Holy Martyr

A CURA DI R&MIMB

27/05/2011

Gli Holy Martyr, nati nel 1994, sono da alcuni anni una delle realtà emergenti più interessanti nel panorama metal italiano, sin da quando, nel 2003 e nel 2005, hanno dato alle stampe gli ep "Hail to Hellas" e "Vis et Honor". Il loro sound heavy venato di forti connotazioni epiche ha contribuito a fare dei loro primi due album, "Still At War" (2007) e "Hellenic Warrior Spirit" (2008), due importanti successi sulla scena nazionale, editi e promossi dalla fiorentina Dragonheart Records. In vista dell'uscita imminente del loro terzo full-lenght, "Invincibile", abbiamo l'occasione di parlare del nuovo disco, della storia della band e di molti altri interessanti argomenti con il bravo e simpatico chitarrista Ivano Spiga, fondatore della band nonché anima musicale del gruppo.

R&MIMB: Dunque, Ivano, gli Holy Martyr sono nati nel 1994, quasi vent'anni fa, in un periodo in cui la scena metal si stava lentamente riprendendo dopo lo scatafascio degli anni del grunge. Come avete fatto a resistere dal 1994 a metà degli Anni Duemila senza riscontri discografici?
Ivano Spiga (Holy Martyr): Diciamo che è qualcosa che fai per passione, si spera sempre di vivere di musica, ma non è il mio caso. Il gruppo è una valvola di sfogo, è il mio motivo di vita, per questo ho resistito tanti anni. Suonare mi dà la forza di affrontare tante altre cose della vita. Qualche piccolo frutto poi è stato raccolto, e questo dà enormi soddisfazioni: quando non ti aspetti niente, anche piccoli successi per te sono cose di grande importanza. Non c'è bisogno, per realizzarsi, di fare i miliardi con la musica, alla fine fai qualcosa che ti piace e ti diverte.

R&MIMB: Ho trovato la storia del vostro primo ep, "Hail to Hellas", molto interessante. All'epoca non avevate materialmente i fondi per realizzarlo, ma un nutrito gruppo di fans tedeschi, greci ed italiani ha organizzato una colletta per reperire il denaro necessario. Cosa avete pensato quando avete avuto in mano il prodotto finito?
Ivano Spiga (Holy Martyr): Sì, molti di loro ci conoscevano anche solo per il primo demo, che aveva destato molto interesse e creato attorno a noi molta attesa. Avevamo i soldi per registrare l'ep, ma non per stamparlo, così è partita l'idea di fare una sorta di colletta "anticipando" i soldi in cambio di qualcos'altro, per esempio una maglietta celebrativa dell'occasione ed un cd con una bonus track stampato in 200 copie, se non ricordo male, che ho autografato personalmente. Sinceramente non pensavo che in un mese mi sarei trovato in condizioni di realizzare l'ep! Questa cosa mi ha sempre reso orgoglioso dell'affetto dei fans, e loro stessi hanno motivo di esserlo: spesso e volentieri, quando vedo ai concerti qualcuna di quelle vecchie magliette indosso ad una persona, mi viene da dire "Ah, ma tu sei uno di quelli...", e più o meno me li ricordo tutti, anche perché per fare le dediche all'interno di ognuno dei cd mi sono passate davanti decine e decine di nomi ed indirizzi. Si è creato una specie di rapporto speciale, anche loro ci tengono molto a questo ricordo. Direi che è una cosa inedita per un gruppo, almeno in Italia, credo che solo i Genesis abbiano un precedente simile, e ricordarsi di questa cosa è sempre bella...

