DARIO CASABONA (SCHIZO)
INTERVISTA
A CURA DI R&MIMB
04/12/2016
Di seguito alla recensione da noi scritta per lo splendido "Rotten Spiral", "Rock & Metal in my Blood" ha avuto l'onore di ospitare ancora una volta gli Schizo entro i confini della propria realtà. In questa lunga e dettagliata intervista, Dario Casabona (batterista del gruppo) ha avuto modo di parlarci a lungo della band, con particolare occhio di riguardo per l'ultima pubblicazione; progetti futuri, curiosità, spunti di riflessione decisamente interessanti. Tutto questo, alla base di un bel colloquio che avrà modo di accendere ancora più luci su di una storica realtà, quella degli Schizo, assolutamente da tenere in serissima considerazione.
R&MIMB: Parliamo della genesi di "Rotten Spiral": sei anni di distacco lo separano dal precedente "Hallucination Cramps", già di per sé un ottimo lavoro. Un lungo lasso di tempo; quanto è stato dunque complesso dar vita al vostro ultimo disco?
Dario Casabona: Forse, più che di complessità, parlerei di stimolo. Il processo di composizione di questo nuovo album si è rivelato profondamente entusiasmante sul piano creativo e abbiamo deciso di prenderci il giusto tempo per fare le cose nel miglior modo possibile, arrivando anche alla soluzione di scremare i tanti brani sui quali abbiamo lavorato, lasciando solo ciò che ci appariva omogeno e conforme alla "atmosfera" di questo nuovo capitolo. In effetti, l'album sarebbe potuto uscire molto prima del 2016, ma varie difficoltà logistiche, legate anche al fatto che le recording session a Zurigo sono state molteplici, ne hanno impedito una anticipata realizzazione.
R&MIMB: Quel che si evince dai nuovi brani è, sicuramente, una notevole voglia di risultare al passo coi tempi, di non rimanere arroccati sul passato, per quanto illustre esso sia. Quante e quali sono state, dunque, le nuove suggestioni ed influenze di fatto riversate sul nuovo materiale?
Dario Casabona: Sembrerà paradossale ma, piuttosto che guardare alla modernità, abbiamo fatto invece un'azione di recupero delle nostre origini in termini di influenze musicali. La musica degli Schizo, infatti, è stata caratterizzata al suo nascere anche da elementi che provenivano da altri generi come l'hardcore o il post-punk. Sonorità, queste, che in "Rotten Spiral" si possono ritrovare in parecchi momenti e che, fusi al nostro modo di intendere la musica oggi, hanno dato vita alla sensazione generale del nuovo album. Probabilmente il risultato suona più moderno, ma di base abbiamo, da una parte, voluto riscoprire certe radici e, dall'altra, creare brani ancora più "musicali" che in passato, senza necessariamente rimanere ancorati al canovaccio del genere che suoniamo.
R&MIMB: I testi ci parlano senza mezzi termini di follia, situazioni allucinanti; cosa li ha prettamente ispirati?
Dario Casabona: L'orizzonte "psicologico" è di certo quello più affine alla nostra musica e al nostro fine estetico. L'ispirazione nasce sempre da una costante attenzione verso le distorsioni mentali delle quali tutti siamo affetti, nessuno escluso. Sia su un livello più personale, microcosmico direi, sia in una prospettiva più allargata, cioè globale e collettiva . A nostro giudizio, questi temi si legano alla musica che componiamo e una sorta di evocazione concettuale immediata si presenta appena iniziamo a lavorare su un brano nuovo. In pratica, già dalle prime note si capisce dove si andrà a finire in termini di lyrics durante la fase compositiva.
R&MIMB: Parliamo della genesi dell'artwork, a nostro avviso assai evocativo. Potete raccontarci il suo background, il suo concepimento?
Dario Casabona: E' bastato descrivere a parole e con la suggestione dei testi e della musica il reale concept del nuovo album a Daniele Cascone, artista visivo e visionario da noi molto apprezzato e anch'egli siciliano, per giungere nell'immediato al risultato sperato. Anzi, secondo il nostro gusto, si è andati oltre ogni aspettativa. Non avevamo alcun dubbio sullo spessore artistico di Daniele, ma vedere la trasfigurazione delle note e delle parole di "Rotten Spiral" nelle immagini della front e della back cover ci ha letteralmente spiazzati in senso positivo.
