Roberta Delaude (MORGANA)
Intervista
A CURA DI R&MIMB
17/06/2012
In occasione del Rock & Metal In My Blood Festival, tenutosi il 26 Maggio a Moncalieri (TO), abbiamo avuto il piacere di intervistare Morgana (alias Roberta Delaude) in concomitanza col suo ritorno sulla scena Metal italiana.
R&MIMB: Eccoci qui con Roberta Delaude, leader dei Morgana. Un saluto e un benvenuta al primo Rock & Metal in my blood festival. Raccontaci un po' cosa è successo in questi anni dopo il tuo abbandono della scena, se di abbandono si è trattato, e qual è stata invece la molla che ti ha spinto a riprendere in mano la carriera musicale.
Roberta: Beh, io sono stata ferma più di vent'anni perchè avevo firmato un contratto discografico importante in Germania poi, vicissitudini peraltro abbastanza note, la casa discografica decise in maniera del tutto arbitraria, e senza peraltro consultarmi, di trasformare questo progetto in qualcosa di pop, perché era un periodo in cui il pop tirava molto. Parliamo appunto degli anni dal 1990 al 1992, è quello il mio periodo. Io dissi semplicemente no, perché non era quello che volevo fare. Ci fu una battaglia legale abbastanza lunga perché io avevo firmato un contratto e di conseguenza dovetti mettere di mezzo un avvocato per liberarmi dal contratto, anche perché il distributore era la BMG Ariola che all'epoca era un colosso, una major. Comuque alla fine riuscii a liberarmi e a volte mi chiedo, col senno del poi, "Chissà se magari, se avessi accettato, le cose sarebbero andate diversamente...?" Però decisi che no, non volevo fare quello: io sono una una che quando chiude lo fa definitivamente. Quindi tornai a Torino, decisi di chiudere con tutto, cambiai completamente vita, incontrai un bravo ragazzo e me lo sposai. La realtà è questa: se volevate sentir qualcosa a proposito di messe sataniche o cose di questo genere lo facciamo un'altra volta. (Risata generale)
Sono stata sposata per quindici anni, quindi una bella cifra, e poi la molla è stata proprio il fallimento di quella che pensavo potesse essere la mia vita, anche perché nessuno sfugge alla propria natura, e ad un certo punto la mia vera natura è saltata fuori: io mi sentivo in gabbia e questo matrimonio è finito. Avevo bisogno di tornare al mio mondo e l'unico modo era quello di tornare dalla porta principale appoggiandomi a qualcuno di importante. Cominciai un paio di collaborazioni, che poi non sono andate bene, con un paio di grossi nomi della vecchia scena e alla fine ho incontrato Tommy Talamanca.
Inizialmente doveva essere più una collaborazione di studio, poi invece lui si è fatto prendere da questo progetto e quindi è diventato parte integrante della cosa. Abbiamo scritto quest'album insieme e così è uscito "Rose of Jericho".
R&MIMB: La pubblicazione di "Three Years of Madness", una raccolta dei vecchi brani, è stata l'occasione per riscoprire la qualità del vecchio repertorio che, pur pagando il giusto tributo ai classici modelli dell'epoca, dimostra anche un'ottima personalità a livello compositivo, cosa non così comune nel metal italiano di quel periodo. La tua formazione come musicista qual è?
Roberta: In realtà nessuna. Diciamo che arrivo dal Blues, dal Rock. Io ho quarantacinque anni suonati, quindi di conseguenza arrivo da Traffic, arrivo dai Rolling Stones. Quella era la mia grande passione e quindi arrivo da quello; io arrivo dal sangue, non arrivo dal metallo. Però sempre con un occhio alla modernità. Ancora oggi, malgrado vada di nuovo molto la old school, io non riesco a vederla con occhio benevolo, anche perchè faccio questo ragionamento: siamo nel 2012, devi tentare di svecchiarti un po', devi andare avanti. E' stato tutto bellissimo però bisogna rimanere in contatto con la realtà. Ad esempio, se ancora fossimo negli anni '80, io non sarei l'azionista di maggioranza di numerose ditte che producono creme antirughe, anticellulite e quant'altro (Risatina generale). Ho sempre avuto questa tendenza a guardare un po' in avanti.
La raccolta ha soltanto due inediti, scritti da Alberto Simonini, ma scritti comunque negli anni '90, e tutto sommato sono ancora moderni proprio per questo mio sforzo nel guardare avanti, pur non avendo una vera e propria formazione. La mia formazione è il Blues, il Rock, il Rock 'n' Roll. Poi in seguito certamente anche l'Heavy Metal classico.
R&MIMB: Qual è stato il processo compositivo che ha portato alla nascita dei nuovi brani?
