ÆVANGELIST

De Masticatione Mortuorum in Tumulis

2012 - I, Voidhanger Records

A CURA DI
FABIO MALAVOLTI
27/03/2013
TEMPO DI LETTURA:
8

Recensione

Una tendenza che sto notando negli ultimi tempi é quello che accosta la musica metal e la letteratura, vuoi per dare una linfa particolare alla stesura dei testi, vuoi per una passione particolare dell'artista, vuoi per riprodurre quelle atmosfere particolari che un libro non può esprimere dettagliatamente poiché tutto ciò che comunica lo fa attraverso le parole e che quindi la sua espressione può restare incompleta o inesatta. Così, dopo innumerevoli tributi ad Howard Lovecraft (Nile, Septicflesh tanto per fare due esempi), la trattazione della filosofia della natura di Friedrich Schelling da parte degli Obscura, ed altri numerosi casi, questa volta i riflettori sono puntati su "Diceria del Vampiro", saggio settecentesco ad opera di Michael Ranft che tratta avvenimenti riguardanti il vampirismo ed una conseguente trattazione filosofica. "De Masticatione Mortuorum in Tumulis" si presenta come un album dalle molteplici sfaccettature, composto da otto brani pachidermici le cui architetture sembrano apparentemente non seguire alcun filo logico, dando l'impressione che derivino da una sorta di flusso sonoro caotico e casuale. Ed invece, la struttura atipica delle composizioni rivela un particolarissimo e macabro approccio al death metal, come pochi mesi prima avevano fatto (e bene) i Canadesi Paroxsihzem con il loro self-titled. Ciò che gli Ævangelist ci presentano non é semplicemente la loro rivisitazione di un genere estremo in una chiave mai così morbosa e soffocante, bensì un autentico mare di pece che penetra inesorabilmente nelle nostre orecchie. La permanenza di uno dei due membri -Reuben Christopher Jordan, alias Matron Thorn- in diversi progetti black metal, come Bethlehem, Leviathan e Benighted in Sodom (di cui é il mastermind), ha inevitabilmente inciso molto sulla realizzazione del disco, considerando i numerosissimi loop di chitarra, presenti praticamente in tutti i brani, e la monoliticità degli stessi che sfocia più volte in pura cacofonia. Questa spiccata ricercatezza a livello di songwriting ne penalizza naturalmente la comprensione e l'assimilazione soprattutto dopo pochi ascolti, cosicché é quasi necessario immergersi innumerevoli volte in questa mortifera fanghiglia sonora prima di coglierne tutte le sfaccettature, ma devo dire che, personalmente, ne é valsa la pena. E' uno di quei dischi senza mezze misure, o lo adori o lo odi, senza compromessi. Più o meno lo stesso discorso valevole per gli Australiani Portal, dei quali non ne sono assolutamente una brutta copia, nonostante diversi punti di incontro fra le due band. Uno di questi é senza dubbio il fatto che i loro brani sono spesso pachidermici, mastodontici, ti danno quella sensazione di sprofondare in un pozzo senza fondo per quanto la loro musica sia disturbante (come in "Hierophant Disposal Facility"). Al bando i tecnicismi, ritmi a millemila all'ora, ciò che conta é che il massacro sia più lento e morboso possibile. Il disco prende il via all'insegna di un viaggio attraverso i meandri più inesplorati della mente umana, attraverso un lunghissimo intro di estrazione dark ambient, opprimente e "maleodorante". Le urla agonizzanti di una donna si stagliano sul solido tappeto di synth generando un'atmosfera tetrissima, da film dell'orrore di qualche decina di anni fa. Poi, all'improvviso, uno spiraglio di luce fa capolino dando vita ad un mood etereo ma allo stesso tempo tremendamente malinconico. Le urla vengono sostituite da un pianto disperato, mentre oscure presenze ci attanagliano la mente e ci fanno correre brividi lungo la schiena con i loro mortiferi sussurri. "Anno Mortii: Gnostic Transcendental Heresy" si snoda poi attraverso sei minuti di death metal malatissimo, oscuro da far paura e poderoso come un fiume di pece in piena. Dinanzi a noi si erge il demone Ascaris ed il suo gutturale, cavernosissimo growl, mentre Matron Thorn "dipinge" un contesto catacombale e vorticoso che meglio non potrebbe rappresentare le annichilenti e maligne ventate di un' oscura