STEVE HARRIS with BRITISH LION (Milano & Roma)

27 - 28 Febbraio 2013

A CURA DI
DIEGO PIAZZA
11/03/2013
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recensione

Nel settembre 2012 in molti erano rimasti stupiti e sorpresi dall’uscita di un album “solista” di Steve Harris, “British Lion” appunto. Sorpresi perché su questa uscita c’è stato uno stretto riserbo , nessuno sapeva che Steve e i suoi amici stessero registrando questo album ma soprattutto abbiamo sempre pensato tutti, fedelissimi fan degli Iron Maiden e non che il progetto unico di Stephen Percy Harris fosse una stimatissima band heavy metal anglosassone dal nome di Iron Maiden !

Francamente non pensavo che Steve & soci poi si imbarcassero in un vero e proprio tour, ipotizzavo forse qualche club londinese o un mini tour britannico, non di più. Invece, confermando anche quello che aveva annunciato lo stesso Steve nelle interviste i British Lion si sono imbarcati in un avventura europea di tutto rispetto, con 25 date che hanno visto anche un doppia calata in Italia : Milano e Roma e, per essere più precisi il Live Club di Trezzo sull’Adda e l’Orion di Ciampino. Il vostro umile cronista vi racconterà quello che è successo in questi due concerti che hanno visto per protagonista, non dimentichiamolo, colui che nella seconda metà degli anni ’70 ha fondato una delle band rock più leggendarie e importanti del pianeta e ha coltivato e creduto in un sogno che si è realizzato attraverso miriadi di cambiamenti di line- up prima del famigerato incontro con dirigenti della EMI ma soprattutto con il manager di Huddersfield tale Rod Smalwood.

