BILLY IDOL
Whiplash Smile
1986 - Chrysalis Records
PAOLO VALHALLA RIBALDINI
20/08/2012
Recensione
Al 1986, anno di pubblicazione di Whiplash Smile, il biondo cantante Billy Idol è all'apice del successo, reduce da i grandi apprezzamenti ricevuti dall'album di debutto, Billy Idol, e dal suo immediato successore, Rebel Yell. Il look efebico e platinato (replicato anni ed anni dopo dal personaggio di Spike, alias William il Sanguinario, nella serie televisiva "Buffy - The Vampire Slayer") comincia a diventare una specie di marchio di fabbrica e diventerà l'invidiato marchio di fabbrica di un grande artista. Whiplash Smile è l'album che segna una momentanea separazione dal chitarrista "storico" della band di Billy Idol, Steve Stevens, che tornerà quindici anni dopo. Stevens collaborerà insieme a Harold Faltermeyer (anche lui in Whiplash Smile) il tema portante della colonna sonora di "Top Gun", film brillantemente interpretato da Tom Cruise e diretto dal recentemente compianto Tony Scott. Vincerà un Grammy Award.
L'album di Idol vede la partecipazione di una schiera numerosa di validi artisti: alle chitarre lo stesso Steve Stevens è affiancato proprio da Billy Idol, memore del proprio passato di chitarrista; al basso si alternano Marcus Miller e John Regan; il parco tastiere è il più folto, con Phillip Ashley, Harold Faltermeyer, David Frank e Richard Tee; Thommy Price alla batteria e percussioni; infine, il trio di coriste Janet Wright, Jocelyn Brown e Connie Harvey.
Il disco si apre con "Worlds Forgotten Boy", che già dalle prime battute ci lancia vorticosamente negli Anni Ottanta, una decade basata su suoni luminosi e levigati che la produzione ariosa del rock ha trasformato nella colonna sonora di un'epoca e di una generazione, quella degli yuppie americani (anche se, attenzione, Billy è britannico!), dedita al successo e al divertimento permesso dall'ascesa economica. Su un riff di chitarra ribattuto e colmo di suoni quasi siderali si inserisce la voce graffiante e sensuale di Billy Idol, che sintetizza in un testo all'insegna della sfida tutta l'energia pronta a fuoriuscire dalla sua musica, che inevitabilmente diventa inno di un ideale e della voglia di vivere alla grande tipica di quel periodo. Il tenebroso solo chitarristico parte dopo il secondo chorus ed è supportato con forza da un drumming molto riverberato e coinvolgente. Secondo brano è una grande hit della carriera del cantante: "To Be A Lover". Già dalla breve intro si possono ammirare gli enormi sforzi di produzioni fatti per conciliare il lavoro delle tastiere, che creano un'atmosfera piena e musicalmente molto pervasiva. I cori femminili, il pianoforte, la progressione del basso creano un mood quasi rockabilly che, insieme all'innegabile sapore disco ed elettronico, creano un effetto futuristico. D'altra parte, ricordiamoci che siamo nel periodo di molti film di fantascienza che hanno creato l'immaginario collettivo di questo genere cinematografico. Chi non ha mai visto, per esempio, "Ritorno al Futuro"?! Il testo non è particolarmente originale, visto che racconta dell'ennesimo amore che coinvolge totalmente e che trasforma un accanito farfallone in un devoto adoratore della sua dama. Il modo in cui Idol lo canta, tuttavia, è stellare: il suo timbro distorto e baritonale gli conferisce una credibilità artistica davvero efficace e rock.