R&MIMB: Sulla fruizione digitale della musica oggi e sui problemi (come la pirateria informatica) che ne derivano, secondo te quale può essere un buon percorso di adattamento e cambiamento da parte dei gruppi e delle etichette, in un'era dove comprare il cd non è più strettamente necessario?
Ivano Spiga (Holy Martyr): Bella domanda, non saprei esattamente in che direzione andare. Fosse per me ti direi "torniamo al vinile", ma di fondo sono cambiate tante cose: oltre innegabilmente alla qualità del suono, che una volta sul vinile era meglio, non c'è più quella sorta di rito in cui si apriva il disco, si sfogliava l'artwork dell'album, si leggevano i testi. Come soluzioni concrete non saprei dire, onestamente. Credo che uno suoni perché gli piace farlo, perché si diverte, allora quello che cerco di fare io è di ottenere più concerti possibile, e poi magari qualche volta di registrare le mie idee sugli album. Bisognerebbe fare comunque un grosso passo indietro in generale, anche perché è dura trovare la motivazione di mettere le tue idee su un disco, quando poi non ne hai nessun ricavo. Fortunatamente l'heavy metal è un genere di nicchia ma seguito abbastanza bene, i fans storici sono molto fedeli.

R&MIMB: Il metal italiano, a prescindere da generi e provenienza, in che situazione è?
Ivano Spiga (Holy Martyr): Secondo me, facendo il paragone con gli Anni Ottanta e Novanta, le band sono molto più preparate tecnicamente, ed anche sotto il profilo della professionalità secondo me non c'è nulla da dire, anzi le vedo spesso superiori a realtà provenienti da Paesi stranieri. Non so dirti a livello di seguito all'estero, ma secondo me un gruppo tedesco o svedese avrà sempre più supporto dai fans, ed anche più pubblicità. Magari ragazzi molto giovani ed anche davvero bravi, cito gli Enforcer, sono già in tour al primo album, mentre noi anche dopo due o tre dischi non riusciamo ancora ad andarci. Spesso mi chiedo come facciano ad avere così presto cose che noi forse non avremo mai, e forse la risposta sta nel fatto che noi stiamo qui in Italia e loro là fuori. Comunque credo che noi italiani siamo molto migliorati: prima il classico gruppo nel nostro Paese aveva dei suoni orribili, pronuncia inglese pessima, cose che sono state risolte. La qualità c'è, mancano i mezzi pubblicitari per farla vedere al resto del mondo, in qualsiasi genere, non solo in quello che suono io.

R&MIMB: Spesso e volentieri una buona parte dei metallari italiani dimenticano un po' le realtà provenienti dal loro stesso Paese, pur essendoci, come hai detto, una qualità paragonabile a quella estera. C'è qualche band che tu preferisci in Italia, e con cui vorresti andare in tour?
Ivano Spiga (Holy Martyr): Beh, di certo i gruppi compagni di etichetta sono tutti davvero validi, tra i migliori in Italia. Parlo dai Domine, dei Thunderstorm che purtroppo non ci sono più, dei Doomsword. Con questi ultimi abbiamo anche ottimi rapporti d'amicizia personale, quindi un tour eventualmente lo farei molto volentieri con loro. Ci sentiamo spesso e parliamo scambiandoci opinioni sui rispettivi lavori.

R&MIMB: Come nasce un disco degli HM? Chi mette le idee?
Ivano Spiga (Holy Martyr): Io... Ma non sono un dittatore! (ride, nda) Per fortuna faccio sempre cose che piacciono agli altri del gruppo, quindi non ci sono scontri o cose del genere. Di solito quando propongo qualcosa sono sicuro di me stesso, so che piace a me e che può piacere anche a loro, quindi l'andamento delle cose è molto naturale, equilibrato e pacifico. Nessuno ha manie di divismo, nessuno vuole emergere sopra di me o avere il ruolo che ho io all'interno del gruppo, e a tutti va bene questo status di cose. Si potrebbe parlare di un sistema rodato, che va benissimo così e finora non ha dato motivi plausibili che portino a cambiarlo. Io sono molto felice, perché posso esprimere liberamente le mie idee. Naturalmente mi occupo di lanciare agli altri il concetto di base, poi ognuno arrangia le proprie linee: questo è molto bello, è in quel momento che si vede la risultante degli sforzi di tutto il gruppo. Riusciamo ad amalgamare tutto quello che proviene da me grazie al lavoro di gruppo, e il "prodotto finale" passa anche attraverso la musicalità personale degli altri componenti. Penso sia una cosa bellissima: ci divertiamo a suonare i pezzi assieme e vedere cosa salta fuori, anche se sono solo io che "compongo". Non ci sono tanti gruppi che si divertono così ed hanno questo equilibrio, e mi rendo conto di essere molto fortunato. Spero di continuare così, ma in futuro, se ci saranno idee anche da parte degli altri, non vedo perché non dare credito e possibilità di espressione anche a loro...