Roberta: E' stato molto semplice. La distanza tra Torino e Genova poteva essere un problema e invece non lo è stato, siamo riusciti a lavorare molto bene. Tommy Talamanca ogni sera alle dieci e mezzo, puntuale come la morte, mi mandava una mail con un file allegato, con un'idea; ovviamente un'idea da sviluppare, in stato embrionale. Io cercavo un cantato, cercavo un bridge, un ritornello, quello che era; ci trovavamo poi due volte al mese in studio e andavamo avanti con il pezzo. Ma lui tutte le sere mi mandava un piccolo embrione e da lì decidevamo cosa fare. E' stato anche divertente alla fine. Poi lavorare con Tommy è veramente stimolante, non è solo un musicista poliedrico ma è anche un ottimo compositore; è bello lavorare con lui, perchè ci siamo completati: siamo due caratteri diversi però ci siamo completati. Anche la sua "cattiveria" ci sta con questa mia voce un po' blues, un po' scura. Secondo me è un bel mix il nostro.
R&MIMB: L'album ha preso forma mano a mano o c'era da subito una direzione stilistica ben precisa?
Roberta: No in realtà non c'era. Io ricordo con molto affetto un pezzo che poi è quello del video quindi quello che a noi piace di più, "Golden Hours", che lui ha chiamato "il pezzo senza capo né coda" perchè non ha ritornello, non ha niente, però a noi piace tanto. C'era questo riff che a noi piaceva, non c'era modo di metterci un bridge, un ritornello, ma ce ne siamo fregati. Poi alla fine c'è piaciuto talmente tanto da farne il video.
R&MIMB: Stai già pensando di dare un seguito a questo lavoro? Cioè, si tratta di una rinascita definitiva oppure potrebbe rimanere un piacevole episodio isolato nel tempo?
Roberta: Questo dipende relativamente da me, con la Band l'idea è quella di continuare. Proprio domenica scorsa eravamo di ritorno da due date, una delle quali è andata malissimo, dove non c'era nessuno a sentirci, è stato umiliante. Però la data successiva c'era un mucchio di gente, le persone ci aspettavano con le copertine degli album da farci firmare e siamo stati felicissimi di questo, vista anche la legnata della sera prima. Quando vedi la gente che partecipa, che chiama il tuo nome ti viene voglia di dire: "Ma perché devo mollare?" Poi alla fine io lo faccio per passione, non è il mio mestiere, io non sono un professionista ma sono una che al mattino va a lavorare...per la gloria di Satana, ma va a lavorare (Risatina generale). Se darò un seguito a questo, come è probabile che sia, sarà solo per passione. Ammetto però che la nostra è un po' una vita di alti e bassi, anche stasera ad esempio io non sono molto contenta; sì, gente ce n'è però me ne aspettavo di più, quindi quando è così il dubbio se continuare o meno ti viene, poi basta la persona che viene lì appena sono scesa dal palco a dirmi che son stata brava, che siamo stati bravi, e la voglia ti viene. Quindi io credo proprio di sì, che ci sarà un seguito.
R&MIMB: Oggi stiamo assistendo ad un massiccio ritorno in auge di tutti gli stilemi musicali e non del metal originario. Tu che hai vissuto quegli anni in prima persona, cosa pensi sia cambiato nella scena attuale rispetto al passato?
Roberta: C'è meno gente che va ai concerti. Io ricordo che nel 1983 al teatro Agnelli di Torino c'erano seicento persone solo per noi. Adesso seicento persone neanche se gli dai un euro testa o se gli paghi il gasolio vengono, quindi la scena dell'epoca in questo periodo qui non è più ricreabile. Vedo molti musicisti non andare ai concerti; noi andavamo a tutti i concerti dei nostri colleghi, io vado ai concerti dei miei colleghi, perché non devo andare? Poi se fanno cagare vaffanculo, gli dirò che hanno fatto cagare, e se son stati bravi gli dirò che son stati bravi. Invece adesso noto che c'è un po' questo disinteresse: "No ma, io non vado a vedere Morgana, non vado a vedere i Sadist, non vado a vedere Strana Officina". All'epoca noi magari ci prendevamo anche a botte, a volte finiva in scazzottate, però c'era veramente il movimento, ci si trovava tutti assieme, si seguiva tutti quanti qualcosa, c'era un ideale. A Torino c'era la famosa metal militia, c'eran delle sere che eravamo in settanta/ottanta persone in Piazza Statuto a Torino. Ora questa cosa io non la vedo più. Quando mi vengono a dire "E il rock 'n' roll, ed il thrash metal, nessuno li fa" rispondo "Ma non vi alzate mai dal divano: non potete stare sempre attaccati al computer!" Se volete la vecchia scena la dovete ricreare. Ma non devono ricrearla i vecchi, perché io adesso vado a casa e mi viene mal di schiena! Sono i giovani a doverla ricreare. Allora da qui si può ripartire, ma in questo momento la differenza grande è che la scena non c'è più.
