Stratovarious+Helloween

Roma, 19 gennaio 2011

A CURA DI
LUCIA ROSSI
28/03/2011
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recensione

Il 19 gennaio 2011 rimarrà sicuramente una data memorabile per tutti gli amanti del power metal che hanno avuto la fortuna di assistere al concerto degli STRATOVARIUS E HELLOWEEN a Roma?Sono arrivata sul luogo del concerto, l'Atlantico Live, quando ormai avevano iniziato a suonare i Trick Or Treat, che hanno molto dignitosamente aperto con alcuni loro successi tra i quali Like Donald Duck, Girls Just Want To Have Fun, cover dell'omonimo pezzo di Cyndi Lauper e qualche brano tratto dal loro ultimo album "Tin Soldiers".
Dopo la performance dei Trick, l'atmosfera si fa man mano più elettrica nell'attesa che salgono sul palco Timo Kotipelto e company, che da lì a poco non tardano a venire. L'arrivo di Timo rassicura un po' tutti, dato che si temeva per la sua performance, visto i concerti annullati in Francia per problemi alla voce. Invece con un po' di aiuto da parte del pubblico, molto ben disposto a dare una mano nei cori, gli Strato iniziano la loro carrellata di pezzi, a cominciare da un'ispirata Hunting High and Low. A seguire Speed of Light, accompagnata da un gioco di luci davvero spettacolare. A questo punto rimane sul palco il solo Matias Kupiainen, il giovane chitarrista che ha sostituito lo storico axeman del gruppo, Timo Tolkki. La sua indubbia bravura riscalda ulteriormente gli animi preparando il pubblico ai pezzi a seguire, Stratosphere, Twilight Symphony e Phoenix. E' il turno di Lauri Porra , il bassista della band che ci regala momenti di alta tecnica bassistica, e non poteva essere altrimenti, visto che Lauri proviene da una famiglia di musicisti ed essendo lui stesso un pluristrumentista. Dopo un altro assolo di chitarra, è la volta di Kiss of Judas, accolta dal pubblico con un boato di gioia. Forever e Paradise, accompagnate dai cori poderosi dei presenti e seguite dalle note del bravissimo Jens Johansson, ex-tastierista di Yngwie Malmsteen's Rising Force, introducono il pezzo finale che tutti, compresa la sottoscritta, stavano aspettando?Black Diamond.
Anche se non al top delle sue forze, nell'insieme la performance di Timo e degli Stratovarius convince il pubblico, sebbene si attendeva qualche altro pezzo alla loro scaletta.
Dopo un veloce cambio di scenografia accompagnato dalle note di "For Those About To Rock" degli intramontabili AC/DC e misto ai cori di "Happy, Happy Halloween", arrivano le nostre zucche?e scoppia il pandemonio. Il pubblico è acceso e scatenato quando Andi Deris, vero animale da palcoscenico, incita tutti a cantare con lui il brano d'apertura degli Helloween, la rock anthem Are You Metal, dal loro ultimo album, 7 Sinners. Avvezzo al rapporto con il pubblico, il nostro frontman sfodera abilmente tutte le sue doti da intrattenitore nato e ci regala Eagle Fly Free e March Of Time, entrambi tratti dall'album Keeper Of The Seven Keys Part II. Dopo un assolo di chitarra del bravo Sascha Gerstner, che collabora con il gruppo fin dai tempi dell'uscita di Roland Grapow, è la volta dell'incalzante Where All The Sinners Go, e a seguire, il ritmo ipnotizzante di World of Fantasy, entrambi da 7 Sinners. L'assolo devastante del batterista Daniel Loeble piomba come un macigno addosso ad un pubblico ormai gasato. A questo punto I'm Alive da Keeper of The Seven Keys Part I cede il passo al pezzo acustico Forever And One, ballad dolce e romantica, suonata in duo con Gerstner e dedicata al pubblico femminile presente in sala. E' la volta di Handful of Pain dall'album Better Than Raw, che precede The Keeper's Medley, con Keeper of the Seven Keys, The King For a Thousand Years e Halloween, che vede un abile e straordinario gioco di chitarre tra Gerstner e Michael Weikath. Segue la divertente I Want Out, che non fa rimpiangere affatto l'era Kiske, non fosse altro per la travolgente simpatia di Deris, che dialoga con il pubblico in maniera confidenziale e perfino con qualche parola in Italiano. Ride the Sky, tratta dall'album Walls of Jericho, è il primo pezzo della trilogia finale, insieme a Future World e l'attesissimo Dr. Stein, con tanto di scienziati pazzi e zucche gonfiabili sul palco, degna chiusura di un concerto dal clima coinvolgente e festoso?.
Devo dire che le mie aspettative sul concerto sono state soddisfatte in pieno, nonostante qualche abbassamento di tono tra l'altro comprensibile. Sicuramente ripensando ai momenti salienti dello spettacolo non potrò non trattenere un sorriso e ripetere un sincero grazie alle due band che possiedono da tempo la "chiave" del mio cuore?..Thank you guys!!!