"Soul Standing By" è un pezzo già più orientato verso la disco vera e propria, con Billy che sfrutta tutte le proprie armi passando spesso e volentieri dal parlato al falsetto e poi alla profonda voce di petto. Il tutto in un contesto piuttosto... ehm, passionale, che racconta indirettamente (ma neanche troppo) l'incontro tra due amanti. Nel brano traspare l'ottima produzione che bilancia sapientemente i livelli dei vari strumenti, rendendoli tutti chiaramente percepibili ma mantenendo protagonista di volta in volta quello che maggiormente caratterizza la situazione musicale. "Sweet Sixteen" è un'altra smash hit del Nostro, trasformata anche in un video sceneggiato da lui stesso. Il video è ambientato nel Coral Castle a Nord di Homestead (Florida, USA). Il Castle è una scultura megalitica formata principalmente da sedimenti corallini creata dall'artista Lettone Edward Leedskalnin nell'arco di 28 lunghi anni durante i quali nessuno se non lui stesso ha visto l'opera in progresso (in realtà il Castle aveva prima una sede differente, e ci sono voluti tre anni per muoverlo in quella attuale di Homestead). La canzone si basa, presumibilmente, sulla storia vera di Leedskalnin, che fu lasciato il giorno prima delle nozze dalla fidanzata Agnes Scuffs e si trasferì immediatamente negli Stati Uniti dove, arrivato con una tubercolosi in stato terminale, guarì miracolosamente. Le soffici ondulazioni del ritmo calmo della canzone sembrano portarci a passeggio tra le sculture del Coral Castle, che in realtà Leedskalnin dichiarò poi essere ispirato sì dalla propria vicenda amorosa personale, ma anche da una più generale riflessione sulle delusioni che, inevitabimente, ci tocca fronteggiare ciclicamente durante la nostra esistenza. Le vittorie, le sconfitte, i cambiamenti, la confusione in cui siamo gettati. A dire il vero, il video di Billy sembra meno "esistenziale" e un po' più rancoroso, ma portiamo pazienza e accettiamo la diversità di approcci... "Man For All Season" convoglia ancora una volta un'attitudine discotecara ed incontenibile con l'energia di una rock band potente (gli stacchi di chitarra lo dimostrano), mentre le liriche propongono un amante "per ogni stagione", ovvero sempre pronto a fare il proprio dovere! Anche in questo brano Billy Idol si dimostra istrione di prima categoria, con una varietà ed espressività vocale difficilmente pareggiabile. "Don't Need A Gun" sembra uscita da una soundtrack di Giorgio Moroder (compositore italiano che, per intenderci, ha musicato "La Storia Infinita" tratta dall'omonimo romanzo di Michael Ende e "Scarface" di De Palma con l'impareggiabile Al Pacino nel ruolo di Tony Montana, tra discoteche della Florida e scrivanie piene di cocaina), e di conseguenza appare esprimere esattamente quel che si dice nel titolo. Un tempo portato sul charleston conferisce il moto perpetuo al ritmo del brano, mentre a metterci il "pepe" contribuiscono di nuovo la voce aggressiva, sicura, oscillante tra il ruvido e il vellutato di Idol ed il solo ottimamente suonato di Stevens. Non solo, ma oltre alla bravura sugli "strumenti" il gruppo aggiunge anche la vera forza dei bravi musicisti, ovvero il senso della misura. Unica piccola pecca, l'aggiunta di una sezione d'archi elettronica alle tastiere che francamente forse rovina un po' l'atmosfera misteriosa e notturna del brano. "Beyond Belief" è meno assatanata, ma è comunque un gatto che, sebbene ben pasciuto e sornione, non ha affatto le unghie spuntate. L'atmosfera trionfale si mescola continuamente con un sound più noir e adatto al retro di uno strip club californiano. Il testo è una melodiosa rassicurazione verso l'amante in preda all'insicurezza, e Idol sfodera una voce diversa dalle canzoni precedenti, più intima e a tratti sofferente, sfruttando una varietà di colori ancora più ampia di quanto già sentito. "Fatal Charm" invece ritorna su coordinate più movimentate e ritmate, col basso protagonista del riff d'apertura. Idol è irriverente, esuberante, e soprattutto traspare tutto il suo divertimento sensuale dietro al microfono, che diventa non più il veicolo per la registrazione di un suono ma il tramite, anche sessuale, tra un idolo (appunto...) e i suoi adoratori. Oltre all'Idol "buon cantante" non si può non tener conto anche di quest'altro, grande comunicatore e trascinatore carismatico, capace di dosare le forze per arrivare al cuore dell'ascoltatore (quello che ogni buon musicista popular dovrebbe imparare). "All Summer Single" è piuttosto ammiccante e "piaciona", focalizzandosi sulla lontananza dall'oggetto del desiderio e su sonorità piuttosto soft e melense, ereditate dalla prima metà del decennio.
"One Night, One Chance" chiude Whiplash Smile, ed è la meno immediata della tracklist. Sembra un'onomatopea del risveglio, un gatto che dopo essersi stirato per bene comincia a muoversi cautamente nei dintorni cercando una preda da catturare. Ed in fondo lo stesso Billy Idol dà questa impressione. Un animale da disco dagli artigli affilati e pronti a scattare, graffiante ma anche dal pelo estremamente soffice, capace di fare le fusa ma anche di arricciare la coda e sorprendere chi lo ascolta. Una grande star che, in questo album, richiama molto più i lustrini e la bella vita nordamericana piuttosto che le fredde brughiere inglesi. Eppure, a contrasto con l'immagine eccessiva e ribelle, rimane sempre un aplomb tipicamente inglese che sa sedurre con garbo, gentilezza e ironia. Come Sean Connery nei vecchi film di James Bond.
1) Worlds Forgotten Boy
2) To Be A Lover
3) Soul Standing By
4) Sweet Sixteen
5) Man For All Season
6) Don't Need A Gun
7) Beyond Belief
8) Fatal Charm
9) All Summer Single
10) One Night, One Chance