SHARDANA

ep

2010 - Self

A CURA DI
ROBERTA D'ORSI
08/07/2011
TEMPO DI LETTURA:
9

Recensione

La cultura metal col tempo prende sempre più spesso spunti da antiche civiltà, rifacendosi alla storia di popoli arcaici, nei testi delle canzoni e nel nome che li rappresenta. Con questo presupposto una band che nasce nel 2008 per mano di due amici chitarristi, trae ispirazione da un antico popolo il cui esercito costituiva una coalizione di milizie nel movimento battagliero via mare, gli Shardana. Grazie a ricerche e scavi effettuati da studiosi, è emerso che tale popolazione abbia radicate le proprie origini nella terra di Sardegna ed è proprio da questa meravigliosa isola, che provengono i quattro musicisti che compongono la band;l'antico popolo Shardana dopo essere stato sconfitto dal Faraone Ramses nel 1278 a.C. viene arruolato dallo stesso per fortificare le truppe del suo organico. Quest'antica storia che parla di civiltà e battaglie epiche ha dato il via al progetto dei ragazzi sardi che compone il gruppo degli Shardana; inizialmente sono Daniele Manca e Fabrizio Pinna ad unire le forze musicali, in seguito arruolano Aaron Tolu conoscendolo per averlo sentito suonare nel gruppo dei Natrium, che assume il ruolo di lead vocalist e bassista, mentre alle pelli le bacchette vengono impugnate da Matteo Sulis, presentato a Daniele e Fabrizio da un loro amico comune. La formazione è al completo e con le idee chiare sulle tematiche da trattare e la musicalità da proporre e cioè un metal epico sostanzialmente, gli Shardana si mettono in opera e nel 2010 pubblicano un mini cd con cinque pezzi;le sonorità presenti nella musica dei quattro ragazzi sardi oltre all'epicità di un buon heavy metal, presenta varie sfaccettature thrash death e folk, queste ultime evidenziate dall'uso delle "launeddas" strumento musicale tipico sardo composto da canne in cui si soffia con la tecnica della respirazione circolare, il suono prodotto mi ricorda molto quello della cornamusa. Lo stile musicale degli Shardana per cui è molto articolato, una miscela stilistica data dall'unione dei vari gusti musicali di ogni singolo componente del gruppo, nell'ep che hanno prodotto tale mescolanza è messa in notevole risalto e devo dire che pur essendo dei musicisti autodidatti, il comparto musicale è ben suonato, con destrezza e fluidità di suono. Prodotto indipendentemente il mini contiene cinque brani il cui primo pezzo dal titolo "Anthem" è un intro strumentale dal sapore puramente epico,il suono delle launeddas ci accoglie con orgoglio e ci conduce per mano attraverso richiami di lontane battaglie e verso la seconda traccia "Shardana (Sea Folk)" il cui testo descrive la navigazione dell'esercito durante le sue battaglie,verso un percorso tra i mari guidati dalla stella che ne traccia il percorso, il ritornello così declama "Riders! Sulle onde! Shardana! Siamo il tuo destino!" la track parte subito violenta con il picchiare delle pelli, le corde delle chitarre si palesano subito dopo e Aaron canta con tutta l'aggressività di un condottiero; il volgere nel finale è una sferzata di grinta su un tappeto ritmico tirato e martellante al punto giusto. La terza canzone "Sa Battalla" è cantata in dialetto sardo,assolutamente particolare ed accattivante questa scelta, il testo parla della battaglia di Sanluri borgo fortificato nel sud della Sardegna, avvenuta nel 1409 tra le truppe guidate da Guglielmo III contro quelle di Martino I di Sicilia. Anche questo brano parte con sound cattivo e serrato, un'apoteosi di batteria chitarre e basso che volgono verso un ritornello semplice ma di grande impatto, la scelta linguistica è assolutamente azzeccata e dona un contrasto peculiare con il sound proposto. Quarta traccia "Back to Homeland" mi permetto di definirla la perla di questo ep, l'intro acustico è di una bellezza disarmante..da brividi, l'epicità evocativa prende largo spazio con il cantato di Aaron per esplodere in una devastante potenza sonora; le parole descrivono l'agognato ritorno in patria durante un percorso di battaglie e sangue versato ed ecco che le venature death affiorano grazie allo screaming di Daniele che affianca le clean vocals di Aaron supportati da un tappeto ritmico tirato brillantemente e mai banale.

L'ultimo pezzo che conclude la marcia degli Shardana è "The Doom That Came To Sarnath" liriche ispirate all'omonimo racconto di Lovecraft;introdotta dalle note di basso la traccia volge subito dopo in una possente mazzata speed... caspita che percosse alle pelli!!! Martellante ritmo che mi riporta ad un old heavy/thrash ottantiano di forte impatto sonoro,i ragazzi ci sanno davvero fare. Come detto inizialmente sono tante le frecce custodite nella faretra musicale dei guerrieri sardi,ad ognuna di queste punte acuminate corrisponde uno stile sonoro pungente e ben composto,la qualità di mastering casalinga non intacca il buon ascolto dell'album, concepito con cura compositiva e passione. Alla ricerca di un'etichetta che li produca gli Shardana si apprestano a pubblicare il nuovo lavoro che sarà un vero e proprio full length, una scoperta questo gruppo che mi ha entusiasmata dal primissimo ascolto e che consiglio caldamente a chiunque voglia immergersi nei meandri di sonorità epiche ed al contempo potenti e melodiche. Applauso agli Shardana che dalla Sardegna incedono fieri sulle vie del metallo impugnando i loro strumenti come fossero armi da battaglia, la grinta che hanno spero li porti lontano alla conquista del successo che meritano.


1) Anthem (Instrumental)
2) Shardana (Sea Folk)
3) Sa Battalla
4) Back To Homeland
5) The Doom That Came To
Sarnath