BEYOND
Fatal Power Of Death
2013 - Iron Bonehead Productions
FABIO MALAVOLTI
03/02/2014
Recensione
Il concetto di "oltre" può essere interpretato in maniere totalmente diverse, e l'ambito musicale non sfugge certo a questa regola. Secondo i Beyond, aldilà di tutto c'é una ben precisa attitudine, una vera e propria devozione verso la più pura ed intransigente violenza, il male nella sua forma più scarna ed essenziale. Siamo nel 2013, e l' "oltre" si traduce spesso (talvolta con scarsi risultati) nel seguire la moda del momento, si prova ad ottenere un suono talmente pulito da rasentare la perfezione, e si tentano esperimenti compositivi facendo confluire in un unico flusso tante cose che all'apparenza non c'entrano niente l'una con l'altra. I ragazzi teutonici se ne fregano alla stragrande di tutto ciò: il loro scopo é quello di plasmare un death metal ispirato ai mostri sacri che lo resero grande nei suoi primi anni di vita, nel modo più rozzo e primitivo possibile, in sostanza con un approccio lontano anni luce da ogni possibile contaminazione avvenuta negli ultimi anni. "Fatal Power Of Death" é un disco senza mezze misure: o lo si ama per la sua semplice e scarna brutalità o lo si odia perché con le attuali tecnologie nel campo della masterizzazione e del mixaggio si ha la sensazione che i Beyond l'abbiano fatta grossa optando per una scelta così in controtendenza. Un caos che si manifesta a partire dalla cupa copertina realizzata dal chitarrista dei Bunkur Manuel Tinnemans e che si traduce oltre che in architetture musicali caotiche, strutturate in maniera assolutamente particolare, anche nel massiccio riverbero della linea vocale di Roland M. (queste le generalità di cui si é a conoscenza), che risulta così farcita da un'eco profonda e malsana. Personalmente sono stato colpito in modo positivo sin dai primi ascolti, poiché in fondo é un disco ricco di spunti interessanti e tutt'altro che privo di idee nonostante la proposta sia l'esatto contrario di originalità. Anzi, l'originalità dei Beyond proviene paradossalmente dal proporre un disco che é un atto di devozione verso l'old school in un ambiente dove sperimentare nuove soluzioni é una prerogativa a cui ben pochi riescono a sfuggire. L'opening track "Expressions Of Invincibility" si apre con una intro di tastiera di Daniel "Avenger" Cichos (che é anche il produttore del disco), polistrumentista tedesco coinvolto in un'infinità di progetti nella cerchia del metal estremo made in Deutschland e non solo. Questa intro, che si protrae per i primi tre minuti della traccia, genera un'atmosfera da film dell'orrore che ci fa sprofondare nell'abissale dimensione in cui i Beyond vogliono trasportarci con questo Fatal Power Of Death. I battiti del cuore si fanno sempre più frequenti, mentre suoni raggelanti si innestano nella trama tellurica della batteria di Matthias B. Di qui la partenza é fulminea e bruciante, verso una caterva di velocissimi riff cataclismici. La sezione ritmica, subito nella sua identità più schizofrenica e forsennata, mostra alcuni tratti somatici in comune con i blacksters Marduk, band che in quanto a ritmi imbestialiti non ha nulla da invidiare a nessuno. Un lieve rallentamento ritmico ci conduce in un assolo di chitarra piuttosto semplice ma azzeccatissimo, che ci traghetta nel finale catastrofico di questa prima e tremenda mazzata del disco, con la quale i Beyond dichiarano con prepotenza la loro superiorità, la loro onnipotenza. La cataclismica "Merciless At Heart", una delirante e macabra dichiarazione del piacere nel compiere atti di puro sadismo, si confa di soluzioni tipiche del più rude e feroce thrash metal immerso in un fiume di pece che avvolge tutto in un'aria oscura ed asfissiante. Se pensate che le iraconde strofe del brano siano la sfumatura più rabbiosa che i Beyond sono in grado di forgiare vi sbagliate di grosso, perché il brevissimo ed incandescente refrain é il più puro concentrato di cattiveria fatta a musica, un passaggio che si marchia a fuoco nella testa dalla prima volta per quanto é diretto e malvagio. Le linee di chitarra si incastonano sul tappeto ritmico in maniera fluida, senza passaggi a vuoto, nonostante l'up tempo sia una prerogativa fondamentale per la band di Magonza. Si prosegue con "Whirlwinds Of Chaotic Carnage", che inizia con alcuni riff annichilenti scanditi da una bella trama ritmica di batteria, prima di esplodere nel puro caos sonoro in pieno stile Beyond, dove su di noi si abbatte una pioggia di blast beat terrificante. Verso la metà si torna su andature "ragionevoli" leggermente più controllate, nelle quali le corrosive chitarre si sovrappongono ad un bel loop di basso sostenuto ottimamente dalla batteria. Il riffaggio si fa scarno, scheletrico, prima che le asce si scatenino nella ferocia più malsana ed incontrollata sviluppando un breve assolo, lancinante e schizofrenico. Questo presagio sui cataclismi che stanno per annientare il pianeta lascia il posto a "Fatal Power Of Death", brano scavezzacollo nel quale riff arroventati si innestano in una ispiratissima trama di chitarra impetuosa e nel quale la