R&MIMB: Per quel che riguarda invece lo status di donna nel mondo del metal, che differenze ci sono fra ieri ed oggi?
Roberta: Nessuna, nessuna... c'è ancora un pregiudizio duro a morire. Essere una donna di conseguenza è non essere credibile. Per carità, ho tanti difetti, però non mi manca la voce e posso mangiarmi vivi tanti miei colleghi maschi. Però io sono una femmina, di conseguenza sono sempre un po' relegata ad un clichè. O sei la metallara con borchie e giubottino eccetera... ma quello è un discorso ancora diverso: tu vuoi essere come i maschi. Ma io le gare di rutti non le voglio fare, perché sono una femmina e non me la sento! Ad esempio, tu stasera hai una bellissima gonna (indica la gonna di Sally Reynold, n.d.r.). Io me la metterei. Ma non mi metterei mai un gilet con le toppe, perché non sono io, perché secondo me non è da donna. E quindi questo crea un pregiudizio, paradossalmente. Ma io faccio pipì da seduta, non posso fare a gara per chi fa la pipì più lontano! Il pregiudizio c'è eccome. Ti dico, io negli anni '80 sono stata famosa perché ho fatto delle foto abbastanza spinte, ma all'epoca si faceva e chi se ne frega (ero una bella ragazza e me lo potevo permettere). Poi, recentemente, ho fatto questo album castigatissimo, e c'è stata qualche webzine che ha scritto "Eh, però... è vestita!". Ma che vuol dire? Ho cinquant'anni, cosa devo fare? (Ridacchiamento generale). Allora a quel punto abbiamo tirato fuori questo video (e qui ci tengo a dire che non è colpa mia) che è un pochino pepato, ma poca roba, e tutti hanno visto il video! Se avessi fatto il video con le borchie fino a metà braccio, bestemmiando, non avrebbe avuto lo stesso effetto. Ad oggi siamo a quasi cinquemila visualizzazioni, in quattro mesi, perché si vede un po' il culo! Quindi il pregiudizio c'è eccome, e si vede! Perché il pezzo è ben fatto, ben suonato, ben cantato. Il pregiudizio c'è, eccome! Perché la gente, quando siamo entrati noi, è uscita. E siamo a Torino! Perché questo? Perché sono una femmina. Ma l'ho visto fare spesso, anche con altre cantanti. Ma io non posso snaturarmi, perché io sono questa. O mi faccio attaccare il pisello... però non saprei cosa farmene! Io mi accontento dei prestiti! (Risata generale).
R&MIMB: Come riesci a conciliare la tua vita professionale e privata, che in questi anni avrà preso dei tempi e dei ritmi ben precisi, con gli impegni di musicista?
Roberta: Io ho tanti rimpianti, il primo di tutti è quello di non essere riuscita a diventare madre, che per me è un rimpianto enorme: nel senso che ci ho provato, eccome, ed è sempre andata male. A volte mi chiedo "Ma se io fossi diventata madre avrei riprovato? Avrei continuato? Come sarebbe stato?". E mi rispondo che sì, avrei conciliato le cose in qualche modo. Ora sono un po' la mamma di quelli che hanno vent'anni. Io sono una iena, però una iena che si commuove: sono venuta a Mantova, ad un concerto, e c'erano queste ragazze di vent'anni, che studiano canto, a dirmi "Tu per noi sei come una zia" (ed io, dentro di me, "Se dite che sono una nonna vi prendo a pugni in faccia!"). E di nuovo "Tu per noi sei un esempio". Quindi questi sono un po' i miei figli. Ma se avessi avuto quello che non ho avuto sarei riuscita a conciliare gli impegni, come del resto concilio il mio lavoro alla musica: rivesto un ruolo di prestigio nell'azienda di famiglia, (ex famiglia, perché il mio capo è il mio ex marito, ma io continuo a lavorare nell'azienda), ma questo non vuol dire nulla. Io sono sempre la stessa, e forse è questo che mi rende integra: quando mi si inchioda il programma di contabilità dico le parolacce. Io ascolto gli Slayer mentre lavoro! Sono riuscita ad essere la stessa persona ed è per questo che riesco a conciliare gli impegni.
R&MIMB: Tornando indietro, quindi, cambieresti qualcosa?
