QUEENSRYCHE
25 Ottobre 2013, TheaterFabrik - Munchen
DIEGO PIAZZA
06/11/2013
recensione
L’uscita del nuovo album dei Queensryche, o per meglio dire dei Queensryche di Micheal Wilton, Eddie Jackson, Scott Rockenfield e Patrick Lundberg, ha riacceso nel cuore del sottoscritto un fiamma per la verità mai totalmente assopita o spenta. La passione per un band che ha saputo regalarmi emozioni notevoli quando avevo 19/20 anni, cioè in uno dei momenti più fulgidi anche a livello musicale della vita di ognuno di noi. Ricordo bene, e potrei portare anche delle testimonianze a sostenerlo, quando di guardia in polveriera in una ridente località della Val Venosta in Alto Adige, durante il servizio militare cantavo a squarciagola le canzoni di Operation:Mindcrime ed Empire su un altana in compagnia solo del mio walkman !
La diaspora con Geoff Tate, storico vocalist e frontman della band di Seattle , rimane uno degli episodi più scialbi della trentennale carriere dei Ryche sia per come è avvenuta sia per le conseguenze in futuro , ma grazie a Dio ha portato finalmente i VERI Queensryche nel tornare in auge, con un album meraviglioso sebbene forse un po’ troppo corto come minutaggio, che porta orgogliosamente il nome della band stessa e che è stato già recensito da Rock & Metal in My Blood. Una della tante curiosità che ci ha spinto ad un viaggio verso Monaco di Baviera chi vi scrive e l’amico Claudio è stato il constatare il grado di forma della band dal vivo, dato che non era per il momento previsto un data italica. Inoltre logicamente ,dopo alcuni video interessanti visti in rete, era importante valutare anche il nuovo frontman Todd La Torre e la sua voce, così incredibilmente vicina anche all’ugola di Geoff. Il TheaterFabrik di Munchen non è male come location live, certo lontana da quello che i Ryche ormai vent’anni fa potevano permettersi sia negli USA che in Europa. D’altronde se siamo quasi tutti d’accordo nel constatare che dal mitico ep d’esordio sino a Promise Land , quindi per un decennio , la band ha saputo fari grandi cose e aldilà di leggere differenze i fan abbiano quasi gradito in toto i vari album, dal catastrofico Hear of the now frontier in poi purtroppo la band ha avuto una costante emorragia di fan. Del resto anche in questa serata bavarese girandoci intorno e guardando il buon afflusso all'ingresso , notiamo molti dall’età anche di 30 anni e oltre e non moltissimi giovani , a dimostrazione di come le scelte sbagliate o sfortunate della band abbiamo fatto perdere una generazione di fan.Ho parlato prima di un buon afflusso, direi sulle 500 unità, del resto le mie aspettative non erano superiori considerando quanto appena detto, oltre anche al fatto che i Ryche hanno programmato diverse date in Germania.
Poche righe per descrivere le tre band che hanno preceduto i Queensryche: gli svedesi Jaded Heart hanno messo in scena un hard rock americano discreto pur senza lasciare ricordi memorabili, i Steel Engraved un power metal teutonico molto derivativo e grezzo con un pessimo cantante e, per concludere gli Alpha Tiger sono sembrati quelli più freschi e pimpanti, possono migliore ancora tantissimo ma sembrano giù buoni musicisti e anche buoni intrattenitori, power e classic metal sono le loro caratteristiche peculiari.
Una scenografia abbastanza spartana ma, meno rispetto ad altre date, permette ai Ryche di aver il solito drappo alle spalle e anche i disegni con i teschi ai lati, prima che le luci si spengano e la band faccia subito un ingresso spettacolare con la storica “Queens of the Reich”. Qualche piccolo problema tecnico subito risolto e possiamo apprezzare l’ottimo missaggio degli strumenti, del resto fondamentale per apprezzare il progressive metal della band. “Speak"dall’andamento ritmico possente mette in luce il grande Scott Rockenfield, batterista tentacolare certo tra i più tecnici e meno banali del metal. Todd La Torre abbandona gli occhiali scuri e mostra subito che le sue capacità vocali, anche in estensione, non sono certo un bluff, pare anche fisicamente più in forma rispetto alle prime fotografie immagini con la band. L’emozioni prendono definitivamente il sopravvento con la superba “Walk in the Shadows”, come sempre gli ottimi cori di Jackson e Lundgren posti alla sinistra del palco. Micheal Wilton con le sue chitarre con i teschi è sempre preciso sia nei momenti melodici – ritmici che negli solos, fedelissimi ai dischi originali. I Ryche procedono un po’ a sorpresa con “The Whisper” in cui Todd chiede anche il supporto del pubblico nei cori. Questo tuffo nel passato, che vedrà protagonista soprattutto il primo full-lenght The Warning oltre che Rage for Order è stata una scelta precisa della band in questo primo tour di rinascita con La Torre, evidentemente dal vivo i Queensryche sanno di andare sul sicuro con i vecchi classici, sebbene ovviamente il delirio può essere raggiunto solo con i pezzi tratti dal loro concept OM. "En Force" con il suo incedere epico è la conferma dal vivo di quanto si sia calato molto bene nel suo ruolo di frontman Todd La Torre, del resto era già possibile ascoltare questa traccia dal vivo come bonus sulle diverse versioni del nuovo album. In ogni caso è bello ascoltare la voce di Todd anche nella successiva “Child of Fire”, preceduta anche dalla marcetta ritmica in cui spicca non solo la maestria di Rockenfield ma anche Eddie Jackson il cui suono pulsante del basso è perfettamente udibile nel missaggio. Il tipico suono di una sirena che precede l’attacco aereo (no, non è un urlo di Dickinson !!!) è l’intro a “Warning”, cantato a squarciagola dai presenti, con uno dei più bei solo scritti da Wilton.