R&MIMB: Parliamo delle ambientazioni dietro ai vostri dischi. Generalmente, ad essere saccheggiato a mani basse è il contesto nordico/scandinavo: persino gruppi "insospettabili" come i Crimson Glory od i Black Sabbath, prima o poi si sono misurate con l'argomento, senza contare un vasto panorama rettosi più o meno interamente ed ininterrottamente su queste tematiche. Voi invece avete scelto Roma per il primo album, Sparta per il secondo, ed ora il Giappone feudale dei samurai per l'atteso "Invincible". Perché?
Ivano Spiga (Holy Martyr): Hai ragione quando parli della mitologia nordica come fonte di ispirazione di molta musica metal. Questo è un panorama culturale davvero interessante, ma come è ovvio esiste anche molto altro, che di solito viene un po' lasciato da parte. Io ho cercato di fare qualcosa di un po' diverso, o comunque di dare un'impronta personale agli HM, di farci riconoscere dalla gente perché usciamo un po' dal seminato. Anche i Manowar stessi, pur avendo spesso cambiato argomenti, si sono mantenuti fedeli a più riprese all'ambientazione nordica. Io ho letto "Lo scudo di Talos" di Valerio Massimo Manfredi attorno al 1995, sono rimasto molto colpito dall'epicità di questa battaglia ed ho pensato, da appassionato di heavy metal: "Se uno provasse a mettere in musica queste tematiche, potrebbe uscire qualcosa di eccezionale, senza niente da invidiare alle tematiche nordiche". La stessa antica Roma, pur non costituendo un concept del primo disco, visto che se ne parla espressamente solo in una canzone, era un argomento che destava interesse, addirittura partendo proprio dai fans, che spesso ci chiedevano di occuparci della tematica romana, dopo il primo ep sulla Grecia. Dopo aver parlato dunque dei Romani, un po' anche dei Vichinghi sempre nel primo disco, poi degli Spartani, ho sentito l'esigenza di riferirmi a qualcos'altro per questo ultimo nostro lavoro. Uno fa quello che si sente, quello da cui trae ispirazione: ed io sono sempre stato appassionato anche di samurai, e l'idea di questo disco ti posso dire essere antecedente addirittura alla realizzazione di "Hellenic Warrior Spirit". Prima di registrare il secondo disco, aveva già avvisato la band che il terzo l'avrei progettato sul Giappone, ed i ragazzi stessi erano d'accordo sul rivolgersi ad una cosa nuova che nessuno aveva mai fatto nel metal. Riguarda principalmente tematiche prese dai film di Akira Kurosawa (considerato il padre del cinema giapponese insieme a Yasujiru Ozu. Kurosawa si occupò spesso del mondo dei samurai in molteplici suoi capolavori, il più famoso dei quali, intitolato appunto "I Sette Samurai", fu lo spunto principale per la realizzazione della sua controparte occidentale, l'arcinoto "I Magnifici Sette", ambientato invece nell'epopea western, nda). Ciò ovviamente limita e personalizza ancora di più il campo, perché oltre ad avere qualche nozione sul mondo giapponese, bisogna anche conoscere un minimo il lavoro di questo straordinario regista; si è trattato di dare un tocco ancora più personale al background concettuale dell'album: "Io ho fatto questo e l'ho fatto io, senza ricalcare le orme degli altri".

R&MIMB: Quali sono le band metal che ti hanno ispirato maggiormente?
Ivano Spiga (Holy Martyr): Sicuramente gli Iron Maiden sono quelli maggiormente influenti, si sente molto anche nel primo disco, poi i Metallica, ma anche i Black Sabbath, forse agli inizi più con Ozzy che con Dio, ma poi ho imparato ad apprezzare anche lui. Ed anche i Judas Priest, i Saxon... ho avuto una formazione molto classica, benché ascoltassi già a 16-17 anni gruppi estranei al metal, come i Gentle Giant, i Pink Floyd. Forse "Invincibile" come disco è più immediato dei precedenti, ma ogni tanto fa capolino qualcosa di "strano": tra le mie influenze ci sono anche la musica classica e il folk, anche se ti premetto che non mi sono messo seriamente ad ascoltare musica popolare giapponese, ci ho provato ma è pesante per un orecchio non abituato. Mi è servito tantissimo ascoltare canzoni dei cartoni animati giapponesi degli Anni Settanta ed Ottanta, che sono epicissime!

R&MIMB: La generazione "vecchia" del metal che tu hai citato prima un po' alla volta sta scendendo dai palchi per vari motivi. Trovi che la scena odierna sia in grado di sostituire degnamente i mostri sacri che hanno fondato il genere?
Ivano Spiga (Holy Martyr): Guarda, io pensavo a questo interrogativo subito dopo il periodo più nero del grunge, quello in cui le cose andavano male per davvero. I principali gruppi erano scomparsi oppure non avevano le stesse capacità che negli Anni Ottanta. Stava nascendo una nuova scena basata sul power metal, gruppi come Blind Guardian, Stratovarius, Rage. Ora, a parte i primi, che comunque rispetto a quegli anni sono molto andati in calo, non vedo band di quel contesto che possano oggi rivaleggiare con i vecchi Maiden o i vecchi Metallica, riguardo al "rimanere nella storia". Visto che non ci sono riusciti alla fine degli Anni Novanta, tra quelli odierni vedo difficile trovare qualcuno in grado di assolvere il compito. Anche nei grossi festival a tirare sono sempre i grossi nomi, i gruppi "vecchi", non c'è un gran ricambio. Penso che prima ti facessi una gavetta diversa, sudassi, ti sbattessi di più, e di conseguenza fossi più bravo. Oggi tutto è più facile, più immediato, ci sono band che fanno album senza aver fatto live o demo, e la differenza qualitativa si nota. Anche molti gruppi del mainstream odierno, ora dove sono? Non ai livelli di un gruppo più vecchio di loro. Manca la gavetta, che io penso di aver fatto nel mio piccolo, anche se certo neanche lontanamente a livello di un gruppo della vecchia scuola; non saprei quindi dirti se qualcuno riesce a tenere testa ai grandi del passato, considerando quante band sono "scomparse" nel dimenticatoio dopo aver fatto sfracelli all'inizio.

R&MIMB: Provenite tutti dalla Sardegna (Ivano viene da Sestu), ma vie siete trasferiti a Milano. Secondo te a livello musicale cosa vi è rimasto della vostra regione di provenienza, che è un po' sui generis in quanto isola e che offre meno spazi ed opportunità rispetto ad altre regioni italiane?
Ivano Spiga (Holy Martyr): A livello musicale magari no, sono molto "cittadino del mondo" e ascolto di tutto, ma sicuramente la cosa che rimane è la resistenza, la testardaggine. Non si molla mai, dritti per la propria strada, si è forse più "guerrieri" paragonati ad altri che hanno tutto e non sanno come sfruttarlo al meglio perché non sono abituati ad arrangiarsi con poco. Gli Spartani stessi vivevano di pochissimo, avevano le armi, la loro città, e non si crogiolavano certo negli agi... Siamo tutti ragazzi piuttosto semplici e siamo rimasti uguali a prima, coi piedi per terra, senza montarsi la testa, e per questo ringrazio di essere nato in un posto abbastanza umile.

R&MIMB: Da parte tua che hai fatto quasi vent'anni di metal dietro, cosa consigli ad un ragazzo che suona rock o metal e vuole fare di questa passione la propria vita?
Ivano Spiga (Holy Martyr): Dipende dall'attitudine, se ti piace qualcosa e ne hai le capacità sai già cosa fare. Il consiglio che do io è di essere se stessi e non imitare troppo gli altri, non fossilizzarsi solo sui gruppi che ti piacciono. Poi non aspettarti mai troppi risultati, non pensare troppo in grande. Se hai "niente" va bene, se hai qualcosina di più goditela e gioiscine, ti deve andar bene sempre. E non partire mai dall'alto, costruisci le cose un passo alla volta sempre senza fretta...

R&MIMB: Esce ora, abbiamo detto, il vostro disco nuovo. Idee per il prossimo?
Ivano Spiga (Holy Martyr): Per ora niente di preciso, qualche idea di base ma nulla di più. Diciamo che spero di avere la stessa fortuna che ho avuto con questo album, perché fino ad un anno fa non c'erano ancora tutti i pezzi scritti, l'abbiamo realizzato molto velocemente. Nel 2008 sapevo di cosa avrei voluto parlare nell'album che esce adesso, ma avevamo dei live e ho procrastinato le decisioni concrete. Le idee per questo album mi sono venute più chiaramente solo negli ultimi tempi, il "segreto" sta lì secondo me: ti vengono delle idee buone e sul momento le utilizzi, senza pensare "Ah, devo fare così". Io prediligo la spontaneità, non la forzatura, altrimenti perdi la tua personalità e la vena creativa; ho preferito parlare di film sui samurai per rendere le tematiche più immediate e fruibili senza fatica, perché l'argomento militare orientale è molto estraneo da quello classico occidentale che siamo abituati a conoscere noi, si trattava di un compito troppo complesso. Nel futuro non ho ancora ben in mente di cosa trattare, ma si potrebbe anche ipotizzare un'incursione degli HM nel fantasy, se ci sarà l'ispirazione e la convinzione di poter fare qualcosa di buono. Comunque per il momento credo che ci prenderemo un po' di pausa per quanto riguarda un nuovo disco.

R&MIMB: Quali sono state le tempistiche per realizzare "Invincibile"?
Ivano Spiga (Holy Martyr): Molto brevi in realtà. Magari all'occhio disattento può sembrare che abbiamo impiegato 3 anni a pubblicare un disco, ma dal 2008 fino al 2010 siamo stati impegnati in live, e non essendo abituati a suonare dal vivo così spesso, perché prima risiedevamo ancora tutti in Sardegna, la velocità della composizione di nuove canzoni ne ha risentito. Il disco nuovo è stato cominciato nel 2009, e nel 2010 sono stati scritti quasi tutti i pezzi "dal nulla". Praticamente abbiamo fatto un album in un anno, e in due settimane siamo entrati in sala prove e siamo usciti col master. Nei primi due album metà della tracklist era già fatta, perché inserivamo pezzi dagli ep e dai demo precedenti. Non avrei mai creduto di fare così in fretta, ringrazio e faccio i complimenti sia a me stesso che a tutti gli altri della band, che sono stati bravissimi.

R&MIMB: C'è un pezzo che ti piace più degli altri nel nuovo album?
Ivano Spiga (Holy Martyr): In questo disco per la prima volta mi piacciono molto tutti i pezzi, credo sia il migliore album fatto finora. Direi che i pezzi che ci piace suonare di più insieme sono "Zatoichi", che è la più orecchiabile, ma anche "Takeda Shingen". "Zatoichi" inoltre appare anche sulla copertina dell'album, è un po' il simbolo di questo "Invincibile", e suppongo sarà molto apprezzato dal pubblico!

Dopo questa lunga intervista, ringraziamo Ivano che si è dimostrato paziente, umile ed assai disponibile. Durante il concerto, gli Holy Martyr dimostrano una grande capacità di interazione col pubblico, e non mancano certo i siparietti comici, ma ciò che colpisce di più è la sinergia con cui tutti i componenti del gruppo lavorano per esprimere al meglio la loro musica, abbigliati con costumi da guerrieri giapponesi, con tanto di face-painting a richiamo del teatro tradizionale nipponico. La live performance si rivela esplosiva, e speriamo di avere ulteriori occasioni di rivederli dal vivo, facendo, perché no, un'altra chiacchierata...
A chi volesse saperne di più sugli HM forniamo un link:
http://www.holy-martyr.com/ (sito ufficiale)

"He's a man with a cane sword, Zatoichi!" (da ZATOICHI, Holy Martyr)

Paolo Valhalla Ribaldini e Maurizio Vecchi