Roberta: Tante cose cambierei... innanzi tutto smusserei un po' gli angoli del mio carattere. Da giovane, per dirti, come mi giravano le balle mandavo via gente dal gruppo... ora non sono più così. L'età ti insegna tante cose. L'esperienza coi Jester Beast, ad esempio, è stata un'esperienza pazzesca, anche perchè nel 1982 un gruppo trash con una cantante donna era una novità assoluta, avremmo potuto fare qualsiasi cosa a quell'epoca e invece io non ho avuto la pazienza d'aspettare. Sono una che non ha pazienza. Non ho avuto la pazienza di aspettare, e quello lo cambierei. E poi cambierei tante cose riguardanti la vita privata perché anche lì sono una molto sanguigna, sono una che ci mette una vita ad innamorarsi ed un secondo a mandarti a fare in culo. La stessa cosa avviene con la musica, una vita a decidere cosa fare ed un secondo a dire: "Basta non va bene". Questo però è il mio carattere e di conseguenza si può fare poco.
R&MIMB: All'interno della scena italiana quali sono i colleghi musicisti che stimi maggiormente?
Roberta: Tanti. Io stasera sono qui, ma avrei dovuto essere a Scordia, vicino Catania, con Buldozzer; però mi sono dovuta scusare perchè non potevo rinunciare a questa opportunità con i Sadist, anche perchè Morgana è un po' la sorella storpia dei Sadist (Risata). Quindi sicuramente Bulldozer, sicuramente Strana Officina, sicuramente Sadist. I Sadist li stimavo ben prima di iniziare questo progetto: l'ho visti al Gods of Metal 2010, ed ho comprato il loro album (non me l'hanno regalato!). Tra i giovani mi piacciono molto i "The Strage", mi piace molto anche la band del mio bassista, gli "Odd Dimension", e poi i nomi storici, che alla fine son sempre gli stessi, Necrodeath, quella gente lì. Sono delle bands che vedi sul palco e ti rendi conto della loro dimensione; alcuni italiani sono di dimensione internazionale secondo me. Fra alcune nuove leve ci sono ragazzi veramente bravi. Oppure anche i ragazzi che stanno suonando adesso, gli Arthemis, son molto bravi (anche se non è proprio il mio genere, io sono più verso "the Strage"). In sintesi, ho visto dei giovani molto bravi, seppur pochi, mentre per quanto riguarda i "vecchi", credo che non abbiano avuto quello che meritavano.
R&MIMB: Com'è andata la serata di stasera? C'erano delle aspettative particolari, ed in caso, sono state rispettate?
Roberta: Volete una pietosa bugia o la verità?
R&MIMB: La verità!
Roberta: La verità è che l'organizzazione è stata ottima, tutti i ragazzi sono stati incantevoli. Il problema è che Torino è una piazza schifosa. Qui dovrebbe essere pieno così, ma non per me, chi se ne frega, la piccola fiammiferaia del metal poteva anche stare a casa. Ma ci sono i Sadist, gli Arthemis e per di più gratis, almeno per queste due band la gente avrebbe dovuto picchiarsi per entrare! Quindi di questo sono molto delusa. Poi, va be', c'è stato qualche piccolo problemino sul palco però pazienza. E' che non fa piacere, quando tu sali sul palco, sapere che gli altri sono fuori a mangiarsi la crèpe. Però gente poi ne è entrata, di conseguenza va bene. A Mantova c'è stato il terremoto e nonostante questo la gente c'era, era pieno.
R&MIMB: Siamo stati sfortunati, c'era Michael Angelo Batio che suonava stasera...
Roberta: Comunque un plauso all'organizzazione sicuramente: avete avuto molto coraggio.
R&MIMB: Se dovessi consigliare "Rose of Jericho" ad un giovane metallaro di oggi e, perché no, ad un "giovane" metallaro di ieri, in che modo lo descriveresti?
Roberta: "Rose of Jericho" è un mix tra un metal oscuro, cattivo, e la melodia. E' la mia anima, io in questo album ho messo veramente la mia anima. Ogni pezzo è stato scritto in un momento particolare della mia esistenza e quindi lì dentro c'è la mia anima. Non c'è stato un recensore che questa cosa non l'abbia notata: ogni pezzo è stato scritto per un motivo, non c'è finzione e quindi è un modo per entrare dentro di me. Avevo bisogno di comunicare ed io non sono molto brava con le parole, mi riesce molto meglio con la musica. Quindi direi, compratevi questo sentimento. Perchè è un sentimento poi alla fine, non è nulla di più, è quello che sono io.
R&MIMB: Bene, grazie mille, ci lasceresti un saluto per i lettori di Rock & Metal In My Blood?
Roberta: Vi ringrazio, per me è stata veramente una bella serata. Speravo in più gente però siete stati bravi e coraggiosi, il coraggio va premiato secondo me, specialmente in un momento come questo che è nero per tutti. Quindi...horns up!