Spazio per il nuovo album, direi finalmente con la breve intro “X2” seguita dalla prima song del nuovo album, “When dreams go to die”. Ottima ancora l’interpretazione di Todd, a cui fa seguito anche la ballad “A World Without” da cui, dalla parole proprie del cantante verrà fra poco tratto anche un video. Per la verità si è parlato anche di un cortometraggio con la colonna sonora dalla storyline che collegherebbe alcune canzoni nuove, staremo a vedere. Gi altri componenti della band lasciano il palco alla coppia di chitarristi, che danno il via ad un piacevole duetto. Bella sfida tra il giovane tatuato Patrick (dalla vistosa rosa sul collo) e il vecchio reprobo Micheal, con tanto di pizzetto d’ordinanza oramai ingrigito. La dinamica “The Needle Lies” accende ancora il concerto sia per la velocità d’esecuzione sia per il ritornello che tutti cantano con entusiasmo quasi fanciullesco. “Qualcuno di voi ricorda questa canzone ?” e allora Todd La Torre si entusiasma nel vedere qualche fan cantare il ritornello di “The Prophecy” che è la classica song mai pubblicata ufficialmente su un full-lenght ma presente sul almeno 10 raccolte e 20 b-sides di singoli !!!! Diciamo che più facile ascoltarla sulla riedizione del primo storico ep su cd, come bonus track, originariamente registrato durante le session di Rage for Order nel 1986. Ai primi accordi di chitarra già l’immaginazione vola, splendido constatare che i Queensryche stanno suonando l’intera versione di “Road to madness” tratta del loro primo album, epica e complessa dalla durata piuttosto lunga e con un poderosa accelerazione nel finale. Mi sembra inutile ricordare ancora una volta l’ottima esecuzione della band e ancora una la prestazione cristallina di La Torre. Spazio per l’ultimo estratto dal nuovo album, la prima canzone video-singolo, dal titolo “Fallout” in cui sono fondamentali ancora una volta i backing vocals di Jackson e Lundgren. Il tick-tack dell’orologio è per tutti i fan dei Queensryche un suono famigliare (come lo sono i tacchi dell’infermiera all’inizio o il suono del finestrino elettrico del Doctor X !), allora già sia accende l’entusiasmo quando viene eseguita la breve ma intensa “My empty room” a cui, inevitabilmente fa seguito “Eyes of a stranger”. Ogni freno inibitorio, ammesso che prima ci fosse stato qui è saltato completamente, impossibile non cantare queste strofe e questi refrain entrati oramai stabilmente nella nostra memoria. Piuttosto difficile stare al passo con l’ugola di Todd nelle parti a registro alto , così come anche nelle splendide versioni di “Empire” e “Jet City Woman” in cui ovviamente spicca all’inizio il basso di Jackson, oltre che il suono di aereo che decolla. L’esaltazione però totale avviene per quella che è purtroppo l’ultima song della serata, quella “Take Hold to the flame” che dal vivo sembra un canzone apposta per esaltare cori e quindi anche la partecipazione del pubblico con i frequenti “TAKE HOLD !”. Ringraziamenti e saluti con la classica immagine della band davanti al palco , con il plettro di Micheal Wilton detto “Whip” che finisce nelle nostre mani. Certo mancano pietre miliari come “I don’t believe in love”, “Breaking the Silence”, “Revolution Calling” e “Suite Sister Mary” e anche, perché no pezzi da Promise Land e la loro hit radio “Silent Lucidity” (che hanno comunque suonato in questo tour come anche " NM 156”) però in ogni caso questo concerto, se ancora non lo avevate capito, mi ha realmente entusiasmato lasciando l’impressione vivida di una band che potrà ancora darci qualcosa di interessante in futuro. Aldilà della decisione su chi potrà fregiarsi del moniker QUEENSRYCHE questa è un band VERA che suona con il cuore, diversamente da quello che ho visto della band di Geoff Tate e dei suoi, seppure illustri, mercenari. Speriamo di poter rivedere i Ryche anche in Italia , la loro classe è un dono raro nel metal.
1) Queen of the Reich
2) Speak
3) Walk in the Shadows
4) The Whisper
5) En Force
6) Child of Fire
7) Warning
8) X2 /Where Dreams Go to Die
9) Midnight Lullubay
10) A World Without
11) Guitar Solo
(Michael Wilton and Parker Lundgren)
12) The Needle Lies
13) Prophecy
14) Roads to Madness
15) Fallout
16) My Empty Room
17) Eyes of a Stranger
18) Empire
19) Jet City Woman
20) Take hold of the flame