bufera. "Pendulum", uno dei tre brani inseriti nell'ep del 2011, percorre un tracciato alquanto simile a quello della opening track. Le macabre sonorità della seconda parte del brano appena riassunto vengono riprese in un sunto di quasi sei minuti che però avanza ad un ritmo più lento, pachidermico e goffo. L'ottimo pattern di batteria finisce in primo piano a discapito di un riffaggio che si limita a svolgere il compitino ma che non é nulla di trascendentale. Il terzo brano é quello che reputo il migliore dell'intero lotto: "Death Illumination" é in assoluto il brano più maligno ed efferato mai composto dal duo di Fort Lauderdale. Sonorità ai limiti della cognizione umana, grumose e morbose ai limiti dell'inverosimile si traducono in un refrain gustosamente caotico e vertiginoso per merito dell'accozzaglia di suoni cupi e martellanti che contraddistinguono in generale la musica degli Ævangelist, ma che qui appaiono ispirati come non mai. La morbosità della parte centrale é qualcosa di indescrivibile, é come se un antico demone ci rapisse conducendoci attraverso le porte dell'inferno (non datemi del pazzo ma non saprei descrivere altrimenti tutto ciò). L'outro dapprima furibondo, annichilente e poi ipnotico, lento, é il preludio del quarto inno infernale "Funeral Monolith", opening track di "Oracle of Infinite Despair", é un brano di rara violenza che si divide fra sezioni morbose e repentine accelerazioni. Il sottofondo é come un trapano he ci penetra nel cervello, provoca una sensazione simile a quando si prova una forte nausea. La parte strumentale é impeccabile, mai una battuta fuoriposto, solo un costante martello pneumatico che ci sconquassa le membra sino allo sfinimento. Come detto in precedenza lo strumentale "Hierophant Disposal Facility" rappresenta l'apice della dissonanza musicale, nove minuti della più malsana musicalità, una caotica accozzaglia di suoni, il lato più cacofonico del death metal. I primi minuti scorrono in una maligna ed agghiacciante cantilena, traducibili in un vortice di sonorità distrubanti che sfociano soltanto nel finale nella più incontrollabile e ferale ferocia che il duo possa sprigionare attraverso gli strumenti. "The Longevity of Second Death" rappresenta invece la sfaccettatura macabra e lugubre che il death possa assumere. Ritmi cadenzatissimi inframezzati da repentini cambi di tempo si alternano, accompagnati incessantemente da un tetro tappeto di synth che ci spalanca letteralmente dinanzi agli occhi le porte del regno dei morti. Si giunge così al terzo ed ultimo brano tratto dall'ep autoprodotto dell'anno precedente, ovvero "Blood & Darkness". Un'atmosfera cupissima, degna da film dell'orrore, dipinge un contesto funereo sullo sfondo, sul quale si stagliano in maniera impetuosa la ronzante chitarra e la martellante drum machine, che assumono le sembianze di un panzer impazzito il cui unico compito é quello di distruggere tutto e tutti. L'introduzione di "Crematorium Angelicum" spiazza l'ascoltatore, che dopo tanti minuti di autentico terrore sente fluire nelle proprie orecchie un'ammorbante melodia, sulla quale si erge il grottesco growl di Ascaris, che pare quasi provenire dall'oltretomba. Verso la metà della traccia un ulteriore rallentamento ci fa tirare il fiato dopo alcuni minuti di suspance, durante i quali viene normale pensare che prima o poi succederà qualcosa, come un radicale cambiamento d'atmosfera, ed é proprio ciò che accade di lì a poco. Questa sorta di bridge termina però quasi subito per lasciare spazio allo stesso loop dei minuti iniziali, prima di una chiusura ancora una volta agghiacciante e morbosa al contempo. Questa lenta e straziante "ninna nanna" é la perfetta closing track per un disco tanto schizoide quanto atipico che lancia in maniera definitiva quella che si può considerare una delle nuove leve del metallo della morte, che a giudicare da questo 2012 sembra davvero avere un futuro.. si spera.


1) Anno Mortii: Gnostic Transcendental
Heresy
2) Pendulum
3) Death Illumination
4) Funeral Monolith 
5) Hierophant Disposal Facility 
6) The Longevity of Second Death 
7) Blood & Darkness 
8) Crematorium Angelicum