R&MIMB: Qual è, dunque, il significato dell'espressione "Rotten Spiral"?
Dario Casabona: La "spirale marcia" è metafora di tutto ciò che vincola, che lega e che inevitabilmente attrae violentemente verso il basso, verso un inarrestabile decadimento: l'epilogo più nero. Ed essa è applicabile alle piccole manie, così come all'esistenza tutta.
R&MIMB: Nei credits di "Rotten Spiral" appare il nome di Tommy Vetterli, noto a tutti come membro dei Coroner ed ex membro dei Kreator. Com'è nata l'idea di collaborare con lui? Cosa volete raccontarci in proposito?
Dario Casabona: L'incontro con Tommy è avvenuto durante una data in cui noi aprivamo ai Coroner. Io ero già in contatto con questo personaggio leggendario del metal e lui stesso aveva apprezzato il nostro precedente album, "Hallucination Cramps". Da una discussione nel backstage nacque l'idea di far produrre a lui il nuovo disco degli Schizo. Il resto è storia, e posso sottolineare con ardore la grande simpatia, la fortissima professionalità del soggetto in questione e il nostro onore di averlo avuto come ospite in veste di chitarrista e arrangiatore nella title track dell'album.
R&MIMB: "Rotten Spiral" ha ottenuto ampi consensi, di critica e di pubblico. Desiderate battere il ferro finché è caldo, o volete prendervi un periodo di riposo, per quanto riguarda l'incisione di nuovo materiale?
Dario Casabona: Riposo non credo perché, come ripeto spesso nelle interviste, per noi il comporre musica è più una necessità che altro. Il riscontro super positivo che ha ottenuto "Rotten Spiral" ci ha sicuramente lusingati, ma se così non fosse stato avremmo di certo continuato a scrivere nuovi brani, liberi come sempre da ogni condizionamento e in piena libertà espressiva.
R&MIMB: Cosa vi ha spinti ad accasarvi presso la "Punishment 18 Records"?
Dario Casabona: Un fatto molto semplice: l'interesse verso la nostra nuova produzione, verso ciò che gli Schizo sono oggi. Ci ha davvero stufato l'atteggiamento, comune a molta gente del settore, di doverci necessariamente vincolare a un passato mitico e quasi "immobile". La storia di una band deve essere valutata nella sua interezza e il presente non deve risultare schiacciato da ciò che fu un tempo. Abbiamo ancora molto da dire, nel 2016, in un momento storico in cui la musica estrema soffre l'assenza di creatività; in tal senso, noto che soprattutto all'estero, in fase di recensione, c'è una predisposizione diversa nell'accogliere le produzioni di band che come noi vengono dal passato. Si valuta il prodotto, indipendentemente dalle precedenti release e senza la necessità di fare paragoni con il tempo che fu. In questo senso, abbiamo visto nella Punishment 18 questo tipo di atteggiamento. E' piaciuto molto il nuovo album degli Schizo, hanno fatto una buona proposta e l'accordo fu firmato. Tutto qui.
R&MIMB: La storia degli Schizo è stata segnata, lungo la loro carriera, da tanti cambi di line-up. Quali circostanze hanno assemblato quest'ultima?
Dario Casabona: A dire il vero, questa ultima line-up è la stessa degli ultimi 3 album post reunion (a eccezione di Alberto Penzin che compare solo in "Cicatriz Black"). Il nucleo oramai consolidato da 10 anni a questa parte è composto da S.B.Reder, da Niko e dal sottoscritto, e tale vogliamo che rimanga. Ovviamente sempre avvalendoci di alcuni session per quanto riguarda l'attività live. Per le registrazioni di "Rotten Spiral", invece, abbiamo deciso di dare la responsabilità delle parti di basso a un musicista straordinario che risponde al nome di Davide Santo, il quale ha fatto un lavoro davvero eccelso sul nuovo album.
R&MIMB: Parliamo della vostra storia: gli inizi degli Schizo sono contraddistinti da un Thrash violento e privo di compromessi, per molti versi incredibilmente innovativo. Come ci si sente ad essere annoverati come fra i pionieri di un determinato genere?
