BRUCE DICKINSON
Balls To Picasso
1994 - EMI Music
PAOLO FACCHINELLO
19/09/2011
Recensione
Con questa recensione riprendiamo il discorso iniziato qualche mese fa con il percorso solista di uno dei personaggi più noti e stimati nell'heavy metal delle ultime 3 decadi: BRUCE DICKINSON. Dopo la momentanea separazione dagli Iron Maiden avvenuta all'inizio degli anni 90, (testimoniata anche da una grande voglia di mettersi in discussione) per il frontman della Vergine di Ferro si apriva un periodo di grossi cambiamenti per quanto riguardava la sua attività musicale. Innanzitutto bisogna specificare che l'origine di questa sua "palingenesi" personale era cominciata già nel 1990, con il suo disco di debutto Tattoed Millionaire, un album con un sound volutamente e marcatamente hard rock rispetto al periodo maideniano. Nonostante queste sue scelte di rinnovamento stilististico fecero storcere il naso a diversi suoi fan di vecchia data, alla fine del 1993 BRUCE DICKINSON, (che aveva appena terminato il Fear Of The Dark Tour con gli Iron Maiden) si ripresenta nuovamente in sala di registrazione con nuove intriganti idee e con un leit motiv rivolto perlopiù a un campo di esplorazione verso nuovi lidi artistici. Con queste prerogative il nostro Bruce era in procinto di impostare la stesura delle liriche per il suo secondo capitolo discografico: BALLS TO PICASSO.
Già nel titolo (da sottintendere come un implicito e ironico omaggio al grande pittore spagnolo) si intuisce che Mr. Dickinson vuole metterci davvero molto del suo naturale talento per comporre un disco iridescente e assai variegato. E in effetti risulta proprio così. Per questo album il cantante si avvale tra l'altro della presenza di Roy Z, chitarrista e leader dei Tribe Of Gypsies, band che accompagna Dickinson per tutte le canzoni del disco. Ma andiamo subito a scoprire meglio questo cd nei suoi contenuti. Uscito nel maggio 1994 per la EMI Records, il disco presenta 10 gemme sonore molto interessanti e suggestive. Si parte con l'opener Cyclops, una canzone molto rocciosa dove vengono messe in evidenza le qualità di Roy Z che spazia in lungo e in largo con una chitarra dalla sapidità vagamente space rock e con Mr. Dickinson che si lancia in una cavalcata vocale davvero ipnotica. Si prosegue con Hell No, 2^traccia, che iniziando con un'atmosfera cinerea e plumbea, alterna dei passaggi ritmici pomposi e tribali con momenti sinfonici che incedono verso il finale in una corsa corale enfatica e solenne. Gods Of War, 3^traccia, mostra i lati più epici del disco con un ispirato Dickinson che, sorretto dai riff di matrice heavy di Roy Z, si cimenta in un cantato magniloquente a tal punto che pare come se fosse una specie di predicatore del metal in missione. La 4^traccia, 1000 Points Of Light, è una buona canzone dai contorni thrash, cadenzata dai continui e repentini cambi di ritmi e tonalità con echi che ricordano le classiche sonorità heavy, con Dickinson che fa vedere quali sono le sue eccelse peculiarità vocali. Laughing In The Hiding Bush, 5^traccia, è a mio parere uno dei 2 capolavori inseriti nel disco. L'avvio del brano si apre con dei riff massicci di chitarra in puro stile hard n'heavy, con continui cambi di pattern tra arpeggi e schitarrate molto dure, che vengono meravigliosamente sorretti dal canto di Bruce, che in questo episodio passa a modulare a ad armonizzare le tonalità con una voce graffiante e possente come non mai. Degno di nota in questo pezzo è anche l'assolo centrale di Roy Z che stupisce per inventiva, spettacolarità e gusto della melodia.
Passiamo così alla 6^traccia, Change Of Heart, una ballad molto catchy dal sapore vagamente spagnoleggiante, segnata dal cantato da brividi di Mr. Dickinson che con un'estensione vocale incredibile aleggia in un'atmosfera dal mood quasi esotico. Shoot All The Clowns, 7^traccia, è un brano sperimentale molto allettante e orecchiabile che spazia dal funk-metal all'alternative rock con delle parti solistiche che ricordano molto da vicino 2 band in particolare: i Bon Jovi e gli Smashing Pumpkins. Fire, 8^traccia, è una canzone dai tratti molto heavy rock che riporta alla mente certe canzoni dei Thin Lizzy, più che altro per la similitudine nel sound. Anche qui Dickinson sfoggia una voce davvero invidiabile per una prova corale molto convincente. Si arriva così alla nona e penultima traccia, Sacred Cowboys, brano che mette in scena un inedito Bruce Dickinson che usa per quasi tutta la durata del pezzo un inaspettato cantato in stile rappeggiante (in certi versi pare proprio di sentire Chuck D dei Public Enemy! :D) in uno sfondo dai connotati funk/power metal con un refrain molto compatto e solido. Il finale del disco è affidato al secondo capolavoro del disco: Tears Of The Dragon. Questo brano inizia con degli arpeggi molto intimisti suonati da un Roy Z davvero ispirato con Bruce Dickinson che piano piano sale in cattedra iniziando con delle note basse per poi passare a una voce molto acuta con un cantato davvero appassionato e coinvolgente. A condire il resto del brano ci pensa la verve del gruppo che in alcuni passaggi vira addirittura in territori vicini al reggae. Miglior epilogo non ci poteva essere per la chiusura di un disco. Sicuramente questa song è destinata a essere ricordata negli annali come una delle migliori song scritte negli anni 90 per quanto riguarda l'heavy metal, oltre che rimanere una perla di rara bellezza nella carriera del nostro beniamino. Come ultima considerazione possiamo affermare che questa prova discografica risulta agli occhi di molti come uno dei migliori dischi di BRUCE DICKINSON nella sua carriera solista. Roy Z e la sua band appaiono abbondantemente all'altezza del compito assegnato con un lavoro di gruppo soddisfacente e molto ben coordinato sotto tutti i punti di vista. Questo album proietterà Dickinson in cima alle classifiche di mezzo mondo con picchi al top delle charts in paesi quali il Brasile e l'Inghilterra. Per tutti i fan di BRUCE DICKINSON e del metal in generale questo BALLS TO PICASSO non dovrebbe assolutamente mancare nella propria collezione di dischi. E chi ancora ne è sprovvisto provveda alla svelta a comprarlo. Non se ne pentirà minimamente.
1) Cyclops
2) Hell No
3) Gods Of War
4) 1000 Points Of Light
5) Laughing In The Hiding Bush
6) Change Of Heart
7) Shoot All The Clowns
8) Fire
9) Sacred Cowboys
10) Tears Of The Dragon