John Mellencamp

Vigevano, 09 luglio 2011

A CURA DI
ESSEQU
18/10/2011
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recensione

22 anni ed in macchina avevo una musicassetta dedicata al puma. Non avevo una decappottabile ma era come se l'avessi e si volava con "Pink House", "Hurt so Good" e "Jack and Diane" riempiva le giornate, poi vennero "Scarecrow", "Lonesome Jubilee" etc...
Ad aprile con incredulità apprendo che finalmente il piccolo bastardo nel suo tour europeo fa tappa anche in Italia, prima volta assoluta in 30 anni di carriera e l'eccitazione prende possesso della mia mente, e non posso lasciarmelo sfuggire.
L'appuntamento è per il 9 luglio 2011 al castello Sforzesco di Vigevano e quindi si parte armati di tutto, Autan compreso anzi indispensabile!!!
La location è splendida, all'interno del castello di Vigevano, bellissima cornice. Sul sito Mellencamp suggeriva di portare macchine fotografiche, di spedire poi le foto per il suo prossimo film, con l'unica accortezza di non usare il flash, e che prima dello show sarebbe stato proiettato un docu-film della realizzazione del suo ultimo lavoro.
Tralascio e non voglio parlare di questo aspetto, ancora non ho sbollito del tutto la rabbia per la scelta inopportuna di tour management e organizzatori di questa proiezione che, udite udite, dura ca. 50' e non avviene alle h20.00, ma ben dopo le 21.00, il che porta i presenti a mugugnare e a fischiare anche perché le zanzare non danno tregua. Filmato inutile!!!
La gioia di poter vedere uno dei tuoi beniamini, colui che ha pur sempre segnato il panorama rock e inventato "Farm Aids", uno che dal vivo è famoso per i suoi spettacoli di 2/3h ca. ci tiene comunque ansiosi sia io che mio fratello e mio figlio.
All'improvviso le note di Cash con "God's gonna cut you down" fanno presagire l'ingresso, forse troppi i 5 min di intro, ma è il suo omaggio alla tradizione ed a W. Guthrie, ed eccolo spuntare dal tendone, come sempre vestito di nero, cicca in bocca e lo show parte in quarta con "Authority Song", inizio micidiale proprio dal quell'album che mi ha spellato le orecchie , "Uh Uh", Miriam Sturm al violino ci fa assaggiare cosa è in grado di fare e Troy Kinnet alla fisarmonica le corre dietro accompagnando con echi d'Irlanda quel rock da "working class" che ha caratterizzato Mellencamp nel corso degli anni e la sezione ritmica sbanca il banco! Grande inizio!!!
Nemmeno il tempo di tirare il fiato che ci spennella tutti riportando avanti gli orologi con un trittico da paura introducendo "No One Cares About" (ultimo lavoro), "Death Letters", da "Trouble No More" e "John Cockers" sempre dal suo ultimo lavoro. Grande band, carisma da vendere e grandissima voce. L'emozione per me è alta, gustarmelo poi con mio figlio a tratti mi viene la pelle d'oca.
Countryrock per "Walk Tall", (Words and Music) la chitarra secca e tagliente di Andy York spazza l'aria del castello e non fa rimpiangere D.Grisson che ha scelto di suonare in tour con J.Ely. Si sale sempre più in alto, ed il primo tuffo al cuore è per lei: "Check It Out" nonostante gli anni è poderosa e travolgente, e questa Miriam non è niente male (anche come fisico). Versione a cappella per "Cherry Bomb" e qui stramazzo in aria, mi trattengo a stento per così rara bellezza e per la coraggiosa scelta di proporla in questo modo!! Eccezionale!
Rimango in aria perché "Jack and Diane" acustica riesce a fermare anche le zanzare e tutti a bocca aperta. Toccante ed intima mentre i dejavù girano per la mia mente mentre cantiamo "Jacky Brown", intensa con la voce ancora più roca di John per il tempo che passa, in versione roots che più roots non si può cristallizza i presenti alla festa.
Ma il bello deve ancora venire, ed è lei, la canzone su cui tutti hanno sognato a non tradire, "Small Town" riecheggia nell'aria e nel cuore, e si canta, e poi l'ennesimo colpo al cuore che non ti aspetti, quel grido di protesta di "Rain on the Scarecrow", poderosa e travolgente, sputa rabbia ad ogni nota perché la band ha pigiato il tasto injection e siamo in orbita.
"If I Die Sudden", bellissima voce, intensa, brano tra folk e blues e precede una delle mie preferite di sempre, ma credo di tutti quelli che amano John, forse la più attesa, la bellissima "Pink House".
Chiude la serata "Rock In The U.S.A." dove John chiama sul palco un ragazzo che estasiato da tale magia ha prima dei grossi problemi per capire dove si trova (chi non li avrebbe) e poi incoraggiato da Jonh si lascia andare e canta il riff della canzone.
Si chiude cosi, 1 ora e 15 min di estasi. Una grande band: Dane Clark, Miriam Sturm, Andy York, John Gunnell, Troye Kinnett, Mike Wanchic e lui John eccezionale!!! Passano gli anni ma è sempre un animale da palcoscenico.
Certo possiamo discutere sul prezzo del biglietto, sulla scelta di non aver suonato per 3 ore e di non aver regalato cover come fa di solito. Ma potremmo andare avanti per ore, sicuramente anche se breve è stato un ottimo concerto, ottima musica e che emozioni, almeno per me. Rimane quella sensazione di "Mah manca qualcosa" come quando si è ad una cena nel miglior ristorante, apprezzi l'antipasto un ottimo primo e secondo e hai l'acquolina in bocca per il dessert, ed il dessert non arriva! E dici cazzo no!!!
L'unica cosa che mi ha fatto ricredere su John e che ha fatto perdere il mio rispetto è stata la sua scelta di annullare il concerto di Udine perché non era sold out in barba alle migliaia di fans, fregandosene, e tutto questo a meno di 16 ore dal concerto.
Questo non si fa caro John, se sei dove sei lo devi anche a chi paga il biglietto e ha comprato i tuoi dischi. RESPECT!!! Con questa scelta hai confermato che il tuo nick è ancora in voga: little bastare.
Keep on rocking!
Foto by Karmator

Setlist:
  1. Authority Song
  2. No One Cares About Me
  3. Death Letter
  4. John Cockers
  5. Walk Tall
  6. The West End
  7. Check It Out
  8. Save Some Time To Dream
  9. Cherry Bomb
  10. Jack And Diane
  11. Jackie Brown
  12. Longest Days
  13. Small Town/ The Old Rugged Cross
  14. Rain On The Scarecrow
  15. Crumblin' Down
  16. If I Die Sudden
  17. Pink Houses
  18. Rock In The U.S.A.