiale raro, spesso proprio in questi casi si scoprono degli autentici gioiellini che fin dal primo ascolto ci fanno domandare come mai non hanno avuto lo spazio e la fortuna che meritavano, Dickinson per fortuna è uno di quelli che ha puntato su questo. Il confronto con tutto ciò che è stato inciso con gli Iron Maiden l'ha accompagnato (inevitabilmente) in tutto il suo percorso ma è risaputo che le persone con un carattere forte e deciso come quello che ha sempre avuto non si lasciano mai influenzare, neanche dalle critiche più feroci. Stavolta al buon Bruce purtroppo non possiamo assegnargli un premio per l'originalità nella scelta del titolo, bastava spremere un po' le meningi ed aggiungere qualche altra parola al comunissimo The Best Of ma a lui perdoniamo tutto. In questa release composta da due cd si ha la possibilità di compiere un viaggio accurato nel mondo musicale della "voce del metal", qualcosa manca ma se si doveva includere tutto il meglio della sua produzione probabilmente ci sarebbe voluto un terzo disco, la carriera viene passata in rassegna attraverso nove tracce estratte dai full-length più un paio di brani dal live del 1999 Scream For Me Brazil e due inediti nuovi di zecca ed è proprio da questi ultimi che bisogna partire per descrivere la raccolta; il primo posto in apertura è Broken, un potentissimo ed immediato mid tempo dove l'impronta maideniana è evidente in ogni secondo, il ritornello è semplicemente grandioso così come il breve coro centrale, un altro di quelli che ci fanno cantare ad alta voce muovendo in continuazione la testa, l'ugola di Mr. Dickinson dopo più di vent'anni continua a dettare legge. Il secondo è Silver Wings, pezzo veloce caratterizzato dalle classiche armonizzazioni che conosciamo come le nostre tasche, anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un episodio diretto da ascoltare a volume altissimo, i nostri vicini non potranno che ringraziarci! Il resto è roba che ogni fan del mitico singer inglese ha imparato a memoria da tempo, a cominciare dalle tracks contenute nel primo Tattooed Millionaire (la title track e Born in '58) passando per il controverso Skunkworks (qui rappresentato dalla buona Back From The Edge) fino ad arrivare ai tre lavori che hanno segnato la prolifica collaborazione col chitarrista/produttore/compositore Roy Z; Balls To Picasso, Accident Of Birth e The Chemical Wedding sono gli album che hanno riportato progressivamente Bruce nei sentieri del più classico heavy metal, in particolar modo gli ultimi due dove accanto a Z troviamo un altro chitarrista ma non un chitarrista qualunque... infatti come tutti sapete stiamo parlando di Adrian Smith, l'atro mitico ex Maiden, rivederli di nuovo insieme dopo sette anni assumeva i toni della grande rinascita artistica di entrambi, la qualità elevatissima di canzoni come The Tower, Chemical Wedding, Road to Hell, Darkside of Aquarius (la mia preferita in assoluto) e l'incantevole ballad Tears Of The Dragon confermano in pieno l'eccezionale ed ispirata vena creativa di Bruce e compagni, l'opera viene completata dall'energia devastante delle live versions di Laughing In the Hiding Bush e Book Of Thel, grazie ad pubblico rumoroso e scatenato la band gira letteralmente a mille! Passiamo così al secondo cd e qui come ho gà scritto in precedenza c'è una serie di chicche tutte da (ri)scoprire partendo proprio dalla prima release uffuciale a firma BD ovvero la versione originale di Bring Your Daughter... To The Slaughter incisa originariamente nel 1989 ed inclusa nel quinto capitolo della mitica saga cinematografica Nightmare on Elm Street, a livello musicale non ci sono grandi differenze rispetto a quella che poi troveremo in No Prayer For The Dying degli Iron Maiden, l'unica particolarità qui risiede nel cantato di stampo decisamente più teatrale. Wicker Man (nonostante il titolo non ha niente con vedere con la celebre opener di Brave New World) e Real World sono frecce di metallo purissimo da adorare immediatamente, non c'è da sorprendersi nel leggere che sono brani che arrivano dalle registrazioni dei lavori con Smith. Darkness Be My Friend, Acoustic Song e Midnight Jam fin dai titoli fanno intendere quali sono i loro intenti, infatti si tratta di songs che ci mostrano il lato più acustico ed introspettivo del frontman, anche in Ballad Of Mutt e Re-Entry ritroviamo sonorità unplugged ma questa volta allegre e spensierate, si potrebbe dire che siamo al cospetto di due facce della stessa medaglia. La follia totale arriva con I'm In a Band With An Italian Drummer scritta dal bassista Chris Dale e dedicata all'amico (e nostro connazionale,of course) Alessandro Elena, poco meno di quattro minuti di autentico nonsense britannico (sia lirico che musicale) l'apice viene raggiunto nel finale narrato; un'incredibile serie di improperi e parolacce in dialetto siciliano! C'è spazio anche per Dracula, prima incisione in assoluto della sirena del metal, riversata esattamente nella sua forma originale, si percepisce subito che è un pezzo figlio di tempi lontanissimi ma voce di Bruce era già uno spettacolo autentico! Man Of Sorrows viene riproposta con un arrangiamento più morbido rispetto alla versione contenuta su Accidenth Of Birth, la bellezza e l'intensità restano comunque inalterate, l'audience carioca torna a farsi sentire in una travolgente Jerusalem che grazie al suo meraviglioso crescendo ha sempre rappresentato uno dei punti più alti della carriera del Dickinson solista, ho lasciato volutamente per ultima No Way Out... Continued perchè personalmente la ritengo la migliore tra tutte le tracks contenute in questo dischetto; un riuscito connubio tra sperimentazione ed old school, il tutto sorretto da efficaci melodie e da un perfetto mix tra suoni elettronici e sinfonici. Per concludere non si può dimenticare la presenza di The Voice of Crube; in quasi quattordici minuti il singer ci spiega la genesi di tutto quello che abbiamo avuto il piacere di ascoltare. The Best Of Bruce Dickinson è un lavoro da consigliare innanzitutto a chi non ha mai posseduto niente del grandissimo frontman (però dubito fortemente che ci sia ancora qualcuno tra questi) ma anche a tutti i fans che spesso devono compiere dei salti mortali per poter recuperare tutto il materiale del loro idolo quindi i motivi d'interesse non mancano, mi domando quando riavremo la possibilità di ascoltare un secondo best of da parte sua considerato che sono passati già sei anni da Tyranny Of Souls ma d'altronde se si canta anche nella più grande metal band sulla faccia della terra ci sarà pure qualche cosa a cui bisogna rinunciare, c'è sempre un tempo per tutto..
CD1
1) Broken
2) Tattooed Millionaire
3) Laughing In The Hiding Bush (live)
4) Tears Of the Dragon
5) The Tower
6) Born In '58
7) Accident Of Birth
8) Silver Wings
9) Darkside Of Aquarius
10) Chemical Wedding
11) Back From The Edge
12) Road To Hell
13) Book Of Thel (live)
CD 2
1) Bring Your Daughter... To The Slaughter
2) Darkness Be My Friend
3) Wicker Man (rec. '97)
4) Real World
5) Acoustic Song
6) No Way Out... Continued
7) Midnight Jam
8) Man Of Sorrows
9) Ballad Of Mutt
10) Re-Entry
11) I'm In A Band With An Italian
Drummer
12) Jerusalem (live)
13) The Voice Of Crube
14) Dracula