Elaborazione e stesura domande: Alle Royale
Esecuzione intervista: Simone Mencarini
R&MIMB: Eccoci qui con Roberta Delaude, leader dei Morgana. Un saluto e un benvenuta al primo Rock & Metal in my blood festival. Raccontaci un po' cosa è successo in questi anni dopo il tuo abbandono della scena, se di abbandono si è trattato, e qual è stata invece la molla che ti ha spinto a riprendere in mano la carriera musicale.
Roberta: Beh, io sono stata ferma più di vent'anni perchè avevo firmato un contratto discografico importante in Germania poi, vicissitudini peraltro abbastanza note, la casa discografica decise in maniera del tutto arbitraria, e senza peraltro consultarmi, di trasformare questo progetto in qualcosa di pop, perché era un periodo in cui il pop tirava molto. Parliamo appunto degli anni dal 1990 al 1992, è quello il mio periodo. Io dissi semplicemente no, perché non era quello che volevo fare. Ci fu una battaglia legale abbastanza lunga perché io avevo firmato un contratto e di conseguenza dovetti mettere di mezzo un avvocato per liberarmi dal contratto, anche perché il distributore era la BMG Ariola che all'epoca era un colosso, una major. Comuque alla fine riuscii a liberarmi e a volte mi chiedo, col senno del poi, "Chissà se magari, se avessi accettato, le cose sarebbero andate diversamente...?" Però decisi che no, non volevo fare quello: io sono una una che quando chiude lo fa definitivamente. Quindi tornai a Torino, decisi di chiudere con tutto, cambiai completamente vita, incontrai un bravo ragazzo e me lo sposai. La realtà è questa: se volevate sentir qualcosa a proposito di messe sataniche o cose di questo genere lo facciamo un'altra volta. (Risata generale)
Sono stata sposata per quindici anni, quindi una bella cifra, e poi la molla è stata proprio il fallimento di quella che pensavo potesse essere la mia vita, anche perché nessuno sfugge alla propria natura, e ad un certo punto la mia vera natura è saltata fuori: io mi sentivo in gabbia e questo matrimonio è finito. Avevo bisogno di tornare al mio mondo e l'unico modo era quello di tornare dalla porta principale appoggiandomi a qualcuno di importante. Cominciai un paio di collaborazioni, che poi non sono andate bene, con un paio di grossi nomi della vecchia scena e alla fine ho incontrato Tommy Talamanca.
Inizialmente doveva essere più una collaborazione di studio, poi invece lui si è fatto prendere da questo progetto e quindi è diventato parte integrante della cosa. Abbiamo scritto quest'album insieme e così è uscito "Rose of Jericho".
R&MIMB: La pubblicazione di "Three Years of Madness", una raccolta dei vecchi brani, è stata l'occasione per riscoprire la qualità del vecchio repertorio che, pur pagando il giusto tributo ai classici modelli dell'epoca, dimostra anche un'ottima personalità a livello compositivo, cosa non così comune nel metal italiano di quel periodo. La tua formazione come musicista qual è?
Roberta: In realtà nessuna. Diciamo che arrivo dal Blues, dal Rock. Io ho quarantacinque anni suonati, quindi di conseguenza arrivo da Traffic, arrivo dai Rolling Stones. Quella era la mia grande passione e quindi arrivo da quello; io arrivo dal sangue, non arrivo dal metallo. Però sempre con un occhio alla modernità. Ancora oggi, malgrado vada di nuovo molto la old school, io non riesco a vederla con occhio benevolo, anche perchè faccio questo ragionamento: siamo nel 2012, devi tentare di svecchiarti un po', devi andare avanti. E' stato tutto bellissimo però bisogna rimanere in contatto con la realtà. Ad esempio, se ancora fossimo negli anni '80, io non sarei l'azionista di maggioranza di numerose ditte che producono creme antirughe, anticellulite e quant'altro (Risatina generale). Ho sempre avuto questa tendenza a guardare un po' in avanti.
La raccolta ha soltanto due inediti, scritti da Alberto Simonini, ma scritti comunque negli anni '90, e tutto sommato sono ancora moderni proprio per questo mio sforzo nel guardare avanti, pur non avendo una vera e propria formazione. La mia formazione è il Blues, il Rock, il Rock 'n' Roll. Poi in seguito certamente anche l'Heavy Metal classico.
R&MIMB: Qual è stato il processo compositivo che ha portato alla nascita dei nuovi brani?