27 febbraio 2013, LIVE CLUB 

Il Live Club è un locale molto più grande di dove hanno suonato i primi concerti i British Lion, sicuramente più capiente e largo come palco rispetto a quelli di Faro o Zurigo. La vendita al botteghino non è stata delle più esaltanti , seppure come vedremo superiore al concerto del giorno dopo a Ciampino. Poco dopo le 20 sono gli Zico Chain, giovane trio inglese a scaldare i motori dei presenti; in poco più di mezzora hanno fatto molto “casino”, alternando una sorta di metal pop moderno a qualche buon riff old school ma è chiaro che l’attesa dei presenti era tutta per l’eterno cappellone dell’East End londinese , dunque il pubblico ha apprezzato sufficientemente ma senza certo spellarsi le mani dagli applausi.   Alle 21.30 in punto preceduti da una breve intro la band di Steve Harris, i British Lion come si faranno sembra semplicemente chiamare in futuro, entrano sul palco, con tutti gli occhi dei presenti che aspettano l’ingresso di Steve Harris. Per l’occasione Steve ha deciso di utilizzare un basso dalla livrea diversa rispetto a quelli con l’emblema del West Ham United, proponendo un Fender dal color blu con delle greche bianche. “This is my God” e “Lost Worlds” che aprono la set list non sono forse canzoni che fanno sfracelli, sebbene come sempre dal vivo i brani sembrano più pimpanti e rock, rispetto alla versione studio. Il “pelato” Richard Taylor tiene abbastanza bene la scena e ogni tanto scuote la testa, non come gesto di delusione ma piuttosto come incredulo al fatto che diversi tra le prime file cantino le canzoni e partecipano con entusiasmo.    “Karma Killer” e la prima inedita “Father Lucifer” iniziano a scaldare maggiormente i fan, tra cui notiamo anche un paio con la sciarpa del West Ham United, fatto che sicuramente non sarà rimasto inosservato da “zio” Steve. Notiamo anche un bambino in groppa al proprio padre in prima fila non sfuggire allo sguardo di Steve e della band: Stefano Livreri, 7 anni, questo il suo nome, diventerà ben presto la mascotte della serata per ovvi motivi !   Steve Harris sul palco è la solita magnifica bestia da palcoscenico, passa da destra e sinistra come sui palchi maideniani, canta le canzoni e ci regala le mitragliate di note nei finali delle canzoni: vista da vicino la sua grinta è veramente encomiabile !    “The chose one” era già un pezzo valido anche da studio ma sono i pezzi “inediti”  che lasciano in parte stupiti; sentiti dal vivo sembrano meglio di alcuni pezzi da studio. “Guineas and Crows” e “The Burning” ad esempio hanno un ottimo groove dal vivo, la seconda sembra una tipica cavalcata di basso in stile Iron Maiden, con una sovrapposizione di armoniche dei due chitarristi David Hawkins e Graham Leslie.   Una curiosità, ovviamente a seguire in tour Steve Harris non mancano le tipiche figure che ruotano intorno a lui e agli Iron Maiden in particolare. Sulla sinistra del Live Club su qualche gradino rialzato abbiamo visto Andy Matthews, il regista degli Iron Maiden che è stato impegnato anche nella riproduzione di “Maiden England” in formato dvd, c’è sempre il fedele Micheal Kenney che accorda il basso di Steve e suona alcune piccole parti di tastiera e c’è anche il tecnico di Adrian Smith che segue i chitarristi dei British Lion, senza contare il “possente” tutto fare Peter Lokrants, da una vita con gli Iron Maiden qui nel doppio ruolo di massaggiatore e bodyguard di Steve ! Ma torniamo al concerto in quel di Trezzo, devo dire che i British Lion ce l’hanno veramente messa tutta per coinvolgere i presenti , suscitando comunque applausi e rispetto al termine di ogni canzone. Nessuna buffonata del tipo richieste di canzoni degli Iron Maiden o contestazioni, del resto chi è venuto a vedere la band sapeva che intelligentemente Steve avrebbe scelto canzoni che ha scritto in vent’anni, dal 1992 fino ad ora con questi suoi sfortunati amici musicisti e poi sarebbe stato ridicolo fare le cover dei Maiden, costringendo il povero Taylor a paragoni improponibili e mortificanti con “the voice”  Bruce Dickinson.   “Us againt the world” e “A world without heaven” hanno suscitato un ottima impressione anche dal vivo, a dimostrazione che chi ha orecchio e che ascolta senza prevenzioni riesce anche ad apprezzare queste canzoni che, a modo mio, in troppi hanno cestinato come “non all’altezza” di un membro degli Iron Maiden.    Pezzi inediti, quasi tutti i pezzi da studio e per completare i 90 minuti di concerto la band di Steve Harris ha suonato due cover, nella prima parte del concerto “Do you want it” (incredibile ma vero non ho trovato riscontri da nessuna parte del web, nemmeno le fonti ufficiali dicono di chi è l’originale !) dallo stile chiaramente punk molto diretto e “Let it roll” degli UFO, notoriamente band molto amata da Steve, prima della conclusione ufficiale lasciata alla melodica e trascinante “Eyes of the young”.   Steve Harris che poi mi hanno detto un po’ raffreddato e malaticcio nel backstage lascia il palco dopo una prestazione ancora una volta da applausi: è stato un piacere essere martellati per i suddetti 90 minuti dal suo basso martellante, spesso con sorrisi e ovviamente un inchino al coro “Harris ! Harris ! Harris !”. I fortunati che hanno saputo e voluto aspettare nel dopo concerto Steve per un memorabile trittico “stretta di mano – autografo – foto” , dribblando anche spregevoli security man che hanno cercato di far sfollare la gente raccontando balle. , sono andati a casa felici come non mai, mentre il sottoscritto già si prepara a quello che sarà una della giornata più belle della sua vita (permettete un po’ di vanità).