sezione ritmica sprigiona tutta la sua carica devastante senza alcuna pietà. Per larghi tratti della titletrack i Beyond si incarnano in furiosi macellai scatenando tutta la propria primigenia violenza in maniera totalmente sgraziata come piace a noi, e soltanto a tre quarti del brano si concede una pausa (se così si può definire) mettendo in mostra il loro lato più "melodico" e razionale tramite un assolo dal tono desolante, deprimente. Impressionante anche la performance di Roland al microfono, in cui il già citato riverbero conferisce un aspetto oltretombale al suo stile composto da vocalizzi in un growl strozzato all'inverosimile, già personalissimo di per sé.Dal punto di vista lirico si prosegue sull'ossessivo nichilismo del brano precedente, proclamando che la morte avrà il sopravvento su qualsiasi forza proverà ad opporvisi. Se fino a questo momento i Beyond hanno dato dimostrazione di avere un minimo di sanità mentale, la delirante (anche liricamente, dato che i Beyond parlano di orribili sensazioni annidate nella loro malata psiche) "Schizopsychotic Eruption" cancella questa impressione con i suoi riff malatissimi e cacofonici, imbastiti su fraseggi vorticosi e degni del più puro mayhem sonoro. Mai titolo fu più azzeccato di questo. L'eruzione sonora dei tedeschi é frutto di una rabbia totalmente fuori controllo ed oltre la cognizione umana. Una rabbia che é possibile percepire in particolar modo nella performance funesta di Matthias dietro le pelli, che alterna blast beat indemoniati a passaggi in cui si preoccupa di martoriarci gli apparati uditivi variando l'utilizzo del drum kit. La chitarra resta ben leggibile nonostante la caotica (attenzione, non per questo randomatica) accozzaglia di suoni che ci passa dinanzi agli occhi per tutta la durata del brano. Verso la fine assistiamo ad un fraseggio che divaga in un thrash metal primordiale (con il caratteristico g-g-g-g-g-g in evidenza) che ci riporta alla mente i Morbid Angel, da considerarsi fra i padri fondatori del primitivo caos sonoro alla fine degli anni '80. "Definite Decease (In The Chamber Of Deathsalvation)" é una magniloquente suite di quasi otto minuti che si presenta con una partenza in sordina caratterizzato da un assolo di chitarra evocativo eretto su un riff marziale che si protrae per i primi minuti. In seguito i bpm si alzano in corrispondenza di un incalzante fraseggio di chitarra, il quale ci traghetta verso la parte centrale del brano, che si contraddistingue per l'inaudita ferocia della sezione ritmica, fatta di devastanti scariche di blast beat ed un riff detonante e schozoide. All'improvviso giunge un break che ci permette di visualizzare il lato melodico dei Beyond, il quale si manifesta in un malsano e prolisso assolo di chitarra che ci tiene compagnia sino agli istanti finali del brano, un vero e proprio face-to-face con la mietitrice. Il fade out ci traghetta in "Appearance From Beyond", altro brano pregno di purulenza che si apre con una chitarra desolante e malinconica. A seguire la solita formula dei Beyond, con una sequenza di fulmicotonici riff al vetriolo sostenuti da una pioggia di blast beat, i quali inficiano un ritmo insostenibile ed oltre ogni limite cognitivo. Verso la metà il pezzo muta completamente, l'atmosfera si fa mortifera e raggelante, le chitarre improvvisamente scarne e secche, il ritmo lento e moribondo. Il tutto mentre Roland si cimenta in urla agghiaccianti e strazianti (cantando di occulte entità celate nei meandri della Terra pronte a scatenare la loro ira, avvicinandosi molto a tematiche di stampo lovecraftiano) che per certi versi ricordano quelle di Nattramn in "Death, Pierce Me", prima che si giunga alla conclusione con un loop che più ammorbante e malato non si può. "Consuming Black Void", closing track di Fatal Power Of Death, si apre con un miasma di suoni orrorifici e cacofonici i quali ci spalancano le porte della dimensione vuota ed oscura dei Beyond, dove dinanzi ai nostri occhi si ergono riff di chitarra grossi grossi come palazzi forgiati in maniera sapiente ed incastonati in modo tale da avere un effetto asfissiante, cosa che riesce benissimo ai Beyond, una fucina di suoni marci e secchi sempre pronti a colpirci inesorabilmente fino allo sfinimento. Il testo si concentra sul totale annientamento dell'umanità per mano di una forza sconosciuta. I dodici minuti di questo brano passano tutto sommato abbastanza in fretta, fra fraseggi di chitarra desolanti e passaggi cataclismici dove i blast della batteria ci mettono al tappeto. A metà del brano si innalza sopra le nostre teste un assolo schizoide e malsano che non fa altro che rincarare la dose di marciume iniettataci nelle orecchie. Quest'ultimo ci conduce nei minuti finali, naturalmente all'insegna della morfologia morbosa del death by Beyond, i quali possiamo piazzare senza timore nella top 5 del 2013.
1) Expressions Of Invincibility
2) Merciless At Heart
3) Whirlwinds Of Chaotic Carnage
4) Fatal Power Of Death
5) Schizopsychotic Eruption
6) Definite Decease
(In The Chamber Of Deathsalvation)
7) Appearance From Beyond
8) Consuming Black Void