Roberta: E' stato molto semplice. La distanza tra Torino e Genova poteva essere un problema e invece non lo è stato, siamo riusciti a lavorare molto bene. Tommy Talamanca ogni sera alle dieci e mezzo, puntuale come la morte, mi mandava una mail con un file allegato, con un'idea; ovviamente un'idea da sviluppare, in stato embrionale. Io cercavo un cantato, cercavo un bridge, un ritornello, quello che era; ci trovavamo poi due volte al mese in studio e andavamo avanti con il pezzo. Ma lui tutte le sere mi mandava un piccolo embrione e da lì decidevamo cosa fare. E' stato anche divertente alla fine. Poi lavorare con Tommy è veramente stimolante, non è solo un musicista poliedrico ma è anche un ottimo compositore; è bello lavorare con lui, perchè ci siamo completati: siamo due caratteri diversi però ci siamo completati. Anche la sua "cattiveria" ci sta con questa mia voce un po' blues, un po' scura. Secondo me è un bel mix il nostro.
R&MIMB: L'album ha preso forma mano a mano o c'era da subito una direzione stilistica ben precisa?
Roberta: No in realtà non c'era. Io ricordo con molto affetto un pezzo che poi è quello del video quindi quello che a noi piace di più, "Golden Hours", che lui ha chiamato "il pezzo senza capo né coda" perchè non ha ritornello, non ha niente, però a noi piace tanto. C'era questo riff che a noi piaceva, non c'era modo di metterci un bridge, un ritornello, ma ce ne siamo fregati. Poi alla fine c'è piaciuto talmente tanto da farne il video.
R&MIMB: Stai già pensando di dare un seguito a questo lavoro? Cioè, si tratta di una rinascita definitiva oppure potrebbe rimanere un piacevole episodio isolato nel tempo?
Roberta: Questo dipende relativamente da me, con la Band l'idea è quella di continuare. Proprio domenica scorsa eravamo di ritorno da due date, una delle quali è andata malissimo, dove non c'era nessuno a sentirci, è stato umiliante. Però la data successiva c'era un mucchio di gente, le persone ci aspettavano con le copertine degli album da farci firmare e siamo stati felicissimi di questo, vista anche la legnata della sera prima. Quando vedi la gente che partecipa, che chiama il tuo nome ti viene voglia di dire: "Ma perché devo mollare?" Poi alla fine io lo faccio per passione, non è il mio mestiere, io non sono un professionista ma sono una che al mattino va a lavorare...per la gloria di Satana, ma va a lavorare (Risatina generale). Se darò un seguito a questo, come è probabile che sia, sarà solo per passione. Ammetto però che la nostra è un po' una vita di alti e bassi, anche stasera ad esempio io non sono molto contenta; sì, gente ce n'è però me ne aspettavo di più, quindi quando è così il dubbio se continuare o meno ti viene, poi basta la persona che viene lì appena sono scesa dal palco a dirmi che son stata brava, che siamo stati bravi, e la voglia ti viene. Quindi io credo proprio di sì, che ci sarà un seguito.
R&MIMB: Oggi stiamo assistendo ad un massiccio ritorno in auge di tutti gli stilemi musicali e non del metal originario. Tu che hai vissuto quegli anni in prima persona, cosa pensi sia cambiato nella scena attuale rispetto al passato?
Roberta: C'è meno gente che va ai concerti. Io ricordo che nel 1983 al teatro Agnelli di Torino c'erano seicento persone solo per noi. Adesso seicento persone neanche se gli dai un euro testa o se gli paghi il gasolio vengono, quindi la scena dell'epoca in questo periodo qui non è più ricreabile. Vedo molti musicisti non andare ai concerti; noi andavamo a tutti i concerti dei nostri colleghi, io vado ai concerti dei miei colleghi, perché non devo andare? Poi se fanno cagare vaffanculo, gli dirò che hanno fatto cagare, e se son stati bravi gli dirò che son stati bravi. Invece adesso noto che c'è un po' questo disinteresse: "No ma, io non vado a vedere Morgana, non vado a vedere i Sadist, non vado a vedere Strana Officina". All'epoca noi magari ci prendevamo anche a botte, a volte finiva in scazzottate, però c'era veramente il movimento, ci si trovava tutti assieme, si seguiva tutti quanti qualcosa, c'era un ideale. A Torino c'era la famosa metal militia, c'eran delle sere che eravamo in settanta/ottanta persone in Piazza Statuto a Torino. Ora questa cosa io non la vedo più. Quando mi vengono a dire "E il rock 'n' roll, ed il thrash metal, nessuno li fa" rispondo "Ma non vi alzate mai dal divano: non potete stare sempre attaccati al computer!" Se volete la vecchia scena la dovete ricreare. Ma non devono ricrearla i vecchi, perché io adesso vado a casa e mi viene mal di schiena! Sono i giovani a doverla ricreare. Allora da qui si può ripartire, ma in questo momento la differenza grande è che la scena non c'è più.
R&MIMB: Per quel che riguarda invece lo status di donna nel mondo del metal, che differenze ci sono fra ieri ed oggi?
Roberta: Nessuna, nessuna... c'è ancora un pregiudizio duro a morire. Essere una donna di conseguenza è non essere credibile. Per carità, ho tanti difetti, però non mi manca la voce e posso mangiarmi vivi tanti miei colleghi maschi. Però io sono una femmina, di conseguenza sono sempre un po' relegata ad un clichè. O sei la metallara con borchie e giubottino eccetera... ma quello è un discorso ancora diverso: tu vuoi essere come i maschi. Ma io le gare di rutti non le voglio fare, perché sono una femmina e non me la sento! Ad esempio, tu stasera hai una bellissima gonna (indica la gonna di Sally Reynold, n.d.r.). Io me la metterei. Ma non mi metterei mai un gilet con le toppe, perché non sono io, perché secondo me non è da donna. E quindi questo crea un pregiudizio, paradossalmente. Ma io faccio pipì da seduta, non posso fare a gara per chi fa la pipì più lontano! Il pregiudizio c'è eccome. Ti dico, io negli anni '80 sono stata famosa perché ho fatto delle foto abbastanza spinte, ma all'epoca si faceva e chi se ne frega (ero una bella ragazza e me lo potevo permettere). Poi, recentemente, ho fatto questo album castigatissimo, e c'è stata qualche webzine che ha scritto "Eh, però... è vestita!". Ma che vuol dire? Ho cinquant'anni, cosa devo fare? (Ridacchiamento generale). Allora a quel punto abbiamo tirato fuori questo video (e qui ci tengo a dire che non è colpa mia) che è un pochino pepato, ma poca roba, e tutti hanno visto il video! Se avessi fatto il video con le borchie fino a metà braccio, bestemmiando, non avrebbe avuto lo stesso effetto. Ad oggi siamo a quasi cinquemila visualizzazioni, in quattro mesi, perché si vede un po' il culo! Quindi il pregiudizio c'è eccome, e si vede! Perché il pezzo è ben fatto, ben suonato, ben cantato. Il pregiudizio c'è, eccome! Perché la gente, quando siamo entrati noi, è uscita. E siamo a Torino! Perché questo? Perché sono una femmina. Ma l'ho visto fare spesso, anche con altre cantanti. Ma io non posso snaturarmi, perché io sono questa. O mi faccio attaccare il pisello... però non saprei cosa farmene! Io mi accontento dei prestiti! (Risata generale).
R&MIMB: Come riesci a conciliare la tua vita professionale e privata, che in questi anni avrà preso dei tempi e dei ritmi ben precisi, con gli impegni di musicista?
Roberta: Io ho tanti rimpianti, il primo di tutti è quello di non essere riuscita a diventare madre, che per me è un rimpianto enorme: nel senso che ci ho provato, eccome, ed è sempre andata male. A volte mi chiedo "Ma se io fossi diventata madre avrei riprovato? Avrei continuato? Come sarebbe stato?". E mi rispondo che sì, avrei conciliato le cose in qualche modo. Ora sono un po' la mamma di quelli che hanno vent'anni. Io sono una iena, però una iena che si commuove: sono venuta a Mantova, ad un concerto, e c'erano queste ragazze di vent'anni, che studiano canto, a dirmi "Tu per noi sei come una zia" (ed io, dentro di me, "Se dite che sono una nonna vi prendo a pugni in faccia!"). E di nuovo "Tu per noi sei un esempio". Quindi questi sono un po' i miei figli. Ma se avessi avuto quello che non ho avuto sarei riuscita a conciliare gli impegni, come del resto concilio il mio lavoro alla musica: rivesto un ruolo di prestigio nell'azienda di famiglia, (ex famiglia, perché il mio capo è il mio ex marito, ma io continuo a lavorare nell'azienda), ma questo non vuol dire nulla. Io sono sempre la stessa, e forse è questo che mi rende integra: quando mi si inchioda il programma di contabilità dico le parolacce. Io ascolto gli Slayer mentre lavoro! Sono riuscita ad essere la stessa persona ed è per questo che riesco a conciliare gli impegni.
R&MIMB: Tornando indietro, quindi, cambieresti qualcosa?
Roberta: Tante cose cambierei... innanzi tutto smusserei un po' gli angoli del mio carattere. Da giovane, per dirti, come mi giravano le balle mandavo via gente dal gruppo... ora non sono più così. L'età ti insegna tante cose. L'esperienza coi Jester Beast, ad esempio, è stata un'esperienza pazzesca, anche perchè nel 1982 un gruppo trash con una cantante donna era una novità assoluta, avremmo potuto fare qualsiasi cosa a quell'epoca e invece io non ho avuto la pazienza d'aspettare. Sono una che non ha pazienza. Non ho avuto la pazienza di aspettare, e quello lo cambierei. E poi cambierei tante cose riguardanti la vita privata perché anche lì sono una molto sanguigna, sono una che ci mette una vita ad innamorarsi ed un secondo a mandarti a fare in culo. La stessa cosa avviene con la musica, una vita a decidere cosa fare ed un secondo a dire: "Basta non va bene". Questo però è il mio carattere e di conseguenza si può fare poco.
R&MIMB: All'interno della scena italiana quali sono i colleghi musicisti che stimi maggiormente?
Roberta: Tanti. Io stasera sono qui, ma avrei dovuto essere a Scordia, vicino Catania, con Buldozzer; però mi sono dovuta scusare perchè non potevo rinunciare a questa opportunità con i Sadist, anche perchè Morgana è un po' la sorella storpia dei Sadist (Risata). Quindi sicuramente Bulldozer, sicuramente Strana Officina, sicuramente Sadist. I Sadist li stimavo ben prima di iniziare questo progetto: l'ho visti al Gods of Metal 2010, ed ho comprato il loro album (non me l'hanno regalato!). Tra i giovani mi piacciono molto i "The Strage", mi piace molto anche la band del mio bassista, gli "Odd Dimension", e poi i nomi storici, che alla fine son sempre gli stessi, Necrodeath, quella gente lì. Sono delle bands che vedi sul palco e ti rendi conto della loro dimensione; alcuni italiani sono di dimensione internazionale secondo me. Fra alcune nuove leve ci sono ragazzi veramente bravi. Oppure anche i ragazzi che stanno suonando adesso, gli Arthemis, son molto bravi (anche se non è proprio il mio genere, io sono più verso "the Strage"). In sintesi, ho visto dei giovani molto bravi, seppur pochi, mentre per quanto riguarda i "vecchi", credo che non abbiano avuto quello che meritavano.
R&MIMB: Com'è andata la serata di stasera? C'erano delle aspettative particolari, ed in caso, sono state rispettate?
Roberta: Volete una pietosa bugia o la verità?
R&MIMB: La verità!
Roberta: La verità è che l'organizzazione è stata ottima, tutti i ragazzi sono stati incantevoli. Il problema è che Torino è una piazza schifosa. Qui dovrebbe essere pieno così, ma non per me, chi se ne frega, la piccola fiammiferaia del metal poteva anche stare a casa. Ma ci sono i Sadist, gli Arthemis e per di più gratis, almeno per queste due band la gente avrebbe dovuto picchiarsi per entrare! Quindi di questo sono molto delusa. Poi, va be', c'è stato qualche piccolo problemino sul palco però pazienza. E' che non fa piacere, quando tu sali sul palco, sapere che gli altri sono fuori a mangiarsi la crèpe. Però gente poi ne è entrata, di conseguenza va bene. A Mantova c'è stato il terremoto e nonostante questo la gente c'era, era pieno.
R&MIMB: Siamo stati sfortunati, c'era Michael Angelo Batio che suonava stasera...
Roberta: Comunque un plauso all'organizzazione sicuramente: avete avuto molto coraggio.
R&MIMB: Se dovessi consigliare "Rose of Jericho" ad un giovane metallaro di oggi e, perché no, ad un "giovane" metallaro di ieri, in che modo lo descriveresti?
Roberta: "Rose of Jericho" è un mix tra un metal oscuro, cattivo, e la melodia. E' la mia anima, io in questo album ho messo veramente la mia anima. Ogni pezzo è stato scritto in un momento particolare della mia esistenza e quindi lì dentro c'è la mia anima. Non c'è stato un recensore che questa cosa non l'abbia notata: ogni pezzo è stato scritto per un motivo, non c'è finzione e quindi è un modo per entrare dentro di me. Avevo bisogno di comunicare ed io non sono molto brava con le parole, mi riesce molto meglio con la musica. Quindi direi, compratevi questo sentimento. Perchè è un sentimento poi alla fine, non è nulla di più, è quello che sono io.
R&MIMB: Bene, grazie mille, ci lasceresti un saluto per i lettori di Rock & Metal In My Blood?
Roberta: Vi ringrazio, per me è stata veramente una bella serata. Speravo in più gente però siete stati bravi e coraggiosi, il coraggio va premiato secondo me, specialmente in un momento come questo che è nero per tutti. Quindi...horns up!
Elaborazione e stesura domande: Alle Royale
Esecuzione intervista: Simone Mencarini