CHRISTMAS ROCK CONCERT AT CANTERBURY CATHEDRAL
10-12-2011 - CANTERBURY
LUCIA ROSSI
18/12/2011
recensione
CHRISTMAS ROCK CONCERT ALLA CATTEDRALE DI CANTERBURY
Canterbury, Inghilterra 1170...città di pellegrinaggio fin dall’alto medioevo, e precisamente dal 29 dicembre, quando Tommaso Becket, allora arcivescovo di Canterbury, è stato dichiarato martire della chiesa cristiana, dopo essere stato ucciso a tradimento da quattro cavalieri sicari di Enrico II, re d’Inghilterra all’epoca. Ancora oggi le cause della sua morte sono avvolte da una fitta nebbia di mistero, in quanto Enrico II aveva stretto un’affettuosa amicizia con Becket, un sodalizio di potere spirituale e temporale. Pare tuttavia che l’arcivescovo negli ultimi tempi cominciasse a mostrare chiari segni d’insofferenza verso le continue richieste dell’amico, e, colpito da una profonda crisi di coscienza, rifiutò alla fine di appoggiare le famose “Costituzioni di Clarendon”, che avrebbero affidato al re alcuni poteri che fino ad allora erano appartenuti solo alla chiesa. Ed è proprio questo episodio ad accendere la scintilla che avrebbe portato successivamente alla riforma della chiesa anglicana...Dal giorno del martirio di Becket, ucciso a tradimento mentre era intento a pregare nella cripta della cattedrale, la cattedrale è stata meta nei secoli di lunghi ed estenuanti pellegrinaggi da tutta l’Inghilterra e da tutta Europa, da parte di pellegrini devoti che “vanno a Canterbury, per visitare la tomba di Thomas Becket, il martire che aiutò i malati...” (dal Prologo Generale di “The Canterbury Tales”, di G. Chaucer).
Canterbury 10 dicembre, 2011...Oggi si arriva a Canterbury con ben altri mezzi rispetto al passato, su modernissimi treni ad alta velocità, silenziosi, comodi e, a differenza dei treni italiani, quasi completamente vuoti!!! Anche questo giorno sarà un giorno da ricordare, soprattutto per chi respira e nutre la sua anima di metal, in tutte le sue forme...Questa sera si tiene il “Christmas Rock Concert” nella bellissima cornice della cattedrale di Canterbury, evento giunto ormai al secondo anno. Il concerto quest’anno vede tre ospiti d’eccezione, Ian Anderson dei Jethro Tull, Justin Hayward dei Moody Blues e, udite udite, Mr. Bruce Dickinson degli...c’è bisogno che ve lo dica? Apre il concerto Ian Anderson, non certamente nuovo a questi eventi, essendosi già da tempo dedicato alla salvaguardia di alcune chiese inglesi, che senza fondi né sovvenzioni, rischiano di andare in rovina per gli elevati costi di manutenzione. Dopo aver presentato la sua “band”, il chitarrista Florian Opahle, il bassista David Goodier, il batterista Scott Hammond e il tastierista John O’Hara. Ian annuncia che durante la serata vorrebbe suonare per i presenti alcune “jazz Christmas carols”, ovvero canti di natale riarrangiati in chiave jazz. Il primo canto della serata è “God Rest Ye Merry Gentlemen”, eseguita in puro stile Anderson e accompagnata da un altro “gruppo” ospite della serata, la “Camden Choral Collective”, una giovane corale londinese. Segue un particolarmente ispirato “Gaudete” della C.C.C. (l’ottima acustica della cattedrale contribuisce magnificamente alla resa del brano). Nel prossimo pezzo Anderson mostra al pubblico anche le sue ottime doti di chitarrista. Il pezzo in questione è un singolare rendimento di “Jack in the Green”, dei Jethro Tull, dallo strepitoso decimo album “Songs From The Wood”. Tra un pezzo e l’altro Ian intrattiene il pubblico con aneddoti scherzosi, storie personali a volte un tantino bizzarre, un perfetto cantastorie come ha fama di essere...E’ la prima volta che ho il piacere di assistere ad un concerto di Anderson...lo so, per un’appassionata di hard rock come me, è una cosa piuttosto insolita!! Nonostante i Jethro Tull si siano esibiti nel nostro paese e a Roma innumerevoli volte, ho sempre rimandato l’eventualità di andarvi...Quindi per me questo concerto è anche l’occasione di conoscere una vera leggenda, il pifferaio magico del rock! Quando il C.C.C. attacca le prime note di “We Five Kings”, ispirato al canto di Natale popolare “We Three Kings” risalente a metà ‘800, la sala ascolta in religioso e rispettoso silenzio. E poi la magia...il pubblico è travolto da una pioggia di note angeliche, mentre Ian suona il suo flauto traverso. Dopo l’esecuzione Ian presenta il genero, Andrew Lincoln, attore inglese protagonista del telefilm “The Walking Dead” e del film campione d’incasso “Love Actually”, che legge una poesia natalizia dal titolo “This Is Christmas” del poeta inglese John Benjamin. A seguire ancora un canto di Natale, “Holly Herald”, eseguito dalla C.C.C. e da Anderson, tratto dal suo album “The Jethro Tull Christmas Album”. Sia che suoni il flauto sia che si cali nei panni del narratore di fiabe antiche e moderne, il nostro pifferaio riesce sempre ad incantarci, a rivelare un mondo nuovo davanti ai nostri occhi...Anderson racconta poi di Anne Phoebe, una violinista inglese che non poteva presenziare all’evento perché in dolce attesa, e del suo caro amico John Lord, anch’egli assente alla manifestazione perché malato da tempo di tumore. Tra un canto e un racconto ecco che è giunto il momento che stavamo tutti aspettando, almeno a giudicare da un certo numero di presenze “familiari” tra il pubblico...In tutta la sua veneranda storia credo la cattedrale non abbia mai visto un tale sfoggio di borchie e giubbotti di pelle nera, sovrastati da ricche chiome fluenti. E alla fine ecco che appare...il mitico, unico, grandissimo Bruce Dickinson, che inizia ad intonare “Revelations”. La commozione in sala è quasi tangibile mentre il pubblico ascolta estasiato e in beato silenzio. Al termine della sua performance, la standing ovation dei circa 1.100 spettatori presenti è il minimo che si potesse fare, e il fragoroso applauso del pubblico dimostra quanto questo personaggio sia amato e rispettato veramente da tutti...
