BIGLIETTO PER L'INFERNO

Biglietto per l'Inferno

1974 - Trident Records

A CURA DI
FRANCESCO PASSANISI
13/02/2012
TEMPO DI LETTURA:
10

Recensione

Parlare dell'omonimo esordio dei Biglietto per l'Inferno per me significa parlare di una vera pietra miliare della musica. Se i Black Sabbath avevano già dimostrato come il rock potesse integrare atmosfere oscure e maligne, "Biglietto per l'Inferno" ne sviluppa ancora di più le atmosfere aggiungendo ritmiche pesantissime e sintetizzatori che invitano l'ascoltatore ad un viaggio nei lati più oscuri del suo animo.

Iniziamo questo viaggio con "Ansia", un semistrumentale che si sviluppa attraverso una rincorsa di basso, pianoforte, sintetizzatori e chitarre che si inseguono fino ad un crescendo che porta direttamente a "Confessione", vero capolavoro del gruppo e di tutta la scena prog mondiale. Chitarra, tastiere e l'evocativa voce di Claudio Canali costruiscono un pezzo che fonde perfettamente l'evocatività del progressive sinfonico alla pesantezza di quei primi vagiti di Hard Rock che si stavano facendo strada nella scena musicale, mentre il testo rappresenta un assoluta novità del prog. "Confessione" è infatti una grande critica sociale rivolta alla religione e al clero, una novità assoluta per il progressive rock che fino ad allora aveva volutamente evitato temi sociali per dare un maggior spazio alla dimensione artistica della musica. "Una Strana Regina" mostra anche il grandissimo lavoro di ricerca di nuovi suoni e nuove idee svolte dal gruppo. La chitarra di Marco Mainetti presenta una distorsione al limite della saturazione e il basso di Fausto Branchini crea un groove dai suoni molto sperimentali e ricercati, il tutto coadiuvato da una produzione assolutamente all'avanguardia che regala ad ogni strumento il giusto spazio e ne sottolinea perfettamente la sperimentazione dietro ogni singola nota di ogni singolo strumento. "Il Nevare" mette ancora una volta in risalto gli splendidi ed introspettivi testi di Claudio Canali perfettamente sottolineati dall'evocatività del songwriting di questi geni italiani. Se già parlavamo di genialità, i 13 minuti di "L'amico Suicida" non faranno altro che confermare l'importanza che questo gruppo ha avuto nella scena musicale mondiale e quanti gruppi odierni hanno tratto spunto dal sound creato dal gruppo di Lecco. Questa lunga suite densa di cambi di direzione e tempo non annoia mai l'ascoltatore e lo incolla alle casse del suo stereo rapendolo con l'evocatività e la genialità di un songwriting senza tempo.

A chiudere questo fantastico capolavoro troviamo una reprise strumentale di "Confessione" che ne sottolinea ancora di più la genialità di alcuni passaggi di questa canzone senza tempo.


1) Ansia
2) Confessione
3) Una strana Regina
4) Il Nevare
5) L'amico suicida
6) Confessione
(Strumentale)