Dario Casabona: Credo faccia piacere (nello specifico parlo di Reder che fu il vero fondatore di quel tipo di sound, del "marchio Schizo", per intenderci), ma senza dare troppo peso a questi piacevoli attestati di stima. La vera necessità di S.B., condivisa al 100% da me e da Niko, è quella di una continua creazione in termini musicali indipendente dagli esiti e, men che meno, finalizzata al riempimento dei propri ego.
R&MIMB: Con quali band "storiche", oltre i Necrodeath, potete dirvi affini? Quali sono i colleghi con i quali avete instaurato un rapporto più profondo della semplice conoscenza?
Dario Casabona: Vivere in una realtà geografica così isolata di certo non ci permette di dare continuità ai rapporti nati con altre band . La sincera amicizia con i Necrodeath risale all'alba dei tempi della nascita del genere estremo in Italia e continua a essere tale, così come antica è la nostra amicizia con gli straordinari Novembre, per sempio. Sicuramente notiamo, andando in giro, grande stima e rispetto da parte di molti gruppi storici, e anche da parte di quelli più giovani, ma per le ovvie ragioni di cui sopra risulta difficile approfondire tanti rapporti di vera amicizia. Poi, per ciò che riguarda le affinità artistiche, credo che ogni band definita "storica" di questo paese abbia una sua propria anima, ben definita e distinta dalle altre, come, per esempio, accade nella sacra triade italiana di cui tanto si parla.
R&MIMB: E sempre parlando di collaborazioni, il progetto "Mondocane" intrapreso con gli stessi Necrodeath può dirsi davvero e definitivamente un capitolo chiuso?
Dario Casabona: Non saprei risponderti perché, che io sappia, dipende da tante variabili e anche per il fatto che non me ne occupo in prima persona.
R&MIMB: L'eco di un capolavoro come "Main Frame Collapse" è ancora palpabile, tant'è che proprio lo scorso 25 Gennaio avete deciso di ristamparlo. E' giusto definire quest'album il vostro manifesto programmatico, la vostra quintessenza?
Dario Casabona: Non più dell'ultimo album, solo che questo non ha ancora avuto il suo tempo di sedimentazione. Indubbiamente "Main Frame Collapse" è un disco fondamentale che nel corso degli anni è entrato nel cuore di tanti ascoltatori del genere, arrivando a rappresentare anche una fonte di ispirazione per alcune band molto blasonate. Inoltre, è un disco che è sempre richiesto e una nuova ristampa ci sembrava d'obbligo.
R&MIMB: Negli ultimi anni, diversi ragazzi giovanissimi dimostrano grande attaccamento ai concetti più classici e tal volta underground, parlando di Metal. Come vedete questo ricambio generazionale? Quanto è "misto" il pubblico dei vostri concerti?
Dario Casabona: Ci si augura spesso un ritorno di quella passione che un tempo spingeva anche i più giovani ad accostarsi a certe sonorità, a fare di tutto per procurarsi i soldi per poi investirli nell'acquisto di dischi o biglietti di concerti di band più underground. E' innegabile. E a volte capita di riscontrare in alcuni soggetti quel tipo di tensione; ma essi rimangono, ahimè, dei soggetti isolati, confinati in una nicchia sempre più ristretta e sopraffatta dai grandi stereotipi della modernità. Comunque fa sempre un certo effetto vedere giovani ed entusiasti ascoltatori accanto ai vecchi affezionati della band.
R&MIMB: Da autentici veterani ed iniziatori di una scena, quali band "moderne" ve la sentireste di segnalarci? E perché? Sia in Italia sia all'Estero
Dario Casabona: Venom, Slayer, Bathory, Discharge, Celtic Frost, Black Flag, Bauhaus, Exploited? avevi detto "moderne", vero? (risata; e l'intervistatore, alla fin fine, non potrebbe essere più che d'accordo! ndr)
R&MIMB: E sempre beneficiando del vostro "occhio clinico": Quanto è cambiata, negli ultimi anni, la scena Metal tricolore? In rapporto alle dinamiche - cambiamenti dei quali siete stati protagonisti e spettatori.
Dario Casabona: Il metal in Italia segue, a nostro parere, l'andamento che si può facilmente riscontrare ad un livello più generale. Quindi, una proliferazione spropositata di band, molte delle quali (per non dire la maggior parte) di "improvvisati" da un punto di vista creativo, malgrado nel complesso si sia alzato il livello prettamente tecnico rispetto al passato. Certo, ci sono ancora, in questo oceano spropositato di sedicenti musicisti, tante band validissime che suonano esclusivamente questo genere di espressione musicale per il puro piacere artistico, senza fantomatici traguardi da raggiungere, senza sottostare agli abomini del "pay to play" e nefandezze simili. E questo è un discorso facilmente estendibile anche ai promoter e ai discografici, ovviamente. Insomma, circa un ventennio fa ci si augurava maggior spazio e maggior attenzione a questo genere musicale, oggi forse quello spazio lo si è guadagnato, ma si è perso probabilmente molto in termini di atmosfera, sincerità, passione e creatività. Questo, sommariamente, il nostro punto di vista.
R&MIMB: Parliamo dei vostri progetti futuri: cosa si profila all'orizzonte, per gli Schizo?
Dario Casabona: Stiamo meditando circa la possibilità di fare uscire nuovo materiale al più presto. Abbiamo molte idee e, sebbene ancora non abbiamo deciso le modalità, vogliamo non fare passare troppo tempo per una nuova release.
R&MIMB: Quanto è fitto il vostro calendario? In riferimento a concerti ecc., quando e come avremo modo di ascoltarvi dal vivo? Terrete date anche all'estero?
Dario Casabona: A dire il vero, al momento non è fittissimo. A causa della nostra localizzazione, organizzare un nostro live si presenta sempre come difficoltoso/dispendioso, e molte volte i promoter nazionali si scoraggiano. Nel frattempo sembra profilarsi la possibilità di un tour europeo. Fatto che potrebbe rivelarsi interessante in quanto in molti paesi europei "Rotten Spiral" è stato salutato con grandissima approvazione e riscontri davvero eccezionali.
R&MIMB: Siamo ai saluti finali: cosa volete dire al pubblico di "Rock & Metal in my Blood"?
Dario Casabona: Senza epiche invocazioni di supporto alla scena e stupidaggini simili, semplicimente ci sentiamo di consigliare di dare (più di) un ascolto a "Rotten Spiral". Magari potreste trovare in quest'album una gradevole colonna sonora ai vostri dissesti psichici e alle vostre nevrosi. Grazie dell'intervista e complimenti per l'accuratezza delle vostre recensioni e per il tempo a esse dedicato.
Intervista a cura di Marek Vladescu. Con la fondamentale partecipazione di Yader Lamberti.
R&MIMB: Parliamo della genesi di "Rotten Spiral": sei anni di distacco lo separano dal precedente "Hallucination Cramps", già di per sé un ottimo lavoro. Un lungo lasso di tempo; quanto è stato dunque complesso dar vita al vostro ultimo disco?
Dario Casabona: Forse, più che di complessità, parlerei di stimolo. Il processo di composizione di questo nuovo album si è rivelato profondamente entusiasmante sul piano creativo e abbiamo deciso di prenderci il giusto tempo per fare le cose nel miglior modo possibile, arrivando anche alla soluzione di scremare i tanti brani sui quali abbiamo lavorato, lasciando solo ciò che ci appariva omogeno e conforme alla "atmosfera" di questo nuovo capitolo. In effetti, l'album sarebbe potuto uscire molto prima del 2016, ma varie difficoltà logistiche, legate anche al fatto che le recording session a Zurigo sono state molteplici, ne hanno impedito una anticipata realizzazione.
R&MIMB: Quel che si evince dai nuovi brani è, sicuramente, una notevole voglia di risultare al passo coi tempi, di non rimanere arroccati sul passato, per quanto illustre esso sia. Quante e quali sono state, dunque, le nuove suggestioni ed influenze di fatto riversate sul nuovo materiale?
Dario Casabona: Sembrerà paradossale ma, piuttosto che guardare alla modernità, abbiamo fatto invece un'azione di recupero delle nostre origini in termini di influenze musicali. La musica degli Schizo, infatti, è stata caratterizzata al suo nascere anche da elementi che provenivano da altri generi come l'hardcore o il post-punk. Sonorità, queste, che in "Rotten Spiral" si possono ritrovare in parecchi momenti e che, fusi al nostro modo di intendere la musica oggi, hanno dato vita alla sensazione generale del nuovo album. Probabilmente il risultato suona più moderno, ma di base abbiamo, da una parte, voluto riscoprire certe radici e, dall'altra, creare brani ancora più "musicali" che in passato, senza necessariamente rimanere ancorati al canovaccio del genere che suoniamo.
R&MIMB: I testi ci parlano senza mezzi termini di follia, situazioni allucinanti; cosa li ha prettamente ispirati?
Dario Casabona: L'orizzonte "psicologico" è di certo quello più affine alla nostra musica e al nostro fine estetico. L'ispirazione nasce sempre da una costante attenzione verso le distorsioni mentali delle quali tutti siamo affetti, nessuno escluso. Sia su un livello più personale, microcosmico direi, sia in una prospettiva più allargata, cioè globale e collettiva . A nostro giudizio, questi temi si legano alla musica che componiamo e una sorta di evocazione concettuale immediata si presenta appena iniziamo a lavorare su un brano nuovo. In pratica, già dalle prime note si capisce dove si andrà a finire in termini di lyrics durante la fase compositiva.
R&MIMB: Parliamo della genesi dell'artwork, a nostro avviso assai evocativo. Potete raccontarci il suo background, il suo concepimento?
Dario Casabona: E' bastato descrivere a parole e con la suggestione dei testi e della musica il reale concept del nuovo album a Daniele Cascone, artista visivo e visionario da noi molto apprezzato e anch'egli siciliano, per giungere nell'immediato al risultato sperato. Anzi, secondo il nostro gusto, si è andati oltre ogni aspettativa. Non avevamo alcun dubbio sullo spessore artistico di Daniele, ma vedere la trasfigurazione delle note e delle parole di "Rotten Spiral" nelle immagini della front e della back cover ci ha letteralmente spiazzati in senso positivo.
R&MIMB: Qual è, dunque, il significato dell'espressione "Rotten Spiral"?
Dario Casabona: La "spirale marcia" è metafora di tutto ciò che vincola, che lega e che inevitabilmente attrae violentemente verso il basso, verso un inarrestabile decadimento: l'epilogo più nero. Ed essa è applicabile alle piccole manie, così come all'esistenza tutta.
R&MIMB: Nei credits di "Rotten Spiral" appare il nome di Tommy Vetterli, noto a tutti come membro dei Coroner ed ex membro dei Kreator. Com'è nata l'idea di collaborare con lui? Cosa volete raccontarci in proposito?
Dario Casabona: L'incontro con Tommy è avvenuto durante una data in cui noi aprivamo ai Coroner. Io ero già in contatto con questo personaggio leggendario del metal e lui stesso aveva apprezzato il nostro precedente album, "Hallucination Cramps". Da una discussione nel backstage nacque l'idea di far produrre a lui il nuovo disco degli Schizo. Il resto è storia, e posso sottolineare con ardore la grande simpatia, la fortissima professionalità del soggetto in questione e il nostro onore di averlo avuto come ospite in veste di chitarrista e arrangiatore nella title track dell'album.
R&MIMB: "Rotten Spiral" ha ottenuto ampi consensi, di critica e di pubblico. Desiderate battere il ferro finché è caldo, o volete prendervi un periodo di riposo, per quanto riguarda l'incisione di nuovo materiale?
Dario Casabona: Riposo non credo perché, come ripeto spesso nelle interviste, per noi il comporre musica è più una necessità che altro. Il riscontro super positivo che ha ottenuto "Rotten Spiral" ci ha sicuramente lusingati, ma se così non fosse stato avremmo di certo continuato a scrivere nuovi brani, liberi come sempre da ogni condizionamento e in piena libertà espressiva.
R&MIMB: Cosa vi ha spinti ad accasarvi presso la "Punishment 18 Records"?
Dario Casabona: Un fatto molto semplice: l'interesse verso la nostra nuova produzione, verso ciò che gli Schizo sono oggi. Ci ha davvero stufato l'atteggiamento, comune a molta gente del settore, di doverci necessariamente vincolare a un passato mitico e quasi "immobile". La storia di una band deve essere valutata nella sua interezza e il presente non deve risultare schiacciato da ciò che fu un tempo. Abbiamo ancora molto da dire, nel 2016, in un momento storico in cui la musica estrema soffre l'assenza di creatività; in tal senso, noto che soprattutto all'estero, in fase di recensione, c'è una predisposizione diversa nell'accogliere le produzioni di band che come noi vengono dal passato. Si valuta il prodotto, indipendentemente dalle precedenti release e senza la necessità di fare paragoni con il tempo che fu. In questo senso, abbiamo visto nella Punishment 18 questo tipo di atteggiamento. E' piaciuto molto il nuovo album degli Schizo, hanno fatto una buona proposta e l'accordo fu firmato. Tutto qui.
R&MIMB: La storia degli Schizo è stata segnata, lungo la loro carriera, da tanti cambi di line-up. Quali circostanze hanno assemblato quest'ultima?
Dario Casabona: A dire il vero, questa ultima line-up è la stessa degli ultimi 3 album post reunion (a eccezione di Alberto Penzin che compare solo in "Cicatriz Black"). Il nucleo oramai consolidato da 10 anni a questa parte è composto da S.B.Reder, da Niko e dal sottoscritto, e tale vogliamo che rimanga. Ovviamente sempre avvalendoci di alcuni session per quanto riguarda l'attività live. Per le registrazioni di "Rotten Spiral", invece, abbiamo deciso di dare la responsabilità delle parti di basso a un musicista straordinario che risponde al nome di Davide Santo, il quale ha fatto un lavoro davvero eccelso sul nuovo album.
R&MIMB: Parliamo della vostra storia: gli inizi degli Schizo sono contraddistinti da un Thrash violento e privo di compromessi, per molti versi incredibilmente innovativo. Come ci si sente ad essere annoverati come fra i pionieri di un determinato genere?
Dario Casabona: Credo faccia piacere (nello specifico parlo di Reder che fu il vero fondatore di quel tipo di sound, del "marchio Schizo", per intenderci), ma senza dare troppo peso a questi piacevoli attestati di stima. La vera necessità di S.B., condivisa al 100% da me e da Niko, è quella di una continua creazione in termini musicali indipendente dagli esiti e, men che meno, finalizzata al riempimento dei propri ego.
R&MIMB: Con quali band "storiche", oltre i Necrodeath, potete dirvi affini? Quali sono i colleghi con i quali avete instaurato un rapporto più profondo della semplice conoscenza?
Dario Casabona: Vivere in una realtà geografica così isolata di certo non ci permette di dare continuità ai rapporti nati con altre band . La sincera amicizia con i Necrodeath risale all'alba dei tempi della nascita del genere estremo in Italia e continua a essere tale, così come antica è la nostra amicizia con gli straordinari Novembre, per sempio. Sicuramente notiamo, andando in giro, grande stima e rispetto da parte di molti gruppi storici, e anche da parte di quelli più giovani, ma per le ovvie ragioni di cui sopra risulta difficile approfondire tanti rapporti di vera amicizia. Poi, per ciò che riguarda le affinità artistiche, credo che ogni band definita "storica" di questo paese abbia una sua propria anima, ben definita e distinta dalle altre, come, per esempio, accade nella sacra triade italiana di cui tanto si parla.
R&MIMB: E sempre parlando di collaborazioni, il progetto "Mondocane" intrapreso con gli stessi Necrodeath può dirsi davvero e definitivamente un capitolo chiuso?
Dario Casabona: Non saprei risponderti perché, che io sappia, dipende da tante variabili e anche per il fatto che non me ne occupo in prima persona.
R&MIMB: L'eco di un capolavoro come "Main Frame Collapse" è ancora palpabile, tant'è che proprio lo scorso 25 Gennaio avete deciso di ristamparlo. E' giusto definire quest'album il vostro manifesto programmatico, la vostra quintessenza?
Dario Casabona: Non più dell'ultimo album, solo che questo non ha ancora avuto il suo tempo di sedimentazione. Indubbiamente "Main Frame Collapse" è un disco fondamentale che nel corso degli anni è entrato nel cuore di tanti ascoltatori del genere, arrivando a rappresentare anche una fonte di ispirazione per alcune band molto blasonate. Inoltre, è un disco che è sempre richiesto e una nuova ristampa ci sembrava d'obbligo.
R&MIMB: Negli ultimi anni, diversi ragazzi giovanissimi dimostrano grande attaccamento ai concetti più classici e tal volta underground, parlando di Metal. Come vedete questo ricambio generazionale? Quanto è "misto" il pubblico dei vostri concerti?
Dario Casabona: Ci si augura spesso un ritorno di quella passione che un tempo spingeva anche i più giovani ad accostarsi a certe sonorità, a fare di tutto per procurarsi i soldi per poi investirli nell'acquisto di dischi o biglietti di concerti di band più underground. E' innegabile. E a volte capita di riscontrare in alcuni soggetti quel tipo di tensione; ma essi rimangono, ahimè, dei soggetti isolati, confinati in una nicchia sempre più ristretta e sopraffatta dai grandi stereotipi della modernità. Comunque fa sempre un certo effetto vedere giovani ed entusiasti ascoltatori accanto ai vecchi affezionati della band.
R&MIMB: Da autentici veterani ed iniziatori di una scena, quali band "moderne" ve la sentireste di segnalarci? E perché? Sia in Italia sia all'Estero
Dario Casabona: Venom, Slayer, Bathory, Discharge, Celtic Frost, Black Flag, Bauhaus, Exploited? avevi detto "moderne", vero? (risata; e l'intervistatore, alla fin fine, non potrebbe essere più che d'accordo! ndr)
R&MIMB: E sempre beneficiando del vostro "occhio clinico": Quanto è cambiata, negli ultimi anni, la scena Metal tricolore? In rapporto alle dinamiche - cambiamenti dei quali siete stati protagonisti e spettatori.
Dario Casabona: Il metal in Italia segue, a nostro parere, l'andamento che si può facilmente riscontrare ad un livello più generale. Quindi, una proliferazione spropositata di band, molte delle quali (per non dire la maggior parte) di "improvvisati" da un punto di vista creativo, malgrado nel complesso si sia alzato il livello prettamente tecnico rispetto al passato. Certo, ci sono ancora, in questo oceano spropositato di sedicenti musicisti, tante band validissime che suonano esclusivamente questo genere di espressione musicale per il puro piacere artistico, senza fantomatici traguardi da raggiungere, senza sottostare agli abomini del "pay to play" e nefandezze simili. E questo è un discorso facilmente estendibile anche ai promoter e ai discografici, ovviamente. Insomma, circa un ventennio fa ci si augurava maggior spazio e maggior attenzione a questo genere musicale, oggi forse quello spazio lo si è guadagnato, ma si è perso probabilmente molto in termini di atmosfera, sincerità, passione e creatività. Questo, sommariamente, il nostro punto di vista.
R&MIMB: Parliamo dei vostri progetti futuri: cosa si profila all'orizzonte, per gli Schizo?
Dario Casabona: Stiamo meditando circa la possibilità di fare uscire nuovo materiale al più presto. Abbiamo molte idee e, sebbene ancora non abbiamo deciso le modalità, vogliamo non fare passare troppo tempo per una nuova release.
R&MIMB: Quanto è fitto il vostro calendario? In riferimento a concerti ecc., quando e come avremo modo di ascoltarvi dal vivo? Terrete date anche all'estero?
Dario Casabona: A dire il vero, al momento non è fittissimo. A causa della nostra localizzazione, organizzare un nostro live si presenta sempre come difficoltoso/dispendioso, e molte volte i promoter nazionali si scoraggiano. Nel frattempo sembra profilarsi la possibilità di un tour europeo. Fatto che potrebbe rivelarsi interessante in quanto in molti paesi europei "Rotten Spiral" è stato salutato con grandissima approvazione e riscontri davvero eccezionali.
R&MIMB: Siamo ai saluti finali: cosa volete dire al pubblico di "Rock & Metal in my Blood"?
Dario Casabona: Senza epiche invocazioni di supporto alla scena e stupidaggini simili, semplicimente ci sentiamo di consigliare di dare (più di) un ascolto a "Rotten Spiral". Magari potreste trovare in quest'album una gradevole colonna sonora ai vostri dissesti psichici e alle vostre nevrosi. Grazie dell'intervista e complimenti per l'accuratezza delle vostre recensioni e per il tempo a esse dedicato.
Intervista a cura di Marek Vladescu. Con la fondamentale partecipazione di Yader Lamberti.