Dopo Bruce è il turno del bravissimo Justin Hayward, chitarrista e front man carismatico degli altrettanto leggendari “The Moody Blues”, che ci propone “Forever Autumn”, da “The War Of The Worlds” di Jeff Wayne, in duetto con Ian Anderson. A seguire Ian ci incanta di nuovo con la sua magia…si tratta questa volta di “Bourée” dal quarto album dei Jethro Tull, il favoloso “Aqualung”. A questo punto c’è una breve pausa, e la sottoscritta ne approfitta per prendere una boccata d’aria, ma quello che sarebbe avvenuto fuori dalla cattedrale andava oltre ogni mia immaginazione...Mentre camminavo ammirando i vetri istoriati del lato sud, vedo venire verso di me un uomo e una donna, con passo veloce per combattere il freddo piuttosto pungente. In pratica ci siamo quasi scontrati...quindi sono rimasta pietrificata quando ho realizzato che l’ometto infreddolito con la felpa azzurra altri non era che Mr. Bruce Dickinson in persona, che fissandomi un po’ incuriosito (lo stavo perforando con lo sguardo...) ricambia il mio saluto con un gran sorriso...Per quanto mi riguarda, il concerto avrebbe anche potuto finire lì, ma essendomi un po’ ripresa dopo circa cinque minuti, mi avvio di nuovo all’ingresso della cattedrale per assistere alla seconda parte del concerto. Ad accogliermi la voce calma e suadente di Ian Anderson, e la storiella di una piccola lepre e un terrier che preannuncia “Hare In The Wine Cup”. Dopo il pezzo è il momento di un’altra poesia, “Nativity” di John Dee, recitata stavolta da Justin Hayward. Sale poi di nuovo sull’altare, altare vestito per l’occasione da rock stage, il Capitano Bruce Dickinson, che da abile condottiero qual’è, cita uno dei più famosi autori della letteratura inglese, il poeta visionario William Blake. Subito dopo riempiono la navata della cattedrale le magnifiche note di “Jerusalem”, testo e musica ispirate dall’opera omonima di Blake, tratta dal suo quinto album solista “The Chemical Wedding”. Quello che vedo a poche decine di metri da me è un Dickinson particolarmente ispirato, spoglio degli abiti della rock star, avvolto in un’aura mistica...A contribuire all’atmosfera solenne ci pensa anche l’organista della cattedrale, che a finire del pezzo ci incanta con la “Toccata e Fuga in Re Minore” di Johann S. Bach (l’intro del “Fantasma dell’Opera” tanto per intenderci...n.d.R.), ripresa anche da Opahle alla chitarra elettrica, con tanto di distorsione e effetto wa-wa stile Hendrix! Se buona parte del pubblico era giunto alla cattedrale da ogni angolo del Regno e oltre, per assistere alla performance del front man dei Maiden, un’altra parte era sicuramente lì per deliziarsi della musica senza tempo degli straordinari The Moody Blues, e Hayward non delude le aspettative dei suoi fan regalando a tutti una memorabile “Knights in White Satin”, senza dubbio il pezzo più conosciuto e più amato del gruppo. Siamo giunti quasi alla fine del concerto quando Ian invita sul palco il Reverendo della cattedrale, George Pitcher, che nel suo messaggio ricorda ai presenti le persone meno fortunate, coloro che sono in difficoltà e che sono rimaste sole in questo periodo di festività. La serata è ormai giunta al termine, e l’encore finale, un “Locomotive Breath” dei Jethro Tull eseguita magistralmente da tutti e tre gli ospiti, Anderson, Dickinson e Hayward, mi dona una sensazione di appagamento nell’anima e un calore unico. Sono sicura che l’esperienza vissuta rimarrà nel mio cuore ancora per lungo tempo a venire, come una strenna natalizia preziosa e molto, molto speciale...