28 Febbraio  2013 ORION

L’ORION di Ciampino, è un tipico locale rock / metal, perché come l’Estragon di Bologna, tanto per fare un altro esempio sembra il classico posto sperduto in mezzo al buio e al nulla, se non fosse per un cartello luminescente che ne indica l’ubicazione al termine di una stradina asfaltata piuttosto stretta. Tanto è vero che per fa passare camion o il bus stesso di Steve ti devi gettare oltre un piccolo parapetto se non vuoi essere travolto dopo aver fatto la foto con lui (come ci è successo all’uscita). 138 paganti ! Si questo sembra essere il bollettino ufficiale dei presenti all’Orion di Ciampino per la seconda data dei British Lion in Italia ! Anche se la stima fosse in difetto, basta vedere il locale vuoto per almeno la metà per capire che certo non siamo di fronte ad un serata memorabile, considerando che questo interessante locale rock è comunque molto più piccolo rispetto al Live Club.   Dopo aver stretto mani e conosciuto alcuni amici e fan romani non resta che consolarci aspettando che il secondo concerto inizi, non senza ancora la dignitosa ma niente più esibizione degli Zico Chain.   Durante il loro breve concerto ho notato la cura maniacale con cui Micheal Kenney  (il “Fantasma dell’Opera durante “Seventh son…”, lo vedrete al Sonisphere di Rho con tanto di Organo) accorda ogni singola corda del basso di sua “maestà”.   Da notare tra i presenti addirittura un bandierone degli Hammers, “i Martelli” come vengono chiamati i tifosi del West Ham United; verrà sventolato per tutta la serata e anche per un breve momento dallo stesso Richard Taylor.    Il cantante nel prendersi un breve momento di presentazione della band ha anche ricordato candidamente di aver visto per la prima volta in vita sua il Colosseo e, immaginiamo qualche fortunato che avrà magari intercettato la “leggenda vivente” Steve Harris tra le rovine dell’ex Anfiteatro Flavio ! La set list proposta in quel di Ciampino è la stessa delle date fino ad ora fatte del tour dei British Lion : Steve ci è parso ancora piuttosto allegro e scatenato sul palco , non importa i pochi presenti la sua perfomance è stata ancora una volta straordinaria: veramente un grande professionista. Il vostro umile cronista non ha potuto certo contenere il proprio entusiasmo quando il fondatore degli Iron Maiden si è girato dalla sua parte, mitragliandolo come tradizione nei finali concitati di alcune canzoni.   Per gli appassionati delle gesta di Steve ricordiamo che si sono due stili, il colpo secco (ovvero quando rivolge il basso come un fucile suonando una singola nota tipo fucilata appunto) oppure la mitragliata classica (con un movimento sempre del basso puntato in avanti girando di 180 gradi verso il pubblico). Chi legge queste righe e non ha mai visto Steve Harris dal vivo non capirà ma chi lo ha visto sa perfettamente di cosa sto parlando. La stima mia e degli oltre cinquanta fan che hanno aspettato (nemmeno troppo) il loro idolo per il trittico già citato a Milano (stretta di mano + autografo + foto) verso questo straordinario personaggio è arrivata al massimo auspicabile per un essere umano ! Non era assolutamente obbligato a fare questo album né tanto meno il tour, non è certo in difficoltà economiche , si è rimesso in discussione come artista accettando di aiutare in pratica sui compagni di infanzia e poi, con un gentilezza e un garbo straordinario si mette a disposizione del pubblico per foto e autografi ricordo: nessuno è stato scontentato da questo punto di vista. Da qui quindi, il momento di gloria di cui parlavo in apertura della seconda serata con l’incontro emozionante con il padre di quella musica e di quella band che tutt’ora rimane la colonna sonora della mia vita, scusate se è poco. Momento emozionante è stato anche il coro spontaneo preso da “Heaven Can Wait” cantato dai fan mentre aspettavano la fila per conoscere Steve , ora non ci resta che attenderlo con gli Iron Maiden per il Maiden England Tour 2013.

1) This is My God
2) Lost Worlds
3) Karma Killer
4) Father Lucifer
5) The Chosen Ones
6) These Are the Hands
7) Guineas and Crowns
8) The Burning
9) Last Chance
10) Us Against the World
11) World Without Heaven
12) Do You Want It
(cover)

13) Judas

Encore:

14) Let it Roll
(cover)
15) 
Eyes of the Young

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