BATTERY
Armed With Rage
2014 - Punishment 18 Records
NIMA TAYEBIAN
22/02/2014
Recensione
E chi l'avrebbe mai detto che la scandinavia nell'ambito del thrash potesse ancora regalarci qualcosa di così valido e accattivante: certo abbiamo avuto Artillery e Midas Touch, ci siamo deliziati con Airdash, Stone e Invocator. Ma una mazzata sulle gengive così mi mancava da un pezzo. I Battery, danesi, sono una proposta decisamente affascinante degna veramente di ascolto, violenta ma allo stesso tempo memorizzabile (dimostrando in tal modo di non essere solo dei "picchiatori"). Quando mi sono stati proposti ho pensato tra me e me "beh, il solito gruppo nell'ampio revival thrash di questi ultimi anni". Ho dovuto ricredermi. L'utilizzo della parola "solito" appena fatto richiama il concetto di noia, di pane raffermo, di acqua stantia. Cosa non riscontrabile (almeno secondo il mio modesto punto di vista) nella loro proposta. Ho dovuto fare una piccola ricerca per avere qualche dettaglio in merito : dalle info a nostra disposizione evinciamo che il gruppo in questione ha i suoi primi vagiti nel febbraio del 2008, e comprende nell'organico Chris, Andreas e il chitarrista ritmico Dennis, tutti e tre provenienti da una band chiamata Abattoir. Una prima demo viene registrata sempre nel 2008 e stampata in 15 copie su cassetta distribuite poi tra gli amici. Si registra quasi subito una defezione, quella di Dennis, che provoca uno stop forzato alla band sino all'estate del 2009, quando subentra Jannick come primo ed attuale bassista. E' proprio nel 2009 che viene registrata la demo "Born In A Beaker" stampata dal gruppo con una tiratura di 100 copie su cassetta fatte girare nel circuito dell'underground danese. Da qui i primi concerti: nell'aprile 2010 con i Pagan Rites e i Crematoria e nel luglio dello stesso anno al Metal Magic Festival. Al secondo concerto saranno accompagnati da Aziluth, che sarà successivamente rimpiazzato da Jeppe Campradt, destinato poi a divenire membro fisso nell'organico (dall'estate del 2011).Nel febbraio 2011 abbiamo la prima uscita per la Deadbangers Production, ossia la terza demo intitolata Nuke (l'ultima uscita come trio), destinata a circolare oltre i confini della Danimarca. A seguire abbiamo il primo Ep, "Mental Pollution", distribuito nuovamente in cassetta ancora una volta sotto l'egida della Deadbangers. E' del 2014 l'uscita del primo Full, quell'Armed With Rage di cui mi appresto a parlare, disco distribuito sotto l'egida della italianissima Punishment 18 Records, agguerrita label attiva dal 2005, specializzata in heavy, death e naturalmente thrash. L' album in questione, addobbato da una copertina che più ottantiana non si può (e un logo che può ricordare quello dei Nuclear Assault, e, in tempi più recenti dei Bonded By Blood), è un album decisamente feroce, cattivo, in your face. Vengono citate, tra le influenze della band gruppi quali gli Onlsaught, i Nifelehim, gli Slayer, gli Immolation. Aggiungerei, dopo aver ascoltato il disco in questione più e più volte, un pizzico di thrash teutonico, non difficile da individuare in quel "Raw And Furious Thrash Metal" (per usare le parole del gruppo riguardo alla propria proposta). Tutto il disco è portato avanti attraverso riff killer ad una velocità spasmodica, mozzafiato, e sono davvero pochi in questo contesto i momenti per tirare un sospiro. La lezione di maestri come gli Slayer sembra essere stata ben assimilata e riconvertita in un thrash al passo con i tempi ma con più di un occhio rivolto al passato del genere. A livello lirico ci muoviamo in territori di stretta attualità alternate a visioni apocalittiche. Ricorrono tematiche quali il controllo delle masse (Sense Eclipsed, Indirect Oppression, Pyramids Of Decept) la guerra, la rivolta (Narcotic Mirage, Genocidal Gatlin Gunners) e visioni da autentica apocalisse postnucleare (Vermin Of Fukushima). Ma per farci meglio un idea della consistenza della loro proposta l'unico modo è passare allo scanner le varie track che compongono questo rovente artefatto metallico...A dare fuoco alle polveri ci pensa l'iniziale Narcotic Mirage (Miraggio Narcotico), che parte con un preambolo fast and furious, fulminante in un attacco strumentale assassino, destinato a non fare prigionieri. L'iniziale parte ipercinetica è presto squarciata da urla belluine (dell'ottimo Chris Steel) che si inseriscono nel pattern come rasoiate, urla che successivamente si alternano a gang vocals quando il folgorante inizio sembra stemperarsi in una parte comunque tesissima ma più ragionata. Verso il minuto e cinquanta finisce l'introduzione, il preambolo, e siamo catapultati nel pezzo vero e proprio. Qui si viaggia letteralmente a tremila, la velocità spadroneggia sovrana. Chitarra e batteria non si prendono pause architettando una struttura tesa come una corda di violino dall'inizio alla fine."la religione è l'oppio dei popoli", così si potrebbe riassumere il senso lirico di questa traccia, in cui i Battery invitano l'ascoltatore a non lasciarsi accecare dai miraggi della fede, ma a lottare per la propria indipendenza intellettuale. Non sposta di molto le coordinate la seguente Armed With Rage (Armato di rabbia), veloce e trascinante, una bordata metallica furiosa come una carrozza blindata fuori controllo sparata a cento all'ora. Il pezzo, introdotto da ritmiche assassine impostate su un disciplinato quanto battagliero gioco di chitarra e batteria, si muove frenetico per tutta la sua durata, non concedendo all'ascoltatore nemmeno mezzo secondo per rifiatare. Una killer song a tutti gli effetti, come ne ritroveremo a iosa nel disco. Quello che colpisce, infatti del platter in questione è la capacità di sfornare pezzi d'assalto uno dopo l'altro totalmente monolitici con ben pochi stacchi "atmosferici" e comunque riuscire a mantenere salda l'attenzione dell'ascoltatore (La mia, almeno, è stata mantenuta salda, calamitata dal magnetismo di queste impietose mitragliate).Socialmente molto attuale il tema di questa canzone che con foga vuole esprimere lo stato di rabbia nei confronti dei politici e del sistema in generale, incitando alla rivolta nelle strade..."i tiranni verranno schiacciati dall'orda dell'odio". La terza Indirect Oppression (Oppressione Indiretta) prosegue sulla falsariga delle prime due, quindi cattiva, veloce, strutturata su riff assassini e su una batteria-schiacciasassi capace di asfaltare tutto al suo passaggio. Stavolta, prima del minuto si ha però un leggero rallentamento delle ritmiche in uno svolazzo strumentale capace di far respirare un pò l'ascoltatore. Ma è il miraggio di un oasi, che, svanendo, ci ri-immerge in un ciclone sonoro più distruttivo dell'uragano Katrina.Questa traccia descrive un metodo di oppressione più subdola, non fisica bensì mentale, non quella degli schiavi, ma quella della vita di tutti i giorni che il sistema delinea per noi (come possiamo evincere dalle lyrics "le catene sono la sola cosa che perderai, contribuisci all'oppressione indiretta, non sentirai le tue catene fino a quando ti muoverai, contribuisci all'oppressione indiretta"). Con la quarta track Halo Of Hypocrisy (Aureola Dell'Ipocrisia)si pone sulla medesima linea delle track precedenti. Voce rabbiosa alternata ad urla isteriche e ritmi indiavolati giostrati su una potente ed irrefrenabile batteria panzer egregiamente scortata da un guitar working mozzafiato. Il testo stavolta si scaglia contro la chiesa e il cattolicesimo colpevoli di corruzione, e la cui subdola missione è soggiogare i più deboli incutendo paura, arrivando ad uccidere, a sterminare per propri tornaconti personali.La quinta track Hostile By Content prosegue con nonchalanche sui binari della distruzione varati dalle precedenti tracks. Il gruppo sembra affiatatissimo e implacabile, quasi incapace di frenare la propria corsa al limite del parossistico. Steel urla come sempre tutta la sua rabbia attraverso le sue fauci capaci di modellarsi da toni severi e belligeranti a grida psicotiche e disperate. A livello tematico, stavolta, bersaglio delle invettive della band, sono le lobby dell'alta finanza e la politica. La song evidenzia come il popolo sia tenuto all'oscuro delle politiche finanziarie e di come la politica non sia altro che uno strumento del quale i banchieri ed altri fulcri del potere si servono per gettarci fumo negli occhi così da farci pensare che il collasso dell'economia sia dovuto ai "politici cattivi" e non a chi, invece, tiene in mano le redini dell'Economia Mondiale. Con Vermin Of Fukushima (La Bestia Infestata Di Fukushima) abbiamo finalmente tregua, se non altro nella parte iniziale, che inizia decisamente evocativa e si mantiene tale per il primo minuto, prima di spararci a mille in ritmiche mozzafiato. Al termine del preambolo le nostre orecchie possono godere di una stupenda mitragliata batteristica (supportata ancora una volta da un ottimo guitar working) in una parte che riecheggia vagamente certo death metal floridiano. Personalmente trovo il pezzo forse tra i migliori del lotto, complice un ritornello sicuramente cattivo ma maggiormente memorizzabile. Ancora fanta-attualità in questo brano che ipotizza la genesi di un animale infestato dalle nocive radiazioni nucleari della centrale di Fukushima, una bestia che, malgrado il governo cerchi di negarne l'esistenza, ha già cominciato a seminare il panico tra la popolazione. Dopo le visioni da incubo postatomico proposte dalla precedente track Pyramids Of Decept (Piramidi Dell'Inganno) sposta il tiro sul controllo delle masse, argomento che sembra ricorrere spesso nel disco:"il sapere nascosto alle masse...controllato da un grado segreto...oggetti mai visti prima portano all'oppressione dalla cima delle piramidi dell'inganno"...appare una certa predilezione dei nostri per questi temi tra il sociale e l'immaginario fantascientifico. Si parla di un grande segreto a cui le masse non hanno accesso, e da cui queste sono inconsapevolmente controllate... un qualcosa di non meglio definito che porta l'immaginazione a lunghi viaggi (Alieni? Uomini superiori? Esseri padroni di una teconologia a noi ignota?). Inutile puntualizzare che il tutto è narrato come al solito ad una velocità spasmodica, tra riff assassini e il solito implacabile lavoro di batteria. Il concetto di tregua mentale anche qui è un vano miraggio. Ormai è ben chiaro, giunti alla settima traccia, che se si vuole cercare un barlume di quiete è meglio farlo altrove.Da una traccia in cui il "controllo delle popolazioni" era abbastanza esplicito si arriva a Sense Eclipsed (Senso Eclissato) una song in cui l'argomento sembra essere il medesimo, ma toccato in maniera più metaforica: "burattinati delle linee reali, eccesso e controllo li rendono divini, controllano lo spazio in cui penserai che il dominio globale è istinto umano". L'argomento è sicuramente meno definito lasciando oltremodo spazio all'immaginazione. Il pezzo è la solita mitragliata in pieno petto, capace di offrirci interessanti quanto folgoranti squarci strumentali (come il solo a circa due minuti e venti). Per quanto possa sembrare strano i nostri, con la successiva Zombestial Incantation (incantesimo "Zombestiale") sembrano volerci offrire un pezzo ancora più esagitato,frenetico, rabbioso. Un pezzo dalle venature hardcore punk (comunque già parte del dna del disco) opportunamente thrashizzate nel quale si impongono velocità assurde già a partire dalle prime frazioni di secondo. E in quanto alle liriche? Come da migliore tradizione thrash 'n' splatter, ecco un' invasione di zombi assassini assetati di sangue che "vestono il velo di morte, si aggirano nella notte guidando l'invasione di morte, l'incantesimo zombestiale". Si arriva spossati al termine della mattanza con Genocidal Gatlin Gunners (Artiglieri del Genocidio di Gatlin), finale esplosivo capace di coronare degnamente un disco dotato di ben poche crepe. L'inizio è giostrato su un riff veloce ed ipnotico (che ritroveremo a più riprese nel pezzo, imponendosi come suo "trademark"), ma il cambio di tempo arriva quasi immediato, preambolo all'urlo malato di Steel che permette al pezzo un impennata nei tempi necessaria per la corsa verso il massacro, che trova perfetta definizione nelle lyrics: dopo il bagno di sangue offerto dagli zombi del pezzo precedente stavolta possiamo "deliziarci" con un assortimento di sangue e frattaglie sparpagliate sotto il fuoco di fila degli artiglieri del genocidio "ci vuole una legione mortale, per annichilire una regione", "una missione che può essere compiuta solo da una mente crudele, eliminare le nazioni senza lasciare sopravvissuti". Come già lasciato intendere il disco è solido, privo di sbavature, il pane per i denti di qualsiasi thrasher (o metallaro in genere) amante di sonorità istintive, furibonde, privo di fronzoli o svolazzi pindarici di qualsiasi genere. Se amate varianti del genere arzigogolate, maggiormente cerebrali (alla Watchtower, Mekong Delta, Deathrow) rivolgetevi assolutamente altrove. Qui c'è solo una violentissima sassaiola che deve tanto al metal più estremo ed oltranzista (sia dei gruppi da loro stessi citati come eventuali punti di riferimento, sia del thrash teutonico, il cui flavour è comunque avvertibile) quanto all'hardcore punk. Dunque, come disse qualcuno "per me è si." Unica nota è l'estrema monoliticità della proposta, che possibilmente potrebbe stancare qualcuno. Ma nessun timore, il disco è tra quelli destinati a crescere ascolto dopo ascolto. E poi, inutile ricordarlo, è il primo full lenght. E per essere solo l'inizio va più che bene. Dunque...continuate così ragazzi!
1) Narcotic Mirage
2) Armed with Rage
3) Indirect Oppression
4) Halo of Hypocrisy
5) Hostile by Content
6) Vermin of Fukushima
7) Pyramids of Decept
8) Sense Eclipsed
9) Zombestial Incantation
10) Genocidal